Rigettato il ricorso dei Franza contro la sentenza emessa il 28 novembre di due anni fa
La Prima Sezione Civile della Corte d’Appello ha confermato il fallimento del FC Messina.
E’ stata, dunque, rigettata l’istanza presentata dai fratelli Pietro e Vincenzo Franza, rispettivamente ex presidente e vicepresidente della società.
La Corte, presieduta dal giudice Mario Zumbo, ha confermato la sentenza emessa dal collega Cosimo D’Arrigo il 27 novembre del 2008.
Si chiude, per il momento, la vicenda giudiziaria che ha riguardato la società giallorossa, tornata in serie A, sotto la guida dei Franza, dopo un’attesa di quarant’anni.
Al fallimento del FC Messina si è giunti a seguito dell’esposizione debitoria della società che ammontava a 28,5 milioni di euro. Una cifra stratosferica di fronte alla quale i dirigenti giallorossi sono stati costretti ad arrendersi nel momento in cui sono cominciate a fioccare le istanze di fallimento da parte dei creditori. I giudici fallimentari motivarono la decisione sia con l’esposizione debitoria che con la mancanza di prospettive di ripresa economica.
Erano stati i sostituti procuratori Vito Di Giorgio, Francesca Ciranna, Fabrizio Monaco e Maria Pellegrino a chiedere il fallimento del Messina dopo aver indagato nell’inchiesta sul falso in bilancio.
Nel corso di quelle indagini fu aperto il nuovo fascicolo e la Guardia di Finanza sequestrò, nella sede di via Acireale, i libri contabili ed i bilanci dal 2006 ad oggi.
L’inchiesta sul doping amministrativo ha portato, il 19 gennaio scorso, alla condanna per l’ex presidente del Messina, Pietro Franza a quattro mesi di carcere. Secondo l’accusa sarebbe stato iscritto al bilancio della società un reddito vantato nei confronti della Lega
