Tra i vari compiti attribuiti all’Ufficio “messinese” del Commissario Delegato, quello di monitorare l’operato dei soggetti preposti all’esecuzione degli interventi sul territorio. Manfrè: «Agiremo di concerto con l’Ufficio centrale di Palermo e con le altre strutture presenti sul territorio».Su APPROFONDIMENTO alcune precisazioni dell'ing. Manfrè
Si aggiunge un altro tassello al puzzle delle strutture tecnico-organizzative che dal primo ottobre si occupano di gestire l’emergenza e il post-emergenza dell’alluvione di Giampilieri, Briga, Scaletta, Altolia e Molino. Ad operare direttamente sul territorio una nuova cabina di regia che risponde ai “comandi” dell’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza Raffaele Lombardo: «L’istituzione di questa nuova struttura in realtà era già prevista nell’ordinanza ministeriale ma ora che si comincia ad entrare nella fase operativa dei primi interventi di messa in sicurezza, l’ing. Lo Monaco ha ritenuto opportuno creare una sede sul territorio». A spiegarcelo proprio il “diretto interessato” Bruno Manfrè, dirigente responsabile della Protezione Civile di Messina, incaricato di organizzare e coordinare il lavoro dell’’ufficio insieme con le strutture già presenti, prima fra tutte quella del soggetto attuatore.
«Ci troviamo in una fase assolutamente iniziale per cui stiamo cercando di capire passo passo come organizzare il nostro lavoro di concerto con gli altri responsabili: il nostro compito sarà quello, in linea con quello che è il ruolo dell’Ufficio Commissariale centrale a Palermo, di monitorare l’attività dei vari enti che stanno operando per affrontare il dopo alluvione, con particolare attenzione verso i soggetti preposti all’esecuzione delle opere». Cinque i componenti della sede messinese ma, come specifica Manfrè, «se necessario potremo sicuramente contare sull’operato dei componenti di altri reparti».
Tra i vari incarichi del nuovo Ufficio Operativo del Commissario Delegato anche quelle di riordinare e, dove sarà necessario, “rivedere” la perimetrazione del territorio colpito dal nubifragio, nelle ormai famose zone verdi, gialli, rosse e viola, che tanto ha fatto e continua a far discutere. L’ing. Manfrè è infatti a conoscenza delle “disfunzioni” registrate nella cartografia redatta proprio dai tecnici nominati da Lombardo Enrico Foti, Michele Maugeri (dell’Università di Catania) e Nicola Casagli (dell’Università di Firenze), e sulla base della quale il soggetto attuatore ha firmato anche le prime ordinanze di rientro nelle zone verdi, cioè fuori pericolo: in molti casi, infatti, come raccontatovi nelle scorse settimane, si è scoperto che alcune delle aree considerate sicure sorgono a pochi metri di distanza da una “macchia viola”, o viceversa una “macchia viola” è circondate “dal verde”. Ma di “punti oscuri”, nonostante i colori, su quelle carte ce ne sono diversi: tra questi il caso di una donna, attualmente alloggiata all’hotel Paradise, la cui casa, tra Pezzolo e Ponteschiavo, pur risultando tra gli edifici che gli ingegneri volontari, giunti in massa nei luoghi alluvionati subito dopo l’emergenza, avevano classificato inagibili, manca all’appello nella perimetrazione delle zone a rischio. Per tutta risposta, visto che ora più che mai sembra valere il detto “carta canta”, la signora è stata gentilmente invitata ad abbandonare l’albergo perché la sua casa non risulta danneggiata, anzi per la precisione risulta collocata in “zona bianca”.
«A scanso di equivoci – ci spiega Manfrè – va precisato che la perimetrazione effettuata per suddividere le varie zone colpite dal nubifragio, costituisce più un punto di riferimento per i progetti di intervento che adesso verranno iniziati e per cercare di individuare, nell’immediato, come ci si sarebbe dovuti muovere su un territorio che risultava ancora fortemente a rischio. Adesso inizia una nuova fase in cui, grazie anche all’ausilio del lavoro di “schedatura” effettuato dagli ingegneri volontari che hanno classificato i vari edifici in base alle condizioni di maggiore o minore agibilità, analizzeremo i singoli casi, comprese eventuali “particelle” mancanti. Ciò significa che sarà però aspettare dei naturali e necessari tempi tecnici».
E parlando proprio di tempi, stavolta però più brevi, Manfrè aggiunge: «Venerdì procederemo con due primi interventi. Quello sulla strada provinciale 133 per eliminare i muretti che il giorno dell’alluvione hanno ostacolato il deflusso delle acque e quello sull’impianto fognario nella zone di Guidomandri che risulta danneggiato». Sarà dunque un lavoro complesso e certosino quello svolto dall’Ufficio Operativo del Commissario Delegato che, grazie alle strutture di cui si compone, Segreteria, Settore Contratti e Contabilità, Settore Tecnico, e di concerto con gli uffici già operanti sul territorio, si spera possa colmare alcune “fisiologiche” disfunzioni organizzative nella gestione del post-alluvione.
(foto Dino Sturiale)
