Operazione lampo dei Carabinieri dopo la denuncia del titolare della Cosedil
MESSINA – Operazione in corso sul pizzo a Fondo Fucile in videochiamata dalle carceri. Il pizzo nei luoghi del risanamento messinese ai danni di Cosedil S.p.A, che ha denunciato il tentativo d’estorsione. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Messina hanno arrestato il 24enne Giovanni Aspri, il 39enne Giuseppe Surace e il 34enne Salvatore Maiorana (ultimi due nella foto)
I reati sono tentata estorsione e uso dei cellulari in carcere. Nel linguaggio giuridico, “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”. Reati aggravati dal metodo mafioso e dall’impiego di un minore. All’impresa era stata chiesta una “messa a posto” da 250 mila euro.
Aggiornamenti in corso.
La vicenda è emersa la scorsa settimana. E il sindaco di Messina Federico Basile ha ricevuto a Palazzo Zanca Gaetano Vecchio (nella foto in basso), presidente di Confindustria Sicilia e amministratore delegato di Cosedil. Un incontro per “ribadire il sostegno delle istituzioni alle imprese che denunciano e l’impegno comune per la legalità e la tutela del tessuto produttivo”.

L’imprenditore: “Un’estorsione 4.0 con i telefonini ma la risposta è stata immediata ed efficace”
Ha raccontato l’ad di Cosedil: “Voglio innanzitutto esprimere la mia profonda gratitudine ai nostri collaboratori, che ogni giorno nei cantieri ci consentono di lavorare a schiena dritta, applicando con rigore i protocolli di legalità. La storia della nostra famiglia parte da lontano, ma è grazie a loro se questi valori si traducono in comportamenti concreti. Si è trattata di un’estorsione 4.0, fatta con i telefonini. Sembrerebbe anche dal carcere. Almeno così emerge dalla stampa. Devo dire che senza la prontezza dei nostri collaboratori, che seguono delle direttive precise, e soprattutto senza la grande capacità investigativa dei carabinieri, non sarebbero stati presi”.
“Bisogna tenere la schiena dritta perché lo Stato è presente”
Ha continuato Vecchio: “Il messaggio è che lo Stato esiste. E soprattutto devo dire ai miei colleghi, come ammistratore delegato di Cosedil e specialmente come presidente di Confindustria Sicilia, che la strada è questa. Bisogna tenere la schiena dritta perché lo Stato è presente. E perché l’estorsione deve essere debellata come metodo culturale. Perché è un metodo basato sulla paura. E se non c’è paura, perché forze dell’ordine e Procura funzionano, il fenomeno si elimina da solo. In un momento storico come questo, in cui gli investimenti in città sono importanti, è corretto e fondamentale che tutti facciamo la nostra parte. L’amministrazione ci è accanto. Per noi è un segnale importante perché è il sistema che deve funzionare nel suo complesso”.
