Sequestrato il cantiere e disposta l'autopsia. L'inchiesta è ancora contro ignoti
Morire a 17 anni in un cantiere edile. I Carabinieri di Taormina stanno indagando sulla morte bianca che ha colpito il giovanissimo operaio di Gaggi, Giuseppe Caprino. Sono tanti gli aspetti da chiarire. Intanto le cause della morte, poi la sua posizione lavorativa, lui che era figlio del titolare dell’impresa edile che stava eseguendo lavori di pavimentazione di una piscina.
Il sostituto procuratore Adriana Sciglio ha aperto un fascicolo contro ignoti per far luce sulla morte di Giuseppe, fulminato, ieri pomeriggio, da una scarica elettrica che non gli ha lasciato scampo.
I Carabinieri hanno già sequestrato il cantiere e l’intera attrezzatura. Bisogna capire se la scarica mortale sia partita da un cavo lasciato avventatamente scoperto o da un attrezzo non funzionante. Il giovane si è subito accasciato ed è morto poco dopo sull’ambulanza che lo trasportava all’ospedale Sirina.
Ma c’è un altro punto sul quale la Procura vuol fare chiarezza e riguarda la posizione lavorativa del ragazzo. Giuseppe era uno studente di scuola superiore e dunque non lavorava stabilmente nell’impresa edile. Solo in estate, durante le vacanze, aiutava il padre nello svolgimento di alcuni lavori. Voleva imparare il mestiere perché avrebbe voluto proseguire l’attività del padre. Su questo aspetto sta effettuando accertamenti anche l’Ispettorato del lavoro di Messina.
Intanto il sostituto procuratore Sciglio ha disposto l’autopsia che sarà eseguita all’obitorio del Policlinico.
