Il tratto a doppio senso di marcia, fra gli svincoli di Rometta e Milazzo, ha già provocato parecchie vittime. Una vecchia inchiesta è stata archiviata.
Sarebbe stato l’asfalto bagnato a provocare l’incidente che ieri pomeriggio è costato la vita all’impiegata postale messinese Natala Soraci, 45 anni. Sposata e con tre figli si stava recando al lavoro a Barcellona e come ogni giorno aveva imboccato l’autostrada Messina-Palermo a Rometta.
Secondo la ricostruzione della Polizia Stradale la donna, giunta all’inizio del micidiale tratto a doppio senso di marcia, ha frenato per rallentare. Ma l’asfalto viscido ha fatto slittare la sua Citroen C1 che è andata in testa coda e si è schiantata contro un tir Scania che giungeva sulla corsia opposta. Natala Soraci è morta sul colpo ed il sostituto procuratore Vincenzo Cefalo ha ritenuto inutile eseguire l’autopsia ed ha disposto la restituzione del corpo ai familiari.
Lo stesso magistrato ha disposto il sequestro dei due mezzi ed iscritto sul registro degli indagati l’autotrasportatore Domenico Zirilli, 44 anni di Reggio Calabria con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Solo un atto dovuto poiché non sembrano emergere responsabilità a carico del camionista. L’uomo è stato già sentito dalla Polizia Stradale ed ha confermato che è stata la Citroen a schiantarsi contro il suo tir.
Restano da eseguire degli accertamenti sull’efficienza dei due mezzi e sulla velocità alla quale procedevano. Ma l’incidente di ieri ha nuovamente scatenato le polemiche sulle condizioni di sicurezza nel tratto a doppio senso di circolazione fra gli svicoli di Rometta e Milazzo. Una situazione che va avanti ormai da nove anni e che ha già causato diverse vittime. Il tratto di autostrada è chiuso per via di una querelle fra il Consorzio Autostrade Siciliane ed RFI. Durante i lavori di realizzazione del raddoppio ferroviario si verificarono delle infiltrazioni d’acqua all’interno della galleria Tracoccia e dei cedimenti del terreno. Il tratto di strada fu chiuso al traffico e da allora il contenzioso ha impedito qualsiasi tipo d’intervento. Nel gennaio del 2006 tre operai messinesi, diretti alla Raffineria di Milazzo, morirono in uno scontro frontale fra la loro Peugeot 306 ed una Renault Megane. Il sostituto procuratore Vito Di Giorgio aprì due inchieste, una sull’incidente, l’altra sulle condizioni di sicurezza di quel tratto di autostrada. Nel registro degli indagati finirono i vertici del Cas ma l’inchiesta non accertò responsabilità. Risultò, infatti, che il Consorzio aveva predisposto correttamente tutti i segnali di pericolo del caso. Non ci sarebbero state omissioni ed anche l’installazione dei -new jersey- sarebbe stata impossibile per due ragioni. Intanto perché avrebbero ristretto troppo le due corsie di marcia e poi perché avrebbero reso impossibile il passaggio dei mezzi di soccorso in galleria in caso di incidente. Da qui l’archiviazione per tutti gli indagati.
