Le Donne risponde a Indietrononsitorna, propone il “tridente” ed elenca i risultati raggiunti

Le Donne risponde a Indietrononsitorna, propone il “tridente” ed elenca i risultati raggiunti

Danila La Torre

Le Donne risponde a Indietrononsitorna, propone il “tridente” ed elenca i risultati raggiunti

Tag:

sabato 16 Aprile 2016 - 22:59

Con una memoria destinata al sindaco Accorinti, il segretario/direttore generale di Palazzo Zanca spiega gli svantaggi di separare le due figure e alla richiesta dell’associazione politica fondata dai sostenitori dell’amministrazione risponde con una controproposta

“Riflessioni sul tema segretario/direttore (ott 2013- apr 2016) risultati raggiunti. Problematiche aperte. Soluzioni praticabili”. Quello appena citato è il titolo della memoria, che rischia però di diventare un testamento preparato dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne per convincere il sindaco Renato Accorinti a non assecondare le richiesta di Indietrononsitorna di affidare ad altra persona il ruolo di city manager, lasciando a lui solo quello di segretario (vedi qui).

A chi chiede lo sdoppiamento delle due figure, Antonio Le Donne – che sull’argomento avevano ascoltato pochi giorni fa (vedi qui) – risponde con una controproposta messa nero su bianco (in basso la versione integrale del documento). Il super manager dice chiaramente che separare i due ruoli non sarebbe vantaggioso per l’ente. Innanzitutto, non lo sarebbe dal punto di vista economico, «in quanto costerebbe molte decine di migliaia di euro in più della soluzione attuale». Secondo quanto spiega Le Donne, infatti, un direttore generale potrebbe costare intorno ai centoventimila euro, ai quali andrebbero aggiunti gli oneri accessori). Peraltro, il fondo dal quale si attingerebbe è quello per il personale a tempo determinato per un importo pari all'intera remunerazione. Il segretario generale grava, invece, sulle spese del personale a tempo indeterminato;

La separazione dei ruoli non sarebbe vantaggiosa – sempre secondo Le Donne – neanche dal punto di vista gestionale, «perché creerebbe un dualismo paralizzante tra due figure» né dal punto di vista giuridico, «in quanto la legge delega 124/2015 – "legge Madia" di riforma della Pubblica Amministrazione – ha cancellato le due figure distinte di segretario e direttore, creando il dirigente apicale unico che entrerà a breve obbligatoriamente in vigore con il decreto attuativo attualmente in fase di redazione».

All’analisi dei rischi che correrebbe il Comune nel caso in cui venisse separata la figura del direttore da quella del segretario generale, Le Donne fa seguire la sua proposta alternativa, ovvero la creazione di «un "sistema segreteria/direzione a tre punte" con due dirigenti operanti sotto la supervisione del dirigente apicale finalizzati al presidio delle due grandi funzioni: 1. un vicesegretario generale, realmente assegnato e operante che segua le funzioni di consiglio/giunta/contratti; 2. un dirigente di direzione che segua la parte della performance dirigenziale (e dell'Ente nel suo complesso) nonché il delicato sistema dei controlli interni».

«Entrambi questi dirigenti– scrive Le Donne – lavorerebbero per garantire l’efficacia e l’efficienza del sistema tecnico-burocratico complessivo supportando il ruolo apicale del segretario-direttore unico e unitario che sovrintende la gestione complessiva per raggiungere i massimi obiettivi perseguibili a favore dell'Ente, e dunque della Città, sia per quanto concerne le funzioni istituzionali, sia per quanto concerne i servizi da erogare».

