Trovato il quarto corpo nel cimitero della mafia di Mazzarrà S.Andrea

Trovato il quarto corpo nel cimitero della mafia di Mazzarrà S.Andrea

Trovato il quarto corpo nel cimitero della mafia di Mazzarrà S.Andrea

mercoledì 19 Gennaio 2011 - 11:47

I Vigili del Fuoco hanno riportato alla luce i resti di un'altra vittima della lupara bianca

A poco a poco si sta completamente scoperchiando il pentolone di una delle più grandi tragedie della storia della mafia messinese. Dal greto del torrente Mazzarrà è emerso il quarto cadavere del cosiddetto “Cimitero della mafia” in cui gli spietati killer del clan dei Mazzarroti nei primi anni novanta seppellivano le vittime di regolamenti di conti o raid punitivi.

Giovani chiamati a pagare con la vita sgarri o comportamenti che nel codice della criminalità sono ritenuti imperdonabili. E di loro per più di 20 anni non si è saputo più niente. Finchè una fonte confidenziale ha cominciato a svelare agli inquirenti i retroscena di quei drammatici anni. E finora tutte le sue indicazioni si sono rivelate esatte. Ieri l’escavatore dei Vigili del Fuoco ha ritrovato dei resti umani ed alcuni effetti personali presumibilmente appartenuti alla vittima. Ora toccherà ai Carabinieri del Ris, grazie all’esame del Dna, stabilire l’identità della quarta vittima della lupara bianca trovata nel cimitero della mafia.

Per ora si ha contezza solo dell’identità dei primi due corpi ritrovati all’inizio dell’anno. Appartengono a Natalino Perdichizzi, scomparso da Mazzarrà il 23 luglio del 97 e ad Antonino Ballarino sparito da Basicò il 23 marzo del 93. Ancora non è stato attribuito un nome, invece, al terzo corpo riemerso nei giorni scorsi dopo essere stato sepolto in un terreno di Novara di Sicilia, vicino ad una villa patronale. A questo punto il corpo trovato ieri dovrebbe appartenere ad una delle tre persone ancora ricercate: Alberto Smecca di Barcellona, scomparso il 9 aprile del ‘92, Alessandro Maio di Rodì Milici, sparito il 15 febbraio del ‘93, Vincenzo Sofia di Falcone scomparso il 7 novembre del ‘91. E, intanto, nel greto del torrente anche oggi si continua a scavare sotto gli occhi dei Carabinieri che operano incessantemente da giorni coordinati dalla DDA di Messina. La fonte confidenziale continua a riempire pagine di verbali e a fornire preziose indicazioni sui circa trenta casi di lupara bianca che si sono verificati nella zona dal 1990 ad oggi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007