Da Trieste a Messina: Giacoma Chemi racconta la sua "emozionante esperienza di vita"

Da Trieste a Messina: Giacoma Chemi racconta la sua “emozionante esperienza di vita”

Giuseppe Fontana

Da Trieste a Messina: Giacoma Chemi racconta la sua “emozionante esperienza di vita”

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domenica 01 Ottobre 2023 - 08:30

La ragazza è nata in Friuli da genitori messinesi ed è legata allo Stretto e a Torre Faro: "Una terra magica". Così ha deciso di "scendere" e lavorare qui per qualche mese

MESSINA – Si chiama Giacoma Valeria Chemi e da Trieste ha deciso di lanciarsi in un viaggio al contrario per vivere il più possibile quella che, col senno di poi, è stata “un’esperienza di vita”. Dal profondo nord Italia, dal Friuli Venezia Giulia, la giovane ha deciso di trasferirsi a Torre Faro, villaggio d’origine della madre e finora vissuto soltanto in poche settimane d’estate. Stavolta per Giacoma il viaggio è stato più lungo e da maggio in poi non se n’è più andata, lavorando in uno dei locali della zona e respirando ogni giorni i profumi di quella che chiama “una terra magica”.

Il racconto di Giacoma

Giacoma ha raccontato la sua storia con grande entusiasmo, partendo dal legame con lo Stretto: “Sono molto legata a Messina, soprattutto a Torre Faro, per diversi aspetti. Oltre ai parenti, il territorio stesso, il mare, il clima, il calore: ci sono tante cose. Penso alla natura che ci circonda. E ora il lavoro. Ho iniziato quest’esperienza stagionale pensandoci a fondo. Non è stato facile, anzi inizialmente è stato difficile. Ma ho amato sempre di più questo posto per molte cose positivi, dalla creatività all’aspetto”.

Le origini: “Mamma è di Torre Faro, mio papà era di Tremestieri”

“Io sono nata da genitori siciliani in Friuli, in un paesino di montagna – prosegue la giovane, raccontando le sue origini -. Mia mamma era di Torre Faro, il mio amato papà che non c’è più era di Tremestieri. Loro si sono laureati in Scienze politiche, poi si sono trasferiti a Tarvisio vincendo un concorso. Dal mare alla montagna, alla neve. Lavoravano per le Dogane, ma hanno sempre avuto quest’amore per la loro terra, proprio per la città e la Sicilia, non perdendo mai le tradizioni. Ogni estate abbiamo passato qui le vacanze e queste piccole cose hanno sempre appassionato me e i miei fratelli. Ho deciso di dare una svolta proprio per questo: volevo rivivere appieno quest’esperienza. Sono partita a maggio, sto lavorando per Casa Peloro che all’interno ci sono dei pezzi di una casa della mia famiglia. La porta d’entrata di casa di un mio prozio è diventata un tavolo, e un altro tavolo lo è diventato una finestra. Questi legami con il passato mi affascinano”.

Il viaggio da nord a sud

Nata al nord da genitori messinesi, Giacoma ha deciso nei mesi scorsi di “saltare”. Com’è nato il viaggio verso la Sicilia? “A spingermi a ‘scendere’ c’è stato anche il voler ritrovate alcune compagnie di amici e amiche che hanno il mio stesso vissuto. Magari hanno parenti qui e sono vissuti in altre città. E ho conosciuto tante persone che abitano in Australia e tornano, o che abitano in altre città italiane o europee, ma che hanno deciso di ritornare perché vogliono vivere pienamente l’amore per questa terra. Mi ha commosso quest’aspetto. Questo viaggio da nord a sud è stato molto bello per me”.

Non un esperimento ma una “esperienza di vita bella e positiva”

Un esperimento? “Più che esperimento lo chiamerei un’esperienza di vita bella, emozionante, positiva, che mi ha dato nuovi stimoli e mi ha fatto crescere. Quest’esperienza mi ha permesso di conoscere tante persone e le loro storie. Molte somigliavano alla mia e questo mi ha reso felice. Per me è stata una sorpresa, un’esperienza nettamente superiore alle aspettative. Mi aspettavo un ambiente più lento, invece ho trovato ritmi veloci, lenti, stimoli sempre diversi. Per me è stato qualcosa di magico. Ho conosciuto anche molti turisti con legami con questa terra, con parenti nati qui in passato”.

L’invito di Giacoma agli amici: “Dovete scoprire questo posto”

E da qui nasce anche il confronto tra le due città, diverse ma simili: “Trieste è una città di mare ed è meravigliosa per le sue bellezze, la sua storia, il turismo, la cultura, il gran passaggio di persone. E anche Messina è così. La differenza vera è il clima, la bora è freddissima e quando c’è la bora nera bisogna chiudersi. Per molti è affascinante, a me fa un po’ di paura. Qui c’è lo Scirocco che è molto forte, anche se è caldo e non freddo. Trieste la porto nel cuore, ci sono cresciuta, ho tutti i miei migliori amici e mi mancano. Quando li sento però li invito sempre qui a Messina, perché devono scoprire questo posto meraviglioso. Ha dei posti magici, bellissimi, tanti tesori nascosti da vedere e vivere. Ad esempio: mi hanno raccontato tutta la storia della Vara e vederla con i miei occhi è stato stupendo. Vedere la girata, vedere le persone lì in attesa, gli applausi, è stato bello davvero. E anche la festa di Torre Faro quest’anno l’ho vissuta in maniera diversa”.

Il dubbio: partire o restare?

Ora Giacoma ha un dubbio: restare o ripartire? “Questa per me è una domanda molto difficile. Sono sempre stata curiosa, voglio esplorare e conoscere sempre cose e città nuove. Restare qui? Una scelta difficile soprattutto per questo. Ma ai messinesi dico che sono fortunati a vivere in una città così bella, affascinante e piena di posti con paesaggi e meravigliosi. A lavorare vado in bicicletta e fermarsi a sentire i profumi, osservare i colori, gli scorci, è stupendo: lo Stretto cambia sempre colore e il rumore del mare non ti fa mai pensare alle cose negative, ti passa tutto. Ai messinesi lo dico di nuovo: state in un posto meraviglioso, dovete prendervene cura, bisogna valorizzarlo e farlo conoscere a tante persone”. Qualora dovesse andare via, Giacoma sa già cosa accadrà: “Quando e se andrò via sono sicura che piangerò, perché sono legatissima a questo posto e per me è sempre bello viverci e tornarci”.

2 commenti

  1. L’ho conosciuta a Capo Peloro, una ragazza dolcissima e gentilissima . cosa fare? non c’è una risposta.

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  2. se il papà di Giacoma si chiamava Gaspare (Rino), è stato mio compagno di Liceo all’ Archimede.
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