«Sono stato sequestrato nel porto di Messina». La testimonianza di un cittadino

«Sono stato sequestrato nel porto di Messina». La testimonianza di un cittadino

Redazione

«Sono stato sequestrato nel porto di Messina». La testimonianza di un cittadino

giovedì 18 Dicembre 2008 - 09:04

Nicola Zanghì “prigioniero- dei tornelli Caronte&Tourist

Di seguito riportiamo la testimonianza di un cittadino che di ritorno da un viaggio di lavoro da Catanzaro, è stato “sequestrato- da uno zelante lavoratore della Caronte&Tourist che gli ha impedito di oltrepassare i tornelli perché, a suo avviso, “sprovvisto- di biglietto.

Grazie ai tornelli installati di recente alla rada di San Francesco,oggi pomeriggio intorno le 18, per via di una spiacevole coincidenza, sono stato praticamente sequestrato dentro l’area del porto. Tornavo da Catanzaro insieme ad un collega (viaggio di lavoro) su un’auto che è stata fermata dalla Guardia di Finanza, proprio subito dopo l’uscita dalla Caronte. Finito il controllo di routine, decido di scendere dall’automobile e uscire dal porto a piedi: la mia auto si trovava nei pressi del Conad, mentre il collega doveva proseguire verso il Boccetta, una soluzione utile per entrambi. Arrivato di fronte ai tornelli (era la prima volta che li vedevo, ne avevo solo sentito parlare), l’addetto mi chiede di inserire il biglietto per uscire. Faccio presente che sono sceso dall’auto e che il biglietto è rimasto li. L’uomo mi invita ad andare a prendere comunque il biglietto ed uscire. Corro verso il collega che stava gia partendo, ma non riesco a fermarlo, urlo addirittura, pur di avere il biglietto. Torno dall’uomo visibilmente amareggiato per l’accaduto, ma non vuol sentir ragione e mi invita ad esibire il biglietto, che ovviamente non ho. Spiego cortesemente la situazione, ma nulla. Parecchio innervosito, spazientito, vedendomi SEQUESTRATO entro un’area che ovviamente NON è privata, pur di uscire scavalco dal cancelletto per i disabili. L’uomo sa solamente dirmi -fai come vuoi… fai come vuoi-. Mi domando: perchè permettiamo questo? Perchè permettiamo che vengano calpestati i nostri diritti? La Sicilia è nostra. La Sicilia è mia. Ho sempre creduto che il lavoro servisse a migliorare le condizioni della comunità, non a rendere privato ciò che è di tutti. Affranto, amareggiato, vi scrivo questa email, sperando che qualcuno con un pò di buon senso, possa far un pò di luce su ciò che di grave accade nella nostra città.

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