Il Quaderno di Ajello e le sculture del Museo del Prado

Il Quaderno di Ajello e le sculture del Museo del Prado

Il Quaderno di Ajello e le sculture del Museo del Prado

domenica 11 Gennaio 2009 - 22:21

Interessante iniziativa presentata dall'Associazione Culturale “Genius Loci- a Barcellona P.G., sabato 10 gennaio 2009

L’associazione culturale “Genius Loci- ha presentato in Barcellona P.G., la sera del 10 gennaio 2009, il catalogo di sculture del Museo del Prado, intitolato “Il Quaderno di Ajello-, nella sua recentissima ed inedita traduzione italiana. Si tratta del catalogo di una collezione di sculture antiche custodite nel Museo del Prado di Madrid, illustrate in un manoscritto con disegni, redatto nel 1750 circa dall’abate basiliano barcellonese Eutichio Ajello. La serata è stata aperta dall’Aria sulla quarta corda di Bach, eseguita al pianoforte da Maria Laura Gisella Corica, che ha ricreato l’atmosfera del settecento. Subito dopo ha relazionato l’arch. Marcello Crinò (presidente dell’associazione Genius Loci), autore del ritrovamento del catalogo, pubblicato dieci anni fa dal Prado, ma praticamente sconosciuto nella città che ha dato i natali ad Ajello, o che comunque lo ha visto presente nel locale monastero basiliano, prima a Gala, e poi nel nuovo monastero in città. La relazione, intitolata “Il manoscritto ritrovato-, è stata incentrata sulla presenza dell’abate in Spagna, la sua attività di organizzatore della galleria di sculture di San Ildefonso, e la realizzazione del manoscritto con disegni, catalogo ante litteram dei moderni cataloghi dei musei.

L’insigne basiliano, durante il soggiorno in Spagna alla corte di Filippo V, tra il 1743 e il 1752, organizzò per Isabella Farnese (moglie di Filippo V) la galleria di sculture antiche nel palazzo di San Ildefonso en La Granja, una cittadina nella provincia di Segovia, a nord di Madrid. Il palazzo venne progettato dall’architetto messinese Filippo Juvarra, che trovò la morte proprio a Madrid nel 1736.

Nell’organizzare la galleria di sculture antiche, provenienti in gran parte dall’Italia, Ajello preparò un vero e proprio catalogo, con “disquisizioni- attorno alle sculture, e dei disegni, realizzati da Juan Bernabè Palomino, forse assieme a degli allievi, in vista della pubblicazione a stampa. La redazione del manoscritto ad un certo punto venne interrotta, e così pure i disegni. Tutta la collezione confluì successivamente al Museo del Prado, assieme al manoscritto, ritrovato nel 1861 dallo studioso Benito Vicens che ne pubblicò un’ampia sintesi su una rivista madrilena.

Dal 19 ottobre 1998 al 3 gennaio 1999 i disegni e le opere di scultura della collezione di San Ildefonso sono stati esposti nel Museo del Prado e nel contempo è stato pubblicato il catalogo della mostra, col titolo “El Cuaderno de Ajello-. Nella mostra sono stati esposti solo i disegni perché il manoscritto non era rintracciabile. Molti autori, fino al 2006, hanno lavorato solo sulla descrizione del manoscritto fatta da Benito Vicens.

Nel 2006, dopo aver rintracciato il manoscritto, il Prado lo ha pubblicato nel bollettino del museo, con un testo a cura di S. F. Schroder e M. A. E. Barba.

La traduzione presentata alla città nella sala riguarda la prima parte del catalogo, dove è descritta la vicenda del manoscritto e dei disegni allegati, nonché importanti notizie sull’abate Ajello.

La seconda parte del catalogo è costituita dalle schede riguardanti ciascun disegno, con relativo commento e le foto delle sculture. Il testo del catalogo è opera di Miguel Ángel Elvira Barba, uno studioso di Madrid specializzato in Storia dell’arte e Letteratura Ispanica. La traduzione dallo spagnolo è stata curata da Marcello Crinò e Stella Maris Natoli.

