-Lucia Natoli è bruciata sul rogo della superficialità, dell'approssimazione e della scorrettezza-

-Lucia Natoli è bruciata sul rogo della superficialità, dell’approssimazione e della scorrettezza-

-Lucia Natoli è bruciata sul rogo della superficialità, dell’approssimazione e della scorrettezza-

mercoledì 12 Settembre 2007 - 11:54

Il giorno dopo la sentenza del tdl che ha scarcerato uno dei due presunti responsabili del roghi di Patti, parla la dottoressa Luisa Barbaro, che affida ad un lettera il ricordo dell'amica Lucia Natoli

Ieri la notizia della scarcerazione di Valerio Lamancusa, 31 anni, uno dei due fratelli accusati di essere i presunti responsabili dell’incendio che il 21 agosto a Patti distrusse l’agriturismo -Il rifugio del falco- e causò la morte di 5 persone. Tra le vittime Lucia Natoli, direttore dll’ufficio minorile del tribunale dei Minori, ma soprattutto amica della dottressa Luisa Barbaro. In una lettera della professionista il ricordo dell’amica e la rabbia per -una tragedia che si poteva evitare-.

“Sono troppe la cose che vorrei, dovrei dire su Lucia; quasi quarant’anni di appunti di una vita in comune, nella piena condivisione di gioie e dolori.

Una sorta di simbiosi emotiva, che mi si ripresenta attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, in una escalation di immagini, voci, ricordi che non possono abbandonarmi.

Ho sentito Lucia al telefono poco prima che partisse per quel viaggio senza ritorno; mi ha dato appuntamento al pomeriggio di quel maledetto giorno per spedire alcuni dei nostri lavori in itinere.

Io e Lucia lavoravamo a quattro mani, lei credeva fermamente nel mio lavoro e io nel suo, nel significato preventivo e sociale che assumono.

Rigorosa nella vita e nella professione, impegnata a sostegno delle nostre famiglie, che erano diventate una sola. Non a caso, al tavolo della festa per i miei 50 anni non c’erano mio padre ed i miei più stretti familiari, ma Lucia con i suoi cari.

Pensavamo di privarci dei nostri adorati figli unici, per mandarli fuori dalla nostra città, che ci è sempre sembrata priva di civiltà, di pulizia, di responsabilità; –“non ti preoccupare Luisa, vorrà dire che viaggeremo per Roma e Milano-. Diceva che avremmo dovuto partire noi, da giovani, piuttosto che separarci adesso, con immenso dolore ,dai nostri figli.

Da anni la nostra esistenza scorreva su binari paralleli, progetti, sogni di lavoro, vita, salute e vecchiaia. Lucia per me era un punto fermo, la sua preziosa presenza, la sua amicizia era per me una costante…Diceva “Io sono certa di campare fino ad 88 anni, ho preso da mia madre, quindi tu, Luisa, non farmi brutti scherzi-.

La sua morte, quindi, mi dimostra che nulla deve essere scontato; la sua scomparsa suona come un potente schiaffo nella mia vita, come un tuono che mi urla in faccia tutta la nostra fragilità e la nostra impotenza .

Ironia della sorte, proprio lei che ogni giorno si confrontava con ragazzi con problemi vari per aiutarli a redimersi e con le alte istituzioni per garantire impegno quotidiano per la prevenzione, per l’efficienza, ha perso la vita uccisa da ciò contro cui combatteva; è bruciata sul rogo della superficialità, dell’approssimazione e della scorrettezza.

Poco prima di morire mi ha detto :-Ho fatto un biglietto di andata senza ritorno-, e così è stato.

Sono piena di rabbia, non riesco a darmi pace, sono assolutamente certa che si è trattato di una tragedia che poteva e doveva essere evitata.

Ascoltando i racconti dei sopravvissuti mi sono fatta idee molto precise, ho tratto conclusioni meditate che mi portano a scagliarmi come una belva sui responsabili, nessuno escluso, potenti o semplici balordi che siano. Attendo giustizia e non perdono; una giustizia che ci è dovuta, per credere che non tutto è perduto-.

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