Si tratta della seconda richiesta di rinvio a giudizio nel giro di pochi mesi. Il processo, infatti, è ricominciato da zero a causa della legge ex Cirielli
I sostituti procuratore della DDA di Messina, Giuseppe Verzera e Fabio D’Anna e della Procura di Barcellona Francesco Massara, per la seconda volta nel giro di pochi mesi hanno chiesto il rinvio a giudizio dei sei indagati dell’operazione antimafia “Pozzo”. La nuova richiesta nasce dal caos provocato dalla legge ex Cirielli che aveva stabilito che per i reati di mafia erano competenti a giudicare non più i Tribunali ma le Corti d’Assise. Successivamente il Governo era dovuto correre ai ripari ed il 12 febbraio scorso ha varato un decreto legge correttivo dirottando nuovamente la competenza sui Tribunali. Ma nel frattempo il processo scaturito dall’operazione “Pozzo” era già approdato in Corte d’Assise e così il 24 marzo scorso il presidente Salvatore Mastroeni non ha potuto far altro che astenersi e rimettere tutti gli atti ai pm che hanno dovuto riavviare l’iter fin dall’inizio. Oggi Verzera, D’Anna e Massara hanno chiesto il rinvio a giudizio per il boss dei barcellonesi Carmelo D’Amico, per il padrino dei mazzarroti, Tindaro Calabrese, per Antonino Bellinvia, Antonino Calderone, Gaetano Chiofalo e Mariano Foti. L’accusa per tutti è di associazione mafiosa mentre Bellinvia, Chiofalo e Foti devono rispondere anche di tentata estorsione ai danni di un imprenditore edile del barcellonese. L’operazione “Pozzo” era scattata nel gennaio del 2009. I Carabinieri arrestarono i vertici della mafia barcellonese ed alcuni fiancheggiatori che gestivano le estorsioni ai danni di imprenditori della zona ed alcune attività commerciali.
