La Cassazione conferma la dichiarazione di fallimento del Football Club Messina

La Cassazione conferma la dichiarazione di fallimento del Football Club Messina

La Cassazione conferma la dichiarazione di fallimento del Football Club Messina

giovedì 21 Aprile 2011 - 13:28

Depositata stamani la sentenza, rigettati gli otto motivi del ricorso presentato

La Cassazione ha confermato la dichiarazione di fallimento del Football Club Messina, “certificando” le perdite per oltre 28 milioni di euro. E’ il verdetto che emerge dalla sentenza 9260 depositata stamani dalla Prima Sezione Civile della Suprema Corte. Con questa decisione la Cassazione ha convalidato il fallimento dichiarato dalla Corte di Appello di Messina il 26 gennaio 2010. Vano, dunque, il ricorso del “Football Club Messina” con il quale veniva contestato il verdetto d’appello: erano otto i motivi del ricorso, tutti rigettati dalla Cassazione. La Prima Sezione Civile della Corte d’Appello messinese aveva rigettato l’istanza presentata dai fratelli Pietro e Vincenzo Franza, rispettivamente ex presidente e vicepresidente della società. La Corte, presieduta dal giudice Mario Zumbo, aveva confermato la sentenza emessa da Cosimo D’Arrigo il 27 novembre 2008. I giudici fallimentari motivarono la decisione sia con l’esposizione debitoria che con la mancanza di prospettive di ripresa economica.

A chiedere il fallimento del Messina erano stati i sostituti procuratori Vito Di Giorgio, Francesca Ciranna, Fabrizio Monaco e Maria Pellegrino, a seguito dell’inchiesta sul falso in bilancio. L’inchiesta sul cosiddetto “doping amministrativo” aveva portato, il 19 gennaio 2010, alla condanna di Pietro Franza a quattro mesi di reclusione per aver iscritto al bilancio della società un reddito vantato nei confronti della Lega.

In seguito, per la vicenda del fallimento, sono stati rinviati a giudizio, nel maggio 2010, gli stessi fratelli Franza, oltre a Domenico Santamaura, presidente del collegio sindacale del Fc Messina, Carmelo Cutria e Stefano Galletti, componenti il collegio sindacale, e Francesco Cambria, presidente del Cda della Cofimer Spa, accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, distrazione di fondi e false comunicazioni sociali. Un altro rinvio a giudizio è stato deciso pochi mesi dopo, nel novembre 2010, per la società Mondomessina Service srl.

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