Il portavoce di Nuclei Organizzati Lavoratori Uniti illustra le ragioni di tale richiesta, ponendo l’accento sulla mancanza di scurezza e sul tentativo di privatizzazione delle ferrovie siciliane
Mancano ormai poche ore ai festeggiamenti del ferragosto, appuntamento clou di un’estate che, in riva allo Stretto, è stata caratterizzata dalla vertenza trasporti che ha tenuto banco con tavoli, incontri e scontri tra rappresentanti istituzionali, locali e nazionali, organizzazioni sindacali e lavoratori.
E proprio oggi ad intervenire sul caso della perdita di azoto liquido verificatosi qualche giorno fa alla stazione di Messina, proponendo anche una riflessione generale sulla situazione dei trasporti nell’area dello Stretto, è il portavoce di NOLU, Nuclei Organizzati Lavoratori Uniti, Fabrizio Crescenti. Quest’ultimo stigmatizza l’atteggiamento posto in essere dall’amministratore delegato Fs Mauro Moretti “accusato”, a seguito del licenziamento del macchinista Dante De Angelis «di aver instaurato tra i lavoratori un clima di terrore che di certo risulta gradita all’attuale governo».
«Come accadde nella strage di Viareggio, anche nell’incidente di Messina – afferma Crscenti – è coinvolto un carro ferroviario privato. Nel caso toscano, F.S. riversò ogni responsabilità alla società GATX proprietaria del vagone carico di gas GPL, ma dopo la solita inchiesta volta a scovare il sempre comodo errore umano è stata costretta ad ammettere: “il carro che ha provocato l’incidente è stato omologato nel 2004 in Germania ma la componentistica della sicurezza era del 1974 ed era stata fabbricata nella ex Germania est»”. Un “particolare che porta a domandarsi se il gruppo Ferrovie non debba controllare con maggiore attenzione i certificati dei carri trasportati in giro per l’Italia»
A detta del portavoce dell’organizzazione dei lavoratori, le rassicurazioni fornite da Fs che specifica come l’azoto liqudo non sia una sostanza tossica o infiammabile e che quanto verificatosi costituisca solo un naturale meccanismo di autoregolazione interna della cisterna che si determina quando il livello supera la soglia prestabilita, non può di certo indurre alla tranquillità: «Parole sterili, semplicistiche e fin troppo accomodanti».
Crescanti sposta poi l’attenzione sull’insufficienza dei servizi messi in campo da Fs che favoriscono «il concretizzarsi di quel progetto di privatizzazione indiscriminata del servizio essenziale: le recenti scoperte di accordi di programma con l’impresa privata GMC di Catania per il trasferimento del trasporto merci su rotaia, fugano ogni dubbio sulle intenzioni di abbandono dell’area siciliana da parte dell’A.D. Mauro Moretti. La direzione nazionale di F.S. – continua Crescenti – resta indifferente rispetto al dissenso manifestato dai lavoratori; smentite, rassicurazioni e minacce verso i dipendenti servono solo a prendere tempo in attesa che il governo decida cosa fare del nodo ferroviario messinese. Se dovesse concretizzarsi il trasferimento di fondi per il parziale rilancio del settore, le Ferrovie sono pronte ad incassare l’ennesima sovvenzione pubblica e subito dopo trasferire il servizio in appalto alla gestione privata, con le relative ricadute sui costi e sulla sicurezza appena accennate».
Nei prossimi giorni i NOLU avvierà una raccolta firme volta a chiedere le dimissioni della dirigenza regionale del servizio cargo (Ing. Vittorio Mannone) e di tutto l’indotto dirigenziale F.S. coinvolto nell’ennesimo attacco al trasporto pubblico siciliano.
