Salvare l’archivio storico cittadino ma non solo: il movimento non violento pronto ad occupare il PalaCultura

Salvare l’archivio storico cittadino ma non solo: il movimento non violento pronto ad occupare il PalaCultura

Salvare l’archivio storico cittadino ma non solo: il movimento non violento pronto ad occupare il PalaCultura

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mercoledì 28 Dicembre 2011 - 00:09

L’iniziativa dovrebbe prendere il via oggi pomeriggio alle 18 e terminare il 30 dicembre alle 12. Il pacifista Accorinti digiunerà per tre giorni: “Commesso un crimine culturale”

Le foto dell’Archivio Storico pubblicate in questi giorni, che mostrano libri e documenti antichi e rari ammuffiti e impietosamente buttati da anni in un cantinato umido, hanno toccato la sensibilità di molti messinesi ed hanno suscitato amarezza e indignazione. Anni di appelli lanciati al sindaco per salvare un bene di così inestimabile valore non sono serviti a nulla, così come quelli diffusi alla cittadinanza dai promotori del gabinetto di lettura, altra istituzione storica che rischia di scomparire nell’indifferenza generale.

Anzi non intervenendo, gli amministratori locali hanno continuato a perpetrare un vero “crimine culturale” nei confronti delle due realtà che rappresentano probabilmente la reale memoria storica della città. «Svelano chi c’è dietro la maschera – scrivono i rappresentanti del “movimento non violento”, che sta promuovendo una protesta per salvare l’archivio storico e il pala Cultura -. Sono gli stessi che poi organizzano la Notte della “Cultura” buttando fumo negli occhi, mentre per 364 giorni scelgono di lasciare la cultura al buio. Con la stessa indifferenza noi cittadini, abituati a delegare invece di partecipare, abbiamo permesso che questo accadesse. Il Sindaco e l’intera classe politica dovrebbero chiedere scusa alla città risarcendola con investimenti, da sempre negati, per lo sviluppo della cultura costruendo in tutti i quartieri: biblioteche, auditorium per dibattiti, spazi per tutte le forme d’arte. Tutto questo è essenziale per lo sviluppo umano della collettività». Solo qualche giorno fa il presidente del circolo del gabinetto di lettura, Aldo Amato, in occasione del 150° anniversario della ricostituzione dell’antica biblioteca, aveva chiesto che, così come promesso, il Comune avviasse le procedure per il trasferimento al pala Cultura, visto che l’attuale sede di proprietà di palazzo Zanca è stata pignorata per morosità dell’ente cittadino (il gabinetto non riceve più finanziamenti da sei anni).

Per Renato Accorinti, pacifista e componente del movimento, il simbolo del fallimento è rappresentato proprio dal pala Cultura: «Per costruirlo ci siano voluti 35 anni (1975-2010) – spiega -. Come sempre il costo di realizzazione è enormemente lievitato negli anni con il risultato di aver realizzato una struttura brutta e priva di parcheggi indispensabili per la fruizione degli eventi. E In più la beffa: tutti i locali sono stati occupati da uffici che nulla hanno a che fare con la cultura».

Da qui l’iniziativa: avviare una raccolta firme per chiedere agli enti preposti di indagare su eventuali responsabilità e chiedere all’amministrazione comunale di destinare tutti i locali dell’immobile di viale Boccetta ad iniziative culturali. Il movimento non violento ha annunciato l’occupazione della struttura dalle 18 di oggi alle 12 del 30 dicembre. Domani, 29 dicembre, dalle 18, si terrà un dibattito per programmare altre iniziative. «Accompagnerò la protesta di questi tre giorni con un digiuno per viverla profondamente, con più determinazione e soprattutto animo sereno», conclude Accorinti.

2 commenti

  1. rossetti mariano 28 Dicembre 2011 07:57

    Il passato è storia e la storia è il gliore (o, a secoda dei punti di vista, il peggiore Giudice dell’operato degli uomini.
    Forse, è per questo che si è deciso di lasciare deperire il nostro passato: per non essere giudicati in futuro.

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  2. cosa è la cultura? certo non le solite premiazioni autocelebrative.
    Essa è vita e la vita è anche memoria.
    In questa città sembra che invece tutto quello che è passato, storia, sia da seppellire. E non solo metaforicamente.
    Dispiace che la cultura cosiddetta ufficiale in questi casi si taccia, ritirata nei salotti cittadini.
    L’Archivio storico è un insieme di carte che parlano a chi le sa leggere e giovani hanno necessità di radici di cui parlare quando emigrano (sic!)

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