Sì dei figli all'espianto dopo il decesso della madre travolta sul lungomare di S. Teresa. Mentre l'inchiesta....
Altre vite potranno avere la speranza che tanto aspettano grazie alla generosità di Clara Garigali. L’ottantenne di Limina che ha perso la vita nell’incidente stradale avvenuto lo scorso 9 ottobre sul lungomare di Santa Teresa era favorevole alla donazione degli organi e i suoi figli hanno prestato il consenso.
I passi dell’inchiesta

Per l’espianto, così come per i funerali della donna, si dovrà attendere però quasi certamente fino alla prossima settimana. Prima la Procura di Messina vuole procedere con l’autopsia, esame ritenuto essenziale per stabilire l’esatta causa del decesso di Clara nell’ambito dell’inchiesta che mira a stabilire eventuali responsabilità. Il sostituto procuratore Massimo Trifiró, titolare del caso, affiderà l’incarico ad un medico legale nelle prossime ore e con molta probabilità si rivolgerà ad un altro consulente per la perizia cinematica che punta a ricostruire la dinamica dell’impatto.
L’ottantenne è stata centrata da un’auto mentre attraversava il lungomare.
L’ultima spesa di Clara
Quella mattina Clara si era recata da Limina a Santa Teresa per la spesa e, uscita da un negozio, attraversava da marciapiede a marciapiede lungo le strisce pedonali. La Golf condotta dal 59enne di Savoca l’ha toccata con la parte anteriore laterale. Cadendo, Clara potrebbe aver impattato col cranio sulla parte anteriore del veicolo. Quando i soccorsi sono arrivati le condizioni di Clara erano gravissime per il profondo trauma cranico ed è stata trasferita il eliambulanza al Policlinico dove è stata dichiarata morta 5 giorni dopo aver lottato in Rianimazione, dopo un intervento neurochirurgico.
Conducente sotto choc
Il conducente della Golf, anche lui sotto choc, attende ora gli sviluppi dell’indagine, assistito dall’avvocato Carmelo Vinci. L’uomo racconta di non aver visto arrivare la donna e che al momento dell’incidente non procedeva a velocità elevata. I figli della 80enne sono invece assistiti dagli avvocati Ernesto Marcianó e Antonio Miano.
