Il presidente del Consiglio comunale Pippo Previti si fa portatore delle paure segnalate dai cittadini che abitano lungo i versanti del Torrente e che ad ogni violenta pioggia vedono la terra scivolare a valle come acqua. Ma sulle critiche mosse al Consiglio precisa: -A prescidere dalla autorizzazioni è più grave ch le case vengano realizzate senza le dovute opere di messa in sicurezza del territorio-
Nuova pioggia, solita colata di fango ed acqua. Risultato? Il torrente Trapani, pur se ricoperto dall’asfalto, torna a vestire i panni di torrente portando fino a valle notevoli quantità di terriccio che scivolano giù da pareti di colline sventrate. Come ben mostrano tra l’altro le immagini in photogallery.
Questo il quadro da dipingere con riferimento alla nota inoltrata dal presidente del Consiglio Comunale Pippo Previti su segnalazione di alcuni nuclei familiari della zona. I cittadini si dicono infatti seriamente preoccupati dalla condizioni del Torrente che in occasione dell’ultima giornata di maltempo ha reso evidenti tutte le fragilità legate alla cementificazione, selvaggia è dir poco, del territorio ed in particolare di quell’ultimo tratto di strada. Dove, secondo uno scellerato Piano Regolatore, è stata resa possibile la realizzazione di mastodontici complessi edilizi sorti in cima alla collina e che spiccano immediatamente agli occhi di coloro che percorrono il tratto autostradale del viadotto di San Michele in direzione Messina.
La costruzione di tali complessi, alcuni dei quali già terminati, altri in fase di ultimazione ma con appartamenti già abitati, altri ancora da realizzare, ha infatti determinato lo spostamento di un enorme quantità di terra per rendere possibile il passaggio dei mezzi da lavoro, oltre che delle necessarie infrastrutturazioni primarie (strade ndr) per consentire l’accesso dei nuovi residenti. Cambiamenti non certo indolore per un territorio che continua ad essere ferito da incessaneti colpi di ruspa. Ed è proprio su questo punto che interviene il presidente Previti: “Un gruppo di famiglie ha segnalato la gravissima situazione di dissesto idrogeologico della strada, causato dallo sversamento a valle – scrive l’esponente del Consiglio – di enormi quantità di acque metereologiche, probabilmente anche a causa delle costruende palazzine, valutando che tale evento non si era mai registrato negli anni precedenti e che già nel mese di settembre i Vigili del Fuoco avevano effettuato un intervento. Ciò impedisce il traffico automobilistico e quello pedonale, con grave pregiudizio per la privata e pubblica incolumità. Al fine di eliminare in maniera radicale e definitiva il grave disagio lamentato dalle famiglie, si chiede quindi – scrive Previti – che per la parte di competenza si dispongano gli opportuni accertamenti e si avviino le procedure più idonee e nell’immediato si realizzino le opere necessarie per mitigare il disagio (per esempio asfalto strada con pendenza verso il lato non abitato, deviazioni flusso acqua in altri possibili luoghi) nelle more della soluzione definitiva”.
Interventi che però non possono che rivelarsi tampone rispetto ad un problema che invece necessiterebbe di soluzione ben più radicali, di cui tutti sono ben consapevoli ma su cui si continua a discutere solo in termini di responsabilità passate e presenti senza arrivare al nocciolo della questione. E nel frattempo? La città scivola giù come la pioggia.
Ma le aspre critiche mossa all’intero consiglio, in qualità di organo competente in materiale territoriale, spingono Previti ad un’ulteriore considerazione: “Il Civico consesso ha competenza di legge in materia di pianificazione territoriale. E’ pur vero che il controllo del territorio attiene, non solo alle istituzioni a ciò preposte, ma direi ad ogni singolo cittadino – in particolare se titolare di imprese edili. A ciò dovrebbe portare un naturale senso civico e il doveroso rispetto degli altrui diritti. Con questo, a prescindere da chi ha autorizzato alcune costruzioni (chiamiamole in alcuni casi veri e propri scempi del territorio) più o meno criticabili, e assai più grave che le stesse vengano realizzate senza i dovuti e necessari elementi di salvaguardia dell’habitat circostante, specie se già sede di civili abitazioni. Invece di arrestare i ladri, ovvero di fermare chi commette abusi o di obbligare al ripristino a regola d’arte dei luoghi, chi deturpa e/o mortifica l’ambiente, soprattutto se è a danno di altri, si scaricano tutte le responsabilità sul Consiglio, reo di non aver messo l’antifurto”.
(foto Sturiale)
