Contenzioso Messinambiente-Ato3. Il giudice assegna il “primo punto” a Dalmazio: il decreto ingiuntivo non è stato sospeso

Contenzioso Messinambiente-Ato3. Il giudice assegna il “primo punto” a Dalmazio: il decreto ingiuntivo non è stato sospeso

Contenzioso Messinambiente-Ato3. Il giudice assegna il “primo punto” a Dalmazio: il decreto ingiuntivo non è stato sospeso

lunedì 18 Ottobre 2010 - 22:17

Bocciata la richiesta dell’Ato3 di sospendere l’esecuzione del provvedimento che intima alla società amministrata da Ruggeri il pagamento di quasi 4 milioni. Il 9 novembre l’udienza di merito. A dicembre la partita più importante da 24 milioni

Messinambiente 1, Ato3 0. Usiamo la metafora calcistica per spiegare come il contenzioso in corso tra le due società che, con competenze diverse, gestiscono il settore dei rifiuti in città, abbia visto la società amministrata da Nino Dalmazio passare “in vantaggio” su quella che al suo vertice vede Antonio Ruggeri. La partita più importante rimane quella del 23 dicembre prossimo (vedi articolo correlato), quando il giudice si pronuncerà sulla richiesta di risarcimento da 24 milioni di euro avanzata da Messinambiente nei confronti dell’Ato3 (con quest’ultima che ha chiamato in causa il Comune). Ma il prossimo passo, in ordine di tempo, sarà quello del 9 novembre, quando il giudice sarà chiamato ad esprimersi sulla causa relativa alla richiesta di pagamento di 4 milioni di euro che Messinambiente ha inoltrato all’Ato3 per il servizio di raccolta rifiuti effettuato nel 2005-2006.

Ed è proprio su questo fronte che una prima importante novità è venuta fuori lo scorso 11 ottobre, quando il giudice Ugo Scavuzzo della II sezione civile del Tribunale di Messina ha rigettato la richiesta di sospensione del decreto ingiuntivo, avanzata dall’Ato3, confermando dunque l’esecutività del provvedimento che impone all’Ato il pagamento delle somme richieste dalla Messinambiente. Un passaggio significativo che, dunque, permette di capire quale possa essere la prosecuzione dell’iter processuale. Secondo quanto riportato nel documento siglato da Scavuzzo, infatti, «non esistono i gravi motivi legittimanti la sospensione». Tra le motivazioni adottate dal giudice, la tardiva costituzione dell’opponente e la mancanza di prove sul fatto che, qualora il merito dell’opposizione dovesse risultare fondato, «la parte opponente avrebbe difficoltà a recuperare le somme in ipotesi indebitamente corrisposte all’opposto».

Il giudice Scavuzzo ha di fatto respinto le obiezioni “formali” (che però diventano sostanziali) formulate dall’Ato3. Il giudice, ad esempio, fa riferimento al contratto, in vigore dal 15 luglio del 2004, tra Ato3 (subentrato al Comune come ente appaltante del servizio rifiuti) e Messinambiente. Il fatto che in quel contratto l’Ato3 sia subentrata al Comune, ciò non significa che l’Ato abbia “ereditato” anche la clausola compromissoria originariamente prevista nel contratto tra Comune e Messinambiente. Clausola compromissoria che, in teoria, avrebbe dovuto portare Messinambiente ad astenersi dal rivolgersi ad un giudice ordinario per la controversia con l’Ato3, ricorrendo piuttosto ad un arbitrato. Ma secondo il giudice «allo stato degli atti, non vi sono elementi che inducano lo scrivente a ritenere che la successione dell’odierna parte opposta nel contratto del 15 luglio abbia ad oggetto la clausola compromissoria invocata» proprio dall’Ato3.

Da qui la decisione di Scavuzzo di andare fino in fondo: il 9 novembre, dunque, si entrerà nel merito della controversia. Un “antipasto” che dirà molto su quale potrà essere l’esito del contenzioso multimilionario di dicembre che fa tremare Palazzo Zanca.

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