A tal proposito, l’attuale direttore/generale Antonio Le Donne ricorda che prima del suo insediamento al Comune vi erano tre figure: il segretario generale, il vicesegretario e la dirigente di direzione ed in prossimità del suo arrivo, il vicesegretario (Giuseppe Mauro) è andato in pensione e la dirigente di direzione (Rossana Menne) si è trasferita in altra sede. «Nella prima metà del mandato amministrativo, per necessità oggettive, organizzative e finanziarie – spiega ancora – non si è potuto ripristinare subito la situazione preesistente e dunque si è dovuto accettare che i due potenziali dirigenti del "sistema a tre punte" facessero altro, data l’emergenza assoluta e la necessità di affrontare il disastro di cui tutti erano a conoscenza».

A chi gli rinfaccia di non aver conseguito i risultati sperati risponde con un lungo elenco di atti e fatti amministrativi, tra cui: «la riduzione da 54 a 22 dei dipartimenti dirigenziali e la predisposizione del funzionigramma contenente le competenze di ciascun dipartimento; varo del piano per l’innovazione e l’informatizzazione del sistema informativo comunale e per l’automazione generalizzata dei processi di lavoro; redazione del piano triennale di addestramento, aggiornamento e formazione del personale comunale; l’avvio concreto della stabilizzazione del personale precario da oltre vent’anni, con la firma dei prima 90 contratti; ripristino dei fondamentali organizzativi della ragioneria con l’impianto di un nuovissimo sistema informativo contabile, base indispensabile per l’efficientamento di tutta la macchina burocratica».

Riuscirà la memoria di Le Donne a convincere Accorinti a non scindere quel doppio ruolo che «con lungimiranza» (scrive testualmente l’attuale segretario/direttore generale) gli aveva affidato nell’ottobre del 2013? Vedremo nei prossimi giorni, quando il sindaco deciderà di dare ufficialmente risposta alla rischiesta di Indietrononsitorna – sposata anche dalla consigliera comunale Lucy Fenech e dal Movimento “Cambiamo Messina dal Basso”.

Danila La Torre

Di seguito il documento integrale firmato da Le Donne

RIFLESSIONI SUL TEMA SEGRETARIO/DIRETTORE (ott 2013- apr 2016) RISULTATI RAGGIUNTI. PROBLEMATICHE APERTE. SOLUZIONI PRATICABILI.

È giusto riflettere a tutto campo sulle questioni che riguardano la situazione della Città; ben vengano, dunque, documenti che pongono i temi e tentano soluzioni stimolando il dibattito.

Nel merito, la proposta avanzata da una associazione e da una consigliera comunale è finalizzata a suddividere il ruolo apicale unitario del Comune scindendolo in due distinti ruoli di segretario e direttore, con la motivazione che l’attuale figura risulterebbe oberata di lavoro.

Ebbene, il problema posto è certamente serio ma può essere risolto in altro modo, come vedremo; ciò perché la proposta avanzata non è auspicabile da molti punti di vista:

– non lo è da quello economico, in quanto costerebbe molte decine di migliaia di euro in più (ad essere prudenti) della soluzione attuale (esaminando i casi delle altre città di analoga importanza si rilevano dati oltre i centoventimila euro ai quali si aggiungono gli oneri accessori) e inoltre andrebbe a ridurre il fondo per il personale a tempo determinato per un importo pari all'intera remunerazione perché il costo di un direttore distinto dal segretario grava totalmente sul quel fondo, mentre il segretario grava sulle spese di personale a tempo indeterminato;

– non lo è da quello gestionale, perché creerebbe un dualismo paralizzante tra due figure che in questi quasi venti anni di legge 127/1997 (quella che ha introdotto la figura del direttore distinto dal segretario) ha prodotto gravi difficoltà agli Enti locali;

– non lo è da quello giuridico, in quanto la legge delega 124/2015 – "legge Madia" di riforma della Pubblica Amministrazione – ha cancellato le due figure distinte di segretario e direttore, proprio per superare le difficoltà a cui si accennava, creando il dirigente apicale unico che entrerà a breve obbligatoriamente in vigore con il decreto attuativo attualmente in fase di redazione.

