L’Ente Porto è vivo e si -riprende- il punto franco: al Cga ha la meglio sull’Autorità portuale

L’Ente Porto è vivo e si -riprende- il punto franco: al Cga ha la meglio sull’Autorità portuale

L’Ente Porto è vivo e si -riprende- il punto franco: al Cga ha la meglio sull’Autorità portuale

giovedì 28 Gennaio 2010 - 23:23

La sentenza del giudice amministrativo “boccia” l’istanza di sgombero dell’Authority e “riassegna”, di fatto, all’Ente Porto le aree occupate nella zona falcata. Riesumando il “punto franco”

Fino a poco tempo fa sembrava che l’Ente Porto di Messina fosse destinato ad essere seppellito da una decisione politico-amministrativa della Regione Sicilia, che già in estate aveva avviato l’iter per la sua liquidazione. E invece nel giro di pochi giorni tutto è cambiato radicalmente. Prima la delibera della giunta Lombardo che lasciava in vita l’Ente Porto, eliminandone solo il pletorico consiglio d’amministrazione affidandone la gestione ad un commissario attuatore, lo storico presidente Rosario Madaudo. Poi, il 25 gennaio, la sentenza del Cga, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione, che ha di fatto ribaltato i rapporti di forza tra Ente Porto e Autorità Portuale, al centro da anni di un conflitto di competenze sulle aree della zona falcata. Secondo il legale dell’Ente Porto, l’avv. Domenico Arizzi, la decisione del Cga «ha stabilito importanti principi destinati ad incidere in modo significativo sulla contesa da tempo in corso fra i due enti sulla titolarità e sulla gestione delle aree della zona falcata».

Cosa ha deciso il Cga: che l’istanza di sgombero dell’Authority nei confronti dell’Ente Porto circa le aree occupate all’interno della zona falcata destinate, rispettivamente, a stazione di degassifica ed a bacino di carenaggio, non era legittima, ribaltando la prima sentenza del Tar contro la quale l’Ente Porto si era appellato. Il Cga ha inoltre affermato che, con l’istituzione dell’Autorità Portuale nel porto di Messina, non sono venuti meno i poteri dell’Ente Porto sull’area costituente il “punto franco” e che i compiti attribuiti all’Authority non escludono né assorbono le attribuzioni e le competenze dell’Ente preposto per legge all’amministrazione e gestione delle aree costituenti il “punto franco” del porto di Messina. Il tribunale ha riconosciuto che l’ente non è stato mai dismesso, ma è ancora esistente come soggetto dotato di -personalità giuridica pubblica- e ha potestà su un’area che ha un perimetro accuratamente delineato nei suoi confini e sulle aree del bacino di carenaggio e della stazione di degassificazione per navi petroliere.

Questi i passaggi più importanti della sentenza. «Alquanto generica – scrive il giudice – è la formula secondo cui “la circoscrizione territoriale dell’Autorità Portuale di Messina è costituita dalle aree demaniali marittime, delle opere portuali e degli antistanti spazi acquei, compresi nel tratto di costa che va dalla foce del torrente Annunziata e quelle prospicienti la Via Tommaso Cannizzaro”. Proprio per la indeterminatezza dei suddetti confini e per la prevalenza della legge sull’atto amministrativo, quest’ultimo deve essere interpretato nel senso della sua legittimità. Ciò significa che, nel caso di specie, si deve presumere – in assenza di elementi certi dai quali possa essere desunta una differente volontà – che l’attribuzione territoriale non abbia inteso violare i confini del punto franco delimitati per legge e che, dunque, la circoscrizione territoriale dell’Autorità portuale debba essere intesa nel senso di non voler varcare i confini delineati dalla legge n. 191 del 1951 e che non includa aree le quali, prima della istituzione di detta Autorità, abbiano ricevuto differente destinazione, o siano state sottoposte a differenti competenze di amministrazione e gestione».

E ancora, secondo il Cga, «le vicende concernenti la relazione Ente Portuale – Autorità dovrebbe trovare naturale sbocco in una conferenza alla quale abbiano a partecipare l’Amministrazione statale e quella regionale, sulla considerazione della molteplicità degli interessi coinvolti». Quando sembrava chiusa, la partita sulla zona falcata, la più prestigiosa della nostra città, si riapre clamorosamente.

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