Nel corso della serata é seguita una lettura in spagnolo di alcune parti del catalogo, a cura della stessa Stella Maris Natoli, con accompagnamento di musiche di Benedetto Marcello, Mattia Vento e un minuetto di Mozart. E’ poi intervenuto il Sindaco della città, Candeloro Nania, complimentandosi con l’iniziativa che ha portato nuove conoscenze su questo importante personaggio, e sottolineando la grande quantità di eventi culturali che avvengono a Barcellona. Lo storico dell’arte Andrea Italiano ha relazionato su “Il collezionismo d’arte in Sicilia-, collegandosi con l’attività di Ajello in Spagna, visto che la collezione di San Ildefonso, oggi al Prado, è frutto di una fusione di precedenti collezioni italiane. Si è soffermato sul collezionismo in Sicilia dal seicento al novecento, arrivando ai musei cittadini “Cassata-, “Jalari- ed “Epicentro- di Gala, che in un certo qual modo chiude il cerchio iniziato proprio da Gala con Ajello. E’ stata la volta di una seconda lettura dal testo spagnolo, collegata alla relazione di Italiano, relativa alle vicissitudini della collezione di San Ildefonso fino al giorno d’oggi. La lettura è stata accompagnata dalla Sonata op. 27 di Beethoven e di un notturno op. 9 di Chopin. Ed infine la splendida conclusione con il rondò alla turca di Mozart.

Parallelamente alla conferenza è stata allestita una piccola mostra comprendente pagine del “Quaderno di Ajello-, una riproduzione della “Madonna dell’Itria- del 1656 di Filippo Jannelli del 1656, dove sono raffigurati due monaci basiliani, e la rassegna stampa.

Nota biografica su Eutichio Ajello

Eutichio Ajello è nato nel 1711, presumibilmente a Barcellona (anche se qualche fonte parla di Messina) ed è morto a Barcellona nel 1793. Dopo aver compiuto gli studi nel monastero basiliano di Gala di Barcellona, da giovane, secondo l’unica biografia conosciuta, scritta nel 1901 dal giornalista Gioacchino Bartolone, e ripresa dagli altri storici locali, girò le principali città dell’Europa ed acquistò tanta fama che ottenne d’insegnare teologia e filosofia in una delle quattro principali cattedre di Parigi. A Londra fu aggregato ad una non meglio precisata Accademia come socio e maestro. Nel 1743, per invito di Isabella Farnese, moglie di Filippo V, si recò in Spagna, dove fu nominato bibliotecario ed antiquario, e poco dopo assunse l’alta carica di consigliere di Stato.

Aggregato come dottore alla Sorbona, entrò in familiarità con i più illustri uomini inglesi e con quelli che prepararono la rivoluzione francese. A Napoli nel 1792 pubblicò le sue tre opere: “Analisi delle facoltà scientifiche e modo di studiarle-, “Analisi dell’uomo sopra i punti principali che allo stesso appartengono-, “Analisi della storia arcana della natura-.

Ajello, dopo il suo ritorno a Barcellona, venne nominato Abate perpetuo del monastero basiliano che nel frattempo (1779) era stato ricostruito a Barcellona, nel quartiere Immacolata. Nella chiesa del monastero esisteva un suo ritratto (l’unico di cui abbiamo notizia), scomparso durante la spoliazione della chiesa e del monastero avvenuta dopo il loro forzato abbandono a seguito della soppressione del 1866 degli ordini religiosi.

E’ probabile che Ajello sia stato sepolto nella sottostante cripta, il cui accesso venne chiuso durante il rifacimento del pavimento, negli anni sessanta del secolo scorso.

Nella basilica di San Sebastiano si trova una lapide che ricorda la presenza dell’Ajello all’inaugurazione del nuovo campanile con orologio, avvenuta nel 1787.

Per l’organizzazione della presentazione del Quaderno di Ajello hanno collaborato:

Marcello Crinò, Rosita Dell’Aglio, Andrea Italiano, Bernardo Dell’Aglio, Maria Laura Gisella Corica, Stella Maris Natoli, Franco Caliri, Roberto Iraci, Daniela Motta, Luigi Lo Giudice.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007