Perciò non avrebbe senso scindere ora il ruolo a Messina dopo che, con lungimiranza, a ottobre 2013 il Sindaco Accorinti e la sua Amministrazione lo hanno unificato.

Al contrario, bisognerebbe supportare tale ruolo (così entriamo nel merito di una soluzione praticabile) non già svuotandolo di forza attraverso una scissione, bensì potenziandolo, con la creazione di un "sistema segreteria/direzione a tre punte" con due dirigenti operanti sotto la supervisione del dirigente apicale finalizzati al presidio delle due grandi funzioni:

1. un vicesegretario generale, realmente assegnato e operante che segua le funzioni di consiglio/giunta/contratti;

2. un dirigente di direzione che segua la parte della performance dirigenziale (e dell'Ente nel suo complesso) nonché il delicato sistema dei controlli interni.

Entrambi questi dirigenti lavorerebbero per garantire l’efficacia e l’efficienza del sistema tecnico-burocratico complessivo supportando il ruolo apicale del segretario-direttore unico e unitario che sovrintende la gestione complessiva per raggiungere i massimi obiettivi perseguibili a favore dell'Ente, e dunque della Città, sia per quanto concerne le funzioni istituzionali, sia per quanto concerne i servizi da erogare.

Prima del mio insediamento a Messina vi erano tre figure: il segretario generale, il vicesegretario e la dirigente di direzione; in prossimità del mio arrivo a Messina, il vicesegretario è andato in pensione e la dirigente di direzione si è trasferita in altra regione d‘Italia.

Appena arrivato il 17 ottobre 2013, dunque, non ho trovato nessuno di loro in servizio e il nuovo vicesegretario era intensamente impegnato come dirigente titolare di un diverso dipartimento, e ad interim di altri dipartimenti privi di dirigenti, e subito dopo anche di quello delicatissimo delle Politiche sociali, nonché fungeva da sostituto temporaneo di vari dirigenti di volta in volta assenti. L'ultimo impegno che si sarebbe potuto pretendere da lui era che facesse il vicesegretario a tempo pieno. Sarebbe stata una richiesta irresponsabile.

Inoltre, anche alcuni funzionari dell'area della segreteria generale erano stati spostati per coprire note lacune organizzative o sarebbero andati in mobilità e in pensione poco dopo; peraltro, sono stati solo parzialmente sostituiti a causa della grave carenza di personale.

Pertanto, nella prima metà del mandato amministrativo, per necessità oggettive, organizzative e finanziarie, non si è potuto ripristinare subito la situazione preesistente e dunque si è dovuto accettare che i due potenziali dirigenti del "sistema a tre punte" facessero altro, data l’emergenza assoluta e la necessità di affrontare il disastro di cui tutti erano a conoscenza.

