Ecco il nuovo manuale Cencelli ai tempi della rivoluzione accorintiana

Il nome di Leonardo Termini – ormai ex consulente a titolo gratuito (VEDI QUI) è quello che fa più “rumore”, ma anche le nomine degli altri due componenti del Cda dell’Amam da parte dell’Amministrazione Accorinti nascondono curiosità e retroscena .

La prevalenza delle quote rosa è certamente una novità per una giunta che ha una sola rappresentante femminile, l’assessore Patrizia Panarello, ma è la provenienza “politica” di Grazia Antonella De Tuzza e Anna Spinelli Francalanci a suscitare interesse fuori e dentro palazzo Zanca.

Grazia Antonella De Tuzza, classe 1956, attualmente capo area dell’Alta Formazione, Ricerca scientifica e Relazioni internazionali all’Università di Messina, è stata candidata nelle liste dell’Udc alle elezioni regionali del 2008.

Anna Spinelli Francalanci, classe 1960, è invece vicina alla “Piccola Comunità Nuovi Orizzonti”, della quale sono adepti quasi tutti gli esponenti dell’ esecutivo guidato dal sindaco Renato Accorinti. Il legame della Spinelli Francicalanci con questa giunta è anche di tipo “accademico”, avendo firmato il libro dal titolo “Dell’Usura. Il persistere dello sfruttamento dei bisogno”, edito da Rubbettino, insieme agli assessori Guido Signorino (anche lui Nuovi Orizzonti) e Tonino Perna, oltre che con Fabio Mostaccio, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali (ex Facoltà di Scienze politiche) dell’Ateneo peloritano.

C’è anche un altro intreccio che provoca mal di pancia e profonda delusione tra molti accorintiani, questa volta di tipo familiare: il marito di Anna Spinelli Francicalanci – che nel suo curriculum elenca un gran numero di collaborazioni con le cooperative “Azione sociale”, “Faro 85”, “Comunità e servizio” e con il Cirs di Messina, dove ha svolto per lo più compiti di docenza nell’ambito della formazione professionale – è un funzionario del Dipartimento dei servizi sociali, guidato dall’assessore Nino Mantineo.

Per una giunta che sin dal primo giorno si vanta di essere molto diversa da «quellicheceranoprima, che nominavano solo gli amici degli amici» (frase che il sindaco Accorinti ripete sino all’ossessione) è quanto meno singolare che dopo la selezione avviata la scorsa estate con l’emanazione dell’ Avviso pubblico (rimasto in pubblicazione dal 29 luglio all’8 agosto e poi “congelato”) siano venuti fuori, per i componenti del Cda, giusto due nomi riconducibili a partiti o ad associazioni molto vicini a questa amministrazione. Senza dimenticare il caso di Leonardo Termini, entrato dalla porta “di servizio” come esperto senza remunerazione ed “incoronato” presidente del Cda dell’Amam proprio quando l’Azienda Meridionale Acque si appresta a diventare – per volontà della giunta Accorinti – la partecipata più importante di Palazzo Zanca, chiamata a gestire non solo il servizio idrico ma anche il settore deu rifiuti. Termini sarà il “generale” di un bell’ esercito di lavoratori: alle sue dipendenze avrà presto non solo gli ex Feluca, gli ex Cea, gli ex Agrinova ma anche gli oltre 500 lavoratori di Messinambiente. Se fosse fosse dipeso dalla giunta Accorinti, per Termini si sarebbereo spalancate mesi fa le porte dell'Atm, in qualità di super consulente (con retribuzione), ma il dg Giovanni Foti gli ha sbarrato la strada.

Nel caso del Cda dell’Amam, qualche consigliere parla di nomine calate dall’alto, che poco hanno a che vedere con quel metodo dal basso che questa amministrazione professava in campagna elettorale, ma che anzi ricalca i metodi di “quellicheceranoprima”, tante volte pubblicamente ripudiati.

In questi giorni, a Palazzo Zanca, circola insistentemente anche un aneddoto paradigmatico che avrebbe come protagonista il vice-sindaco, Guido Signorino. Impegnatissimo nella redazione dei bilanci e preoccupato per le sorti che i documenti contabili potrebbero avere in Aula, viste le scaramucce tra Udc e Dr, l’assessore al bilancio avrebbe fatto sapere – attraverso la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, che ne ha dato notizia ai capigruppo – di essere disponibile ad un percorso di «condivisione e compartecipazione» per quanto riguarda i collegi dei revisori dei conti delle partecipate, molti dei quali in scadenza, primo tra tutti quello dell'Amam. Sembra però che la proposta finora non abbia riscosso particolare successo tra i destinatari.

Nell’era della rivoluzione accorintinana, a cambiare sono soprattutto i vocaboli: ciò che un tempo si chiamava spartizione, lottizzazione oggi si chiama compartecipazione.

Come diceva Andreotti: a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre.

Nella stagione “rivoluzionaria”, quella che avrebbe dovuto tagliare i ponti con i vecchi metodi del passato, con la vecchia politica, quella che non “nomina gli amici ed i parenti”, che non distribuisce poltrone, avvengono cose strane, al punto che potremmo perfino confondere il Cda targato 2015 con uno qualsiasi dei precedenti, quanto a sistema di nomina. Questo Cda ha persino un vago “sapore” che riporta alla giunta Buzzanca di traino Pdl-Udc. Il presidente, Leonardo Termini, ha un passato con quellicheceranoprima, un incarico nella partecipata Nettuno in quota An, una candidatura con la lista La Coccinella, la consigliera De Tuzza ha un passato con candidatura nell’Udc e la terza, Spinelli Francicalanci è lontana dall’identikit che Cambiamo Messina dal basso ha sempre auspicato per le nomine nel Palazzo. Se uniamo queste tre poltrone alle proposte di compartecipazione lanciate da un’amministrazione che teme agguati in aula sui bilanci ne esce fuori quella che si chiama: lottizzazione, distribuzione di poltrone. In una parola manuale Cencelli. Non si capisce perché quando i Cda e i revisori dei conti delle partecipate erano nominati con gli stessi criteri da quellicheceranoprima era lottizzazione invece se le stesse cose li fanno quellichecisonoadesso si chiama “compartecipazione”. Delle due l’una: o il metodo Cencelli & affini era deprecabile, e quindi questa giunta rischia di “incappare” negli stessi errori, oppure, nel momento in cui questa giunta adotta il manuale automaticamente ne santifica e purifica i comportamenti in maniera retroattiva. Oppure, più semplicemente, si mette da parte la Sindrome dell’Immacolata concezione e si ammette che in fondo, alla fine, non è cambiato niente e che le differenze tanto sbandierate sono solo specchietti per le allodole.

Danila La Torre- Rosaria Brancato