La nuova forma di violenza sulle donne: la droga da stupro

La nuova forma di violenza sulle donne: la droga da stupro

Silvia Mondi

La nuova forma di violenza sulle donne: la droga da stupro

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giovedì 18 Dicembre 2014 - 17:05

La droga da stupro è uno dei nuovi capitoli da aggiungere a quelli della violenza sulle donne. La criminologa Monca Capizzano, autrice di un vero e proprio manuale, in un incontro in Tribunale ha spiegato di cosa si tratta, come agisce e quali sono i modi per imparare a difendersi.

Si è tenuto stamane, presso l’Aula Magna della Corte di Appello del Tribunale di Messina, il Convegno, organizzato dalla testata di comunicazione sociale “Il Carrettino delle Idee”, sulla “Conoscenza di nuove realtà criminali dirette a offendere la donna”. Presenti il presidente ed il vicepresidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati Francesco Celona e Vincenzo Ceraolo. Al centro del dibattito l’esperienza di Monica Capizzano, criminologa che da anni studia il fenomeno della “Droga da stupro”, tema principale del suo libro.

Forte, determinata e di origini calabresi la criminologa Monica Capizzano ha presentato il suo libro “Droghe da Stupro e nuove sostanze psicoattive”, patrocinato dalla Polizia di Stato e dai dipartimenti antidroga nazionali. Sono sempre più frequenti gli episodi di violenza sessuale nel mondo. Vittime quasi sempre donne le cui vite vengono stravolte e schiacciate dalla brutalità di esseri che distruggono non solo l’esistenza delle stesse ma anche la loro dignità. Tuttavia non sono solo le maniere forti ad uccidere veramente una donna.

Esistono infatti nuove sostanze psicoattive GHB e GBL, che, a differenza di droghe tradizionali che vengono assunte liberamente (cannabis, marijuana e cocaina), queste agiscono sulla memoria e vengono somministrate da qualcuno, probabilmente di “fiducia”.

Quella da stupro, è un tipo di sostanza che agisce sui muscoli involontari ed il cui effetto va dalle 6 alle 8 ore: la donna che assume questo tipo di droga non si renderà mai veramente conto che su di lei è stata fatta alcun tipo di violenza.

Il vero atto brutale consiste nel fatto che la donna non sarà in grado di sottrarsi ma anzi, sarà lei stessa a ricercare l’”esigenza” di un rapporto sessuale, come fosse una dipendenza, per poi trascorrere il periodo successivo all’atto con un vuoto di memoria tale che sarà impossibile, per lei, risalire al carnefice. Tra i sintomi che accuserà solo quelli di malessere generale, come fossero postumi di una serata alcolica; sintomi che ben presto si trasformeranno in un vero e proprio fenomeno di depressione. E’ possibile assumere sostanze di questo tipo in ogni tipo di ambiente frequentato; immaginare la discoteca come unico luogo, in cui può avvenire un caso di somministrazione di GHB e GBL, è riduttivo. Indubbiamente, discoteca e pub, sono i luoghi d’aggregazione per eccellenza, ma l’ambiente familiare ed ogni altro tipo di luogo pubblico non sono da sottovalutare.

La “droga da stupro”, rispetto qualsiasi altra droga, incide, quindi, sulla coscienza.

Viene negato a una donna non soltanto il diritto di vivere una vita dignitosa, ma soprattutto quello di rifiutarsi, quello di poter dire “NO”.

Varia la tipologia di somministrazione delle sostanze: in liquido, in polvere, in capsule, in compresse.

In Italia non sono ancora stati resi noti casi di somministrazione di queste droghe e le strutture ospedaliere non sono preparate: per poter accertare l’assunzione di “droga da stupro”, sono necessari esami più specifici rispetto le tipiche analisi che vengono effettuate solitamente, per verificare la presenza di droghe tradizionali in soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti.

Attualmente, l’unico strumento di indagine, che può rilevare la presenza di GHB e GBL, è l’analisi del capello: esame scrupolosissimo che presenta però costi elevati.

Quello della Capizzano, è il primo manuale in Europa che tratta questa tematica.

Non si tratta, però, di un testo puramente scientifico; numerosi gli aspetti di carattere legale, criminologico, sociale. Le ultime pagine del libro sono, infatti, dedicate al tema dell’“educazione”. Appellandosi al concetto di nucleo familiare, dentro al quale ha inizio il primo processo di formazione dell’individuo, l’autrice infatti mette in evidenza il dovere di tutti i genitori: trasmettere ai propri figli i veri valori e i principi basilari utili ai fini di una corretta formazione all’interno della società. Parole, quelle di Monica Capizzano, che invitano ognuno di noi a riflettere su molteplici aspetti della nostra vita. E’ già orrendo pensare che lì fuori esistano mostri che approfittano dello stato di incapacità di una donna per poter abusare del suo corpo; è ancora più brutale pensare che esistano individui che, a loro volta, utilizzano sostanze, con l’intenzione di procurare stati di confusione.

Doppia violenza quindi: oltre la carnale, quella psicologica.

Il Presidente dell’Ordine degli avvocati, Francesco Celona, ha auspicato una rivisitazione del ruolo dell’avvocato, in modo da non essere più considerato soltanto colui che porta con sé un proprio bagaglio informativo, ma colui che “propone alla società”, introducendo la tematica di “giustizia sociale”: un obiettivo da conseguire attraverso la collaborazione di psicologi, medici, avvocati, criminologi e le coscienze di ogni essere umano.

Attraverso parole crude ma prettamente reali, la criminologa, ha voluto evidenziare lo scopo del manuale: uno strumento sociale che non vuole creare allarmismi ma si pone come obiettivo quello di prevenire la formazione di un terribile circolo vizioso.

Induce alla riflessione uomini, donne, adolescenti, adulti, figli, genitori.

Ancora una volta l’uomo non è riuscito ad “accontentarsi”: non gli bastava uccidere, rovinare le vite altrui, commettere atti disumani contro la donna, solo per puro piacere ed egoismo. No. Ha dovuto inventarsi anche questa. E come ha affermato la Capizzano: “Vorrei dire a quegli uomini che il problema, a questo punto, è soltanto il vostro”.

Silvia Mondì

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