Verso lo sciopero generale del settore della vigilanza: «Un esercito di lavoratori armati e disoccupati»

Verso lo sciopero generale del settore della vigilanza: «Un esercito di lavoratori armati e disoccupati»

Verso lo sciopero generale del settore della vigilanza: «Un esercito di lavoratori armati e disoccupati»

martedì 23 Novembre 2010 - 14:33

“Sicurpol”, “New Vigile Peloritano” e “Il Detective” accomunate da dure vertenze. L’Orsa scrive al prefetto: aperte le procedure di raffreddamento

«Non ci si può permettere il rischio di avere decine di disoccupati col porto d’armi». L’Orsa è dura nel dichiarare formalmente aperta la vertenza della vigilanza armata, che potrebbe portare in breve tempo ad uno sciopero generale senza precedenti, che vedrebbe uniti sotto la stessa bandiera i lavoratori di “Sicurpol Vigilantes”, “New Vigile Peloritano” e “Il Detective”. Il sindacato, come annunciato oggi in conferenza stampa dal segretario generale Mariano Massaro e da Francesca Fusco della segreteria Turismo e Appalti, ha inviato una nota al prefetto Francesco Alecci, ritenuto l’unico interlocutore competente in materia, dichiarando aperte le procedure di raffreddamento. «Analizando le numerose vertenze irrisolte che vedono coinvolte molte realtà lavorative della vigilanza armata – osserva l’Orsa – emerge un denominatore comune, che inquadra la causa della crisi nelle discutibili dinamiche utilizzate in fase di aggiudicazione degli appalti. Si è verificato e continua a verificarsi con inspiegabile consuetudine il trasferimento degli appalti alle imprese subentranti attraverso l’omissione della normativa contrattuale che prevede la ricollocazione dei lavoratori in forza all’azienda uscente, pertanto, ad ogni cambio di appalto, arrivando in città nuovi lavoratori in possesos di porto d’armi e altrettanti perdono il lavoro, così facendo si è creato un esercito di lavoratori armati e disoccupati».

«Alla luce dei fatti – affermano Massaro e Fusco – sarebbe opportuno istituire un registro ufficiale dei lavoratori idonei alla vigilanza armata, dal quale le imprese vincitrici d’appalto sarebbero tenute ad attingere il personale necessario. Si ha notizia della descritta organizzazione in altre città, il sistema sembra garantire la ricollocazione della forza lavoro territoriale e contestualmente limita significativamente l’esigenza di nuove autorizzazioni al porto d’armi. Restiamo a disposizione del prefetto per verificare la fattibilità della proposta».

Entrando nel dettaglio delle singole vertenze, per la “Sicurpol” la situazione è questa: «L’impresa ha già annunciato la messa in mobilità di 12 lavoratori, conseguente alla perdita dell’appalto per la vigilanza dei locali Snam, in questo caso sarebbe opportuna l’immediata convocazione in sede prefettizia dell’impresa subentrante e delle parti sociali per garantire l’attivazione delle procedure necessarie alla ricollocazione dei lavoratori». Per quanto riguarda la “New Vigile Peloritano”, «non è stato possibile contattare i titolari dell’impresa, i servizi precedentemente gestiti dal Vigile Peloritano sembrano affidati ad altri operatori, ma non si conoscono le dinamiche adottate per il passaggio di consegna, intanto i lavoratori sono disoccupati da mesi e rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati. Anche in questo caso si chiede l’autorevole intervento della prefettura per far luce sulla delicata vicenda che rischia di consumarsi nel silenzio organizzato». A questo proposito, ecco cosa scrive la “New Vigile Peloritano” ad un dipendente: «Le difficoltà incontrate dall’istituto negli ultimi tempi, difficoltà dovute alle inadempienze della clientela, hanno comportato ritardi nei pagamenti degli stipendi ai nostri dipendenti, nonostante la buona volontà. Di questi ritardi alcuni dei nostri dipendenti si sono fatti portavoce presso le autorità tutorie che con provvedimento notificatoci il 30 ottobre hanno imposto la sanatoria in tempi ristretti che non ci consentono di adempiervi. Ciò comporta la chiusura dell’azienda con la restituzione della licenza. Pertanto a partire dalla data odierna (22 novembre, ndr) il rapporto di lavoro con la signoria vostra viene risolto».

Infine quella che l’Orsa definisce «la vertenza più calda», quella relativa a “Il Detective”: «A seguito della perdita dei vari appalti – affermano Massaro e Fusco – non è stato attivato l’iter necessario per ricollocare i lavoratori nelle imprese subentranti, si registra un’importante crisi economica che impedisce l’erogazione degli stipendi, recenti fati incresciosi hanno rivelato una disorganizzazione tale da rendere necessario l’intervento della Polizia di Stato, i lavoratori lamentano turni di lavoro massacranti (anche 16 ore consecutive) per l’improvvisa assenza di personale alla sostituzione, questo e tanto altro suggeriscono il commissariamento prefettizio dell’impresa fino alla conclusione degli appalti e l’intervento requisitore alla fonte delle risorse necessarie per pagare le mensilità arretrate dovute ai lavoratori». Un quadro drammatico, solo alleviato dal fatto che alcuni istituti di vigilanza, la Ksm in particolare, pur non essendo obbligati hanno riassunto personale ritrovatosi disoccupato. Ma lì dove c’è l’obbligo, invece, ciò non è accaduto.

La proprietà de “Il Detective”, intanto, dopo la manifestazione di protesta di ieri tenutasi di fronte la prefettura, ha voluto precisare che «sia la manifestazione che qualunque altra rimostranza da parte dei lavoratori aderenti all’Orsa rappresentano la volontà di una minoranza di lavoratori dipendenti dell’azienda, circa otto su novantadue». In realtà, secondo l’Orsa gli iscritti sarebbero ben 35, numero abbondantemente diverso. «La società – si legge ancora in una nota – ha incontrato il 19 novembre le maggiori rappresentanze sindacali Cgil, Cisl e Uil presso la sede per chiarire la posizione dei lavoratori e quella della società stessa. Durante l’incontro, la società si è impegnata a ristabilire l’equilibrio aziendale per poter così garantire il pagamento degli stipendi dei lavoratori de “Il Detective” entro la prossima settimana, con l’impegno dei lavoratori stessi a garantire fino a quella data la copertura dei servizi attualmente in essere. Alla luce di ciò, riteniamo assolutamente non veritiere le dichiarazioni provenienti da qualunque altra fonte e riteniamo che le stesse mirino soltanto a destabilizzare la fiducia dei lavoratori della società stessa e a minare la reputazione de “Il Detective” che si sta prodigando quotidianamente per garantire un assetto societario stabile e di lunga durata».

(foto Sturiale)

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