L’intervento - Complesso ‘Poggio dei Pini’: ecco perché non si sarebbe dovuto costruire…

L’intervento – Complesso ‘Poggio dei Pini’: ecco perché non si sarebbe dovuto costruire…

L’intervento – Complesso ‘Poggio dei Pini’: ecco perché non si sarebbe dovuto costruire…

Tag:

mercoledì 28 Ottobre 2009 - 08:26

Parla un rappresentante del Corpo forestale della Regione Sicilia, Giovanni Tornesi, che in un lungo e dettagliato articolo fa un salto indietro nel tempo, fino agli ’80, e “rispolvera” alcuni degli aspetti più interessanti legati alla realizzazione degli edifici a ridosso della collina

A seguito dell’articolo pubblicato ieri sulle pagine di Tempostretto.it (vedi articolo in basso) in merito alla disastrosa condizione del complesso residenziale ‘Poggio dei Pini’, costruito in zona San Michele e alla disperata richiesta d’aiuto di una delle famiglie lì residenti, giunge l’intervento di Giovanni Tornesi. Tornesi, del Corpo forestale della Regione Sicilia, elenca, una dopo l’altra le motivazioni per cui, negli ormai lontani anni ’80, la Forestale aveva negato il nullaosta a procedere alla costruzione del complesso edilizio, senza tuttavia ottenere alcun riscontro da parte della ditta. “Questo perché – spiega Tornesi – la richiesta di nullaosta non fu preventiva bensì successiva all’inizio dei lavori…”

Sebbene in questi giorni tristi, per le tragedie di Giampilieri e dintorni, si parli di problemi idrogeologici, credo opportuno ricordare che gli elenchi del vincolo idrogeologico del Comune di Messina sono datati 1955/56; cioè ci sono da 50 anni, quindi anche se l’opinione pubblica ne ignorava l’esistenza, gli imprenditori edili, gli studi tecnici, gli amministratori della città, avrebbero dovuto avere questa conoscenza. In fondo gli elenchi non sono altro che delle cartine topografiche – al 25.000 – sulle quali sono segnati in rosso le aree interessate dal vincolo idrogeologico; inoltre alle stesse, è allegato un documento che descrive contrade e confini. Eppure, dalle dichiarazioni che i predetti operatori rilasciano alla stampa, pare che questo vincolo ed i problemi idrogeologici siano sorti di recente e per cause naturali. I fenomeni sono certo naturali, ma le cause sono perfettamente umane.

Ancora una volta – mi rendo conto della ripetitività – bisogna dire che le emergenze come quelle di “Poggio dei Pini” erano prevedibili e molte sono state previste, quindi è prevedibile che frane e smottamenti si ripeteranno – purtroppo – anche in futuro e non solo a San Michele.

Prendendo ad esempio “Poggio dei Pini”, ma è uno dei tanti casi, possiamo dire che è uno dei tanti progetti di espansione urbana degli anni ottanta, quando ancora il vincolo idrogeologico era sconosciuto o al quale si dava scarso valore tecnico – ne sono stato testimone; comunque nessuna impresa edile era disposta a spendere tante lire per le opere di difesa degli edifici costruiti a ridosso, quando non dentro, dopo scavi e sbancamenti, delle colline messinesi.

In quegli anni, il progetto “Poggio dei Pini” fu sottoposto al Corpo Forestale – allora Comando Distaccamento di Camaro inferiore – per ottenere il nulla osta idrogeologico. Se la memoria non inganna, la richiesta di nulla osta non fu preventiva, ma successiva all’inizio dei lavori.

Avvenne quello che avveniva sempre e che avviene anche adesso troppo spesso. Le Guardie Forestali di Camaro rilevarono che l’edificio sarebbe stato troppo vicino alla parete della collina che era stata scavata per realizzare l’area per l’edificazione. Rilevarono che la parete soprastante al futuro edificio, non assicurava alcuna stabilità. Valutarono che per assicurare una stabilità accettabile della parete delle collina era necessario realizzare delle opere di consolidamento. I rilievi del Corpo Forestale condussero alla negazione del nulla osta. Fra l’altro non era stata rispettata la distanza prevista dal bosco collinare. Ma, i lavori di scavo e sbancamento erano già iniziati, le opere di consolidamento necessarie sarebbero costate più dell’immobile. Sta di fatto che la ditta continuò ad edificare. Chi diede il nulla osta?

A questa domanda, come alla tante altre simili, non possiamo dare risposta e, a dire il vero, la risposta non cambierebbe le cose di una virgola; i problemi dei cittadini che abitano nei tanti “Poggio dei Pini” sparsi per le colline della città, rimarrebbero tali e quali.

Guardando le foto di Dino Sturiale pubblicate da TEMPOSTRETTO sono evidenti: l’inconsistenza delle opere di difesa degli edifici; la vicinanza delle stesse abitazioni alla parete scavata, la soppressione del bosco di pini che insisteva sulla collina, distrutto dagli incendi. Va rilevato che la distanza fra la collina e le abitazioni ha già creato pericolo anche quando – 2007 – si è incendiato il bosco.

Cosa fare? Spostare gli edifici ad una distanza di sicurezza per le frane e gli incendi? Non è possibile. Fare evacuare le case? Non è possibile. Realizzare delle opere per mettere in sicurezza gli abitanti di “Poggio dei Pini”? Non è più possibile perché comporterebbe la soppressione di parte degli edifici, almeno 10 metri dalla parte della collina; ammesso che ci fossero i soldi e che i cittadini volessero “stringere” la loro casa.

E allora che fare?

Aspettare che si verifichino altri Giampilieri, “Poggio dei Pini” e così via.

Continuare a fare sacrifici umani agli dei di tutti: interesse, ignoranza, raccomandazione, ecc..

Però avremo il ponte. Caporale aveva torto, il ponte collegherà due pozze di fango, magari con qualche cadavere qua e là.

Giovanni Tornesi

(foto Dino Sturiale)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007