Truffa aggravata di Bnl ai Comuni di Messina e Taormina: sequestrati 17 milioni di euro alla banca

Truffa aggravata di Bnl ai Comuni di Messina e Taormina: sequestrati 17 milioni di euro alla banca

Truffa aggravata di Bnl ai Comuni di Messina e Taormina: sequestrati 17 milioni di euro alla banca

giovedì 12 Maggio 2011 - 12:31

Nel mirino della Procura e della Guardia di Finanza i contratti di finanza derivati stipulati dai due enti pubblici con la BNL. L'istituto di credito però non avrebbe avvisato i funzionari comunali dei gravi rischi economici ai quali andavano incontro i due comuni. Otto le persone indagate per truffa aggravata

L’inchiesta sulla cosiddetta “finanza derivata” e cioè sulle clausole occulte che avrebbero causato un grave danno economico ai Comuni di Messina e Taormina ha scritto oggi una pagina molto importante. Il gip Maria Vermiglio, accogliendo le conclusioni alle quali sono giunte il procuratore capo Guido Lo Forte ed il sostituto della Dda Vito Di Giorgio, ha disposto un sequestro preventivo per equivalente per oltre 17 milioni di euro alla Banca Nazionale del Lavoro con l’accusa di truffa aggravata. Si tratta, in sostanza, de danno economico che l’istituto di credito avrebbe provocato ai due enti locali. Ad eseguire il sequestro gli uomini del Gico della Guardia di Finanza che da oltre due anni stanno lavorando a quest’inchiesta. L’operazione “Over the counter” non è altro che la prosecuzione dell’indagine avviata nel 2009 dallo stesso sostituto Di Giorgio. Un fascicolo nel quale risultavano già indagate la stessa Bnl, due dirigenti dell’istituto di credito, il responsabile della Direzione generale di Roma del settore Pubblica amministrazione, Giuseppe Pignataro, 53 anni, e il dirigente della Divisione Corporate, Roberto Antolini, 48 anni, e sei funzionari della filiale: Vincenzo Di Benedetto, 52 anni, di Malvagna; Fabio Cacia, 41 anni, di Catania; Angelo Squadrito, 53 anni, di Messina; Fabio Gallo, 43 anni, di Pescara; Carmelo Spina, 61 anni, di Sant’Alfio ed Edoardo Catalano, 51 anni, di Napoli. Per tutti loro l’ipotesi di reato è di truffa aggravata.

Al sequestro preventivo la Procura è giunta studiando, grazie all’ausilio di un consulente finanziario, i complessi meccanismi che regolano i contratti di finanza derivati. Tutto era iniziato nel 2002 quando i comuni di Messina e Taormina si ritrovarono a dibattersi in una grave crisi finanziaria e con debiti ormai dilaganti. L’indebitamento di Palazzo Zanca aveva raggiunto i 205 milioni di euro, quello del comune taorminese intorno a 7. Soldi dovuto alla Cassa Depositi e Prestiti ma in cassa non c’era un centesimo. Fu così che i due Comuni per rimodulare i debiti si rivolsero alla Bnl che all’epoca era anche consulente dei due enti pubblici. L’istituto propose la stipula di contratti di finanza derivata che avrebbero dovuto ridurre il costo finale dei debiti accesi a tasso fisso e l’esposizione ai rischi del mercato. In realtà si trattava di contratti a tasso variabile che risentivano molto dei flussi di mercato. E quando veniva superato un determinato indici gli interessi lievitavano a dismisura a tutto vantaggio della banca che, guarda caso, era proprio la Bnl cioè l’istituto consulente dei due comuni che aveva proposto la stipula di questi contratti.

Il nodo della vicenda consiste nel forte squilibrio informativo esistente fra le parti. Infatti alla minuziose conoscenze dei funzionari della Bnl si contrapponeva la conoscenza nulla degli amministratori comunali. L’accusa che viene mossa agli indagati è di non aver adeguatamente informato i Comuni degli effetti prodotti da questi contratti (costi occulti) e di non averli avvertiti quando i tassi superavano i livelli di guardia. Il raggiro starebbe proprio in questa mancanza d’informazione sui rischi futuri e nell’occultamento di costi e commissioni. E così dal 2002 al 2007 Messina e Taormina avrebbero accumulato rispettivamente un danno economico di 14 milioni e 230mila euro. L’inchiesta era stata avviata d’ufficio dalla Procura e solo in un secondo momento i comuni interessati sono intervenuti. Addirittura, dopo una consulenza tecnica disposta dal sostituto procuratore Di Giorgio, nell’ottobre del 2008 la stessa BNL, in quanto advisor dei due Comuni, in una perizia aveva riconosciuto che gli enti locali si erano esposti a perdite consistenti a seguito della lievitazione delle aliquote. Anche a seguito di queste conclusioni a cui è giunto l’istituto di credito il gip Vermiglio ha firmato il provvedimento di sequestro preventivo per 17 milioni di euro.

Intanto sulla vicenda Bnl ha emesso una nota in cui ritiene ”il provvedimento infondato e basato su una serie di fraintendimenti normativi e concettuali che saranno chiariti nelle sedi giudiziarie competenti. Nel confermare la correttezza dell’operato dei propri dipendenti” Bnl annuncia che ”impugnera’ il provvedimento con richiesta di riesame al Tribunale di Messina”. Bnl, ”che fin dall’avvio delle indagini ha collaborato con la massima trasparenza con gli inquirenti e fornito copiosa documentazione e consulenze tecniche, atte a dimostrare l’assoluta correttezza della propria operativita”’, conclude la nota, ”confida nell’esito positivo dell’intera vicenda processuale”.

(FOTO STURIALE)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007