Decreto regionale conferma l'accorpamento di 11 istituti scolastici a Messina e provincia

Decreto regionale conferma l’accorpamento di 11 istituti scolastici a Messina e provincia

Redazione

Decreto regionale conferma l’accorpamento di 11 istituti scolastici a Messina e provincia

martedì 05 Dicembre 2023 - 20:01

L'assessore Turano: "Percorso inevitabile". Insorge la Flc Cgil: "Netta contrarietà, abbiamo impugnato il provvedimento in attesa della risposta nel merito del Tar del Lazio"

MESSINA – La Conferenza regionale ha deciso le sorti della rete scolastica siciliana, apportando un taglio di 95 autonomie scolastiche in tutta la regione. Il dimensionamento conferma il taglio di 11 autonomie nella provincia di Messina. Nel corso del suo intervento l’assessore Turano ha descritto questo dimensionamento come un percorso inevitabile chiesto dall’Unione Europea e finalizzato ad ottenere i finanziamenti del Pnrr “ma questa – scrive in unna nota la Flc Cgil Messina – non rappresenta la giusta interpretazione di quanto si legge nella missione della scuola, dove si parla di razionalizzazione in termini di classi e non certo di istituti in quanto si fa riferimento all’uso della lezione frontale in classe non in modo esclusivo ma flessibile.

Nessun riferimento si fa però al Pnrr – afferma la segretaria generale del sindacato di Messina – quando l’Europa chiede di ridurre il numero di alunni per classe, perché questo rappresenterebbe un costo, mentre invece, ben nascosti sotto il falso vessillo di “ce lo chiede l’Europa” abbiamo finito per tagliare il diritto allo studio in un territorio già fortemente penalizzato da fenomeni di abbandono scolastico, di povertà educative. Quindi la responsabilità politica di questi tagli è tutta del governo e della regione Sicilia, in particolare, continua la sindacalista, che non ha saputo difendere il proprio territorio dall’ennesimo attacco ai diritti garantiti dalla Costituzione. Come regione Sicilia paghiamo già un prezzo altissimo in termini di carenze di ambienti scolastici, di palestre, di spazi adatti per realizzare le mense e poter aumentare il tempo scuola dei nostri bambini che, al termine del primo ciclo, a conti fatti, passano a scuola due anni in meno rispetto ai coetanei che vivono in una regione del nord.

Con questi tagli – sostiene il sindacato – abbiamo ulteriormente confermato che un diritto fondamentale come la scuola pubblica non è uguale su tutto il territorio ma rimane legato al luogo geografico in cui si nasce o si vive. Sono scelte miopi come queste che condannano un territorio a fenomeni sempre crescenti di denatalità e di spopolamento: senza scuola, senza sanità, arretrano i servizi pubblici, e dove gli abitanti scarseggiano, non ci sono investimenti, non ci sono opportunità occupazionali, scompaiono le comunità e si va verso la desertificazione umana”.

La Flc Cgil ha “espresso la netta contrarietà al dimensionamento fin da subito e abbiamo messo in campo diverse iniziative. Abbiamo impugnato il provvedimento con i primi esiti che purtroppo non sono positivi, ma siamo in attesa della risposta nel merito da parte del tar del Lazio che si pronuncerà il 6 febbraio Abbiamo lanciato una raccolta firme contro il dimensionamento che, in pochi giorni ha avuto più di 5 mila adesioni. Ci dispiace apprendere che il governo regionale ha preferito ancora una volta sacrificare i giovani e i loro diritti sull’altare dei tagli”.

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