Mili San Pietro in cima alla priorità delle emergenze: l’eco della denuncia rimbomba ora tra le colline “sgretolate” della vallata

Mili San Pietro in cima alla priorità delle emergenze: l’eco della denuncia rimbomba ora tra le colline “sgretolate” della vallata

Mili San Pietro in cima alla priorità delle emergenze: l’eco della denuncia rimbomba ora tra le colline “sgretolate” della vallata

lunedì 07 Marzo 2011 - 08:08

Cliccando in basso il video realizzato nel novembre 2009 dalla “Libera associazione giovanile, proteggiamo la Natura” di Mili. Il presidente Sebastiano Busà: «Avevamo mostrato queste immagini ai consiglieri di quartiere che però non hanno fatto nulla. Nelle prossime settimane ci faremo sentire, ci sono responsabilità ben precise»

Dopo il verificarsi di fatti come quello del 1.marzo, è facile il rischio del cadere nello scontato utilizzando la tipica espressione cassandriana del “Io lo avevo detto”. L’abitudine a prevedere le disgrazie, per quando in certi casi possa servire da monito, non sempre consente di raggiungere l’obiettivo sperato, mettere cioè una “pulce nell’orecchio” a chi dovrebbe occuparsi e preoccuparsi della vita e dell’incolumità pubblica di ciascun cittadino. Quando le parole di “avvertimento” sono però supportate da immagini che -fotografano- lo sgretolamento di una collina nei suoi punti critici, rimane però ben poca giustificazione.

E’ il caso del villaggio di Mili San Pietro, tra i più colpiti dal nubifragio della scorsa settimana, finito sulle pagine delle cronache nazionali per quella impressionante sequenza di fotogrammi che ha immortalato la furiosa discesa verso valle di un fiume d’acqua e macchine, trascinate via come fossero fuscelli. Una violenza cieca ed inaudita che gli abitanti di quella frazione collinare, non in veste di improvvisate “Cassandre” ma in qualità di profondi conoscitori di quel territorio, avevano appunto previsto. Lo testimonia il video girato nel novembre del 2009, quando ancora fresca era la ferita per i morti di Giampilieri e dintorni, girate dai componenti dell’associazione “Centro Turistico Giovanile”, organizzazione nazionale di promozione sociale che si occupa di cultura, turismo sociale, conoscenza del territorio, tutela dell’ambiente e creazione di spazi per i giovani. Una realtà presente a Mili dal 1975 ed organizzata nel gruppo “Libera associazione giovanile, proteggiamo la Natura”, che nel corso degli anni si è distinta per diverse campagna di sensibilizzazione tra cui il recupero della Chiesa Normanna del villaggio.

Ma torniamo alle immagini che avrete modo di vedere cliccando in basso: «Il video e’ stato realizzato durante uno dei tanti percorsi di trekking che organizziamo per conoscere il territorio – ci spiega il presidente Sebastiano Busà – Si riferisce alla parte alta, lato monte rispetto a Mili S. Pietro, del torrente Mili ed alle zone immediatamente vicine. In tempi non sospetti – l’ultima seria alluvione, prima delle frane del 25 Febbraio e dell’alluvione del 10 Marzo 2010, era avvenuta nel 1994 – abbiamo documentato come interi costoni erano pronti a franare direttamente nel letto del torrente Mili, con il rischio che non soltanto la strada che gli corre a fianco e che giunge in montagna ed al santuario collinare di S. Sostene venisse giù, ma che la grande massa di detriti si riversasse, attraverso il torrente e la strada a fianco, in paese».

Rischio puntualmente diventato realtà la notte del 1.marzo: «Ieri abbiamo avuto modo di fare un sopralluogo – continua Busà – ed il torrente è irriconoscibile: i detriti hanno invaso la strada accanto ed hanno rialzato pericolosamente il livello del letto in alcuni punti anche di 3 metri, con il rischio che alla prossima forte pioggia tutta questa massa venga trascinata a valle. Non abbiamo avuto modo di mostrare il video agli amministratori, che però a livello locale (consiglieri di quartiere ndr) conoscevano bene il problema e non hanno mai fatto nulla, nemmeno attraverso i loro referenti politici, perché si procedesse anche solo alla rimozione degli inerti». Parole pesanti che tirano in ballo anche gli “eletti”, nel senso più letterale del termine, che dovrebbero vivere e conoscere alla perfezione il territorio e tutte le sue criticità da far presenti a chi invece abita i corridoi dei Palazzi e vive meno la strada.

«Con i giovani di Mili – continua il presidente dell’associazione – abbiamo intenzione, passata la prima fase dell’emergenza, di fare il punto su quello che sarà stato fatto e di iniziare una forte azione di denuncia rispetto alle gravi responsabilità politiche, anche di “personaggi” locali, che hanno permesso che accadesse quanto avvenuto qualche notte fa. Vorremmo che emergesse chiaramente come gran parte delle responsabilità sono attribuibili a quanti negli anni passati hanno ricoperto incarichi istituzionali, e soprattutto ci auguriamo che la gente inizi a tenere gli occhi ben aperti su quelli che, speriamo, saranno i lavori di messa in sicurezza». Elena De Pasquale

CLICCANDO IN BASSO IL VIDEO-DENUNCIA

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