DAL CENTRO ALLA PERIFERIA. Dopo tre giorni di inferno, con le fiamme che hanno lambito la città, all’Annunziata, Curcuraci , Castanea e ieri in via del Santo, oggi l’emergenza, per niente cessata, continua ad interessare l’hinterland e la provincia. Da stamattina i vigili sono impegnati a Mezzana, in contrada Mulinello, Saponara, e Lipari, sul monte Rosa (nella foto). Le notizie su questi ultimi focolai sono ancora parziali, le squadre li stanno affrontando da poche ore e non si capisce ancora l’entità dei danni e le potenzialità di diffuzione del fronte del fuoco. Intanto si attende la ratifica dello stato di calamità naturale, chiesto ieri dal sindaco Francantonio Genovese, da parte del governo nazionale. In arrivo probabilmente doani, insieme a fondi extra, uomini e mezzi. Inevitabile in queste ore, davanti al disastro ambientale che si sta compiendo, riflettere sulle carenze in fatto di prevenzione a politica del territorio. L’ingegnere Bruno Manfrè, della Protezione civile, ha dichiarato: «Si dovrebbe provare a rinforzare il personale e le strutture. Ma soprattutto si dovrebbe perseguire una politica del territorio più adatta alle esigenze dei rischi causati dall’impatto urbano. Si edifica dappertutto e non si prendono in considerazione le adeguate contromisure dal punto di vista territoriale». Manfrè ha fatto riferimento alla gestione dei torrenti, pericolosamente umanizzati: «Parcheggi dentro al torrente: san Michele è un parcheggio. Esistono anche diverse unità abitative alle quali è possibile accedere solo attraverso il torrente. Ma è una situazione di alto rischio: nel ’98 una piena trascinò via macchine ma anche persone. Con la riduzione della zona verde della città il trasporto solido a valle non essendoci più alberi e vegetazione, trascina materiale che erode il versante nel torrente, i detriti si accumulano e così le acque straripano. Bisogna riprendere subito questa situazione. Predisporre prima di tutto un incremento di

vegetazione».