Adesso è ricercato in tutto il mondo. Si fa sempre più difficile la posizione di Fabrizio Ingemi il 39enne bancario messinese che ha fatto perdere le tracce il 26 febbraio scorso. Sparito, scomparso nel nulla e con il sospetto che si sia portato via i risparmi di tanti correntisti della Banca Carige di via Amendola a Capo d’Orlando dove lavorava da qualche anno. Oggi, a 102 giorni dalla scomparsa, il Gip di Patti Maria Pina Scolaro, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Alessandro Lia ha spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti di Ingemi. Il bancario era statoselo denunciato per furto aggravato e continuato ma ora dovrà rispondere anche di truffa. Contemporaneamente alla firma del provvedimento sono scattate alcune perquisizioni domiciliari eseguite stamattina dagli agenti del commissariato di Capo d’Orlando. I poliziotti si sono recati a casa del 39enne a Capo d’Orlando e nelle abitazioni dei genitori e della sorella a Messina. L’obiettivo degli investigatori è di trovare tracce del bancario che secondo molti potrebbe essere scappato all’estero con il denaro. Ma in questa vicenda ci sono poche certezze. Una di queste è il dramma di decine di persone ai quali sono stati sottratti i risparmi di una vita. Lo hanno già accertato gli uomini della Guardia di Finanza che hanno passato al setaccio centinaia di conti correnti. La pista del riciclaggio di denaro è quella più accreditata dalle Fiamme Gialle che hanno quantificato in tre milioni di euro l’ammanco. C’è però il sospetto che si possa giungere anche a dieci milioni. Le denunce, intanto, continuano a fioccare ed hanno già toccato quota cinquanta. I truffati sono imprenditori e commercianti, c’è un assessore ed un consigliere comunale di Capo d’Orlando. Ma del lungo elenco fanno parte anche studenti e casalinghe e perfino la donna di servizio di Ingemi. Denaro ne è sparito davvero tanto ma sono scomparsi anche gioielli custoditi nelle cassette di sicurezza dell’istituto di credito orlandino. Intanto Polizia e Guardia di Finanza seguono un altro filone molto interessante. Nel corso delle indagini sono stati scoperti alcuni conti che sarebbero stati aperti alla Carige da Ingemi ed intestati a persone decedute. Gli investigatori stanno cercando di capire a cosa servissero questi conti. Intanto prende sempre più corpo l’ipotesi che il bancario avesse dei complici, persone fidate che lo avrebbero aiutato in questo piano diabolico e fin qui quasi perfetto. Un piano scoperto dai vertici della Carige che il 25 febbraio lo scorso lo convocarono a Palermo nella sede regionale della banca. Ingemi fu immediatamente sospeso ed il giorno dopo sparì senza lasciare alcuna traccia di se.
