Le federazioni di Cgil, Cisl e Uil annunciano due forti iniziative di denuncia per il mese di ottobre
L’abolizione dell’albo dei medici di base e l’ampliamento consistente del numero degli specialisti del Servizio Sanitario Nazionale sono, ad avviso delle Federazioni dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil le prime due misure da adottare per ridare fiducia ai cittadini e riconciliarli con il sistema sanitario nazionale.
Dall’analisi svolta dalle segretarie provinciali emerge che la tradizionale figura del medico di famiglia quale riferimento per l’assistito non esiste più, anzitutto a causa di un numero di assistiti che è il triplo rispetto a quello che può essere seguito con ragionevole attenzione.
Anche le visite specialistiche (o gli accertamenti diagnostici i cui tempi di attesa spesso non si conciliano con l’urgenza di chi soffre e perciò sono mille miglia lontani dalla prevenzione) risentono di superficialità al punto da costringere i pazienti a cercare la visita a pagamento. Conseguenza di tutto ciò è sfiducia, costi aggiuntivi per circa 1000 euro l’anno, intasamento dei pronto soccorso, fuga in altre regioni dove il servizio pubblico presenta una migliore accoglienza ed una maggiore affidabilità.
Anche per queste ragioni SPI, FNP e UILP di Messina chiedono una reale svolta al governo regionale in direzione della costruzione di una nuova sanità ( che non ruoti più attorno agli addetti o che sia fonte di fortune politiche e di arricchimenti per pochi) che parta dal cittadino e dalle comunità locali ridando serenità e autentica assistenza sanitaria così come era nello spirito e nella lettera della legge di riforma che trenta anni fa rese il nostro Paese fra i più avanzati sul versante della protezione sociale.
Un altro “affondo” i sindacati confederali dei pensionati di Messina l’hanno rivolto all’assistenza e in particolare al Comune di Messina, capofila del Distretto socio-sanitario, che a tutt’oggi, dopo più di tre mesi dalla prima scadenza, non è stato ancora capace di definire il piano di zona mettendo così a rischio i finanziamenti per i prossimi anni. Inoltre, afferma il sindacato, continua a far gestire gli inadeguati servizi esistenti alle solite cooperative eludendo i percorsi legali e senza controlli di qualità.
Peggio ancora – conclude la nota – è la trasparenza e l’informazione: pressoché sconosciuti sono infatti i servizi esistenti e comunque negli uffici comunali non si riesce ad avere una “carta dei servizi” con i requisiti necessari per accedere ad essi e le procedure da seguire per ottenerli; tutto ciò presumibilmente per inefficienza o per poterli gestire in maniera clientelare e spacciare quindi per favore ciò che è un diritto.
SPI, FNP e UILP annunciano per il mese di ottobre due forti iniziative di denuncia documentata sui buchi della sanità e dell’assistenza ma anche di proposte circa i correttivi e le risposte positive che la popolazione anziana si attende.