Appare dunque ragionevole dare atto del senso di responsabilità dimostrato, accettando di lavorare con dedizione – senza la possibilità di delegare ed essere supportato – per due anni e mezzo perseguendo molti obiettivi, dei quali tanti raggiunti, anche se non ancora visibili in modo palese alla cittadinanza, ma principalmente agli addetti ai lavori poiché sono alla base della necessaria e preliminare ricostruzione dell’Ente; si pensi ad alcuni risultati quali: a) riorganizzazione burocratica del 20 dicembre 2013 con la riduzione da 54 a 22 dei dipartimenti dirigenziali e la predisposizione del funzionigramma contenente le competenze di ciascun dipartimento per impedire il cd "scarica barile"; b) avvio del complesso dei controlli interni tra i quali quello sulla regolarità amministrativa; c) impianto del sistema anticorruzione e della trasparenza anche con l'avvio di stabili partenariati con associazioni che perseguono tali finalità e l'attivazione della piattaforma per la denuncia di ipotesi corruttive garantendo l'anonimato del denunciante a i termini di legge; d) notevole potenziamento e reale finanziamento del sistema di sicurezza sul lavoro dei dipendenti con istituzione dell'infermeria comunale e attivazione di controlli medici di massa; e) varo del piano per l’innovazione e l’informatizzazione del sistema informativo comunale e per l’automazione generalizzata dei processi di lavoro; f) redazione del piano triennale di addestramento, aggiornamento e formazione del personale comunale, vera leva in sostegno della modernizzazione della macchina comunale; g) potenziamento dell'attività della toponomastica con il varo del progetto "Mille nomi per mille vie" per ridare spinta al processo di denominazione delle 1700 vie senza nome; h) avvio della istituzione del quadro intermedio comunale con la prossima nomina delle posizioni organizzative e della alte professionalità dopo oltre 15 anni dalla loro previsione nel contratto collettivo nazionale di lavoro; i) progetto di riorganizzazione integrale della riscossione comunale, fondamento ineludibile per la sostenibilità del rinnovato sistema di welfare di comunità; l) ripristino dei fondamentali organizzativi della ragioneria con l’impianto di un nuovissimo sistema informativo contabile, base indispensabile per l’efficientamento di tutta la macchina burocratica; m) costituzione del gruppo di lavoro interno per la misurazione della performance dirigenziale e complessiva dell’Ente, con la predisposizione del piano degli obiettivi e il connesso monitoraggio per valutare il raggiungimento dei risultati, e l'esame di migliaia di documenti attestanti il comportamento organizzativo dei dirigenti in questo primo triennio di mandato (documentazione che sarà vagliata dall'Organismo indipendente di valutazione dei dirigenti ormai nominato e in fase di insediamento); n) il piano di razionalizzazione complessiva delle partecipate con la costituzione di una società multiservizi, vero cardine organizzativo per il perseguimento della qualità dei servizi al cittadino; o) l’avvio concreto, senza enfasi ma con assoluta determinazione, unica città capoluogo della Sicilia, della stabilizzazione del personale precario da oltre vent’anni, con la firma dei prima 90 contratti.

Tutti i predetti obiettivi sono stati raggiunti non già in un contesto “normale”, ma in una situazione connotata dallo spettro del dissesto dell’Ente (e dunque senza nemmeno citare la complessissima operazione del varo del Piano di riequilibrio dell’Ente, che da solo vale un intero mandato, non solo politico, ma anche tecnico-amministrativo) e con una emorragia di personale e di professionalità inarrestabile (uno stillicidio implacabile consistente nella fuoriuscita di un dipendente e mezzo ogni settimana, oltre duecento dipendenti in meno in questo solo triennio, in un corpo burocratico già debilitato e con il blocco di fatto delle assunzioni per il biennio 2014/2015 a causa della irrisolta questione del riordino delle provincie e del varo delle città metropolitane).

E’ stato dunque prodotto, nonostante tutto, un notevole sforzo per ricostruire le fondamenta scricchiolanti del sistema. E ora si sta per innalzare, su queste fondamenta rinnovate, il nuovo Palazzo della comunità, perché i prossimi due anni saranno quelli della costruzione “fuori terra”.

Infatti si è finalmente giunti alla seconda metà del mandato, quando si potrebbe ripristinare il “tridente" della segreteria/direzione (che è dunque la soluzione organizzativa al problema posto) per focalizzare l'impegno non soltanto sulla sola dimensione contabile, la cui criticità è in via di superamento, ma anche e soprattutto sulla dimensione della qualità gestionale all’interno dell’Ente, e sulle dimensioni dello sviluppo economico, della rigenerazione urbanistica, della innovazione sociale e della cosiddetta “città intelligente” che sono oggi i temi di impegno prioritario sul territorio.

Ciò significa che, finalmente, si potrebbe rientrare nella “normalità” perché l’Ente ha ormai impostato correttamente le questioni basilari della contabilità e si sta progressivamente incamminando verso la gestione finanziaria "ordinaria" consentendo al vertice unitario dell'apparato comunale, il segretario-direttore, di non essere più oberato dal coprire anche lacune gestionali di svariati settori, e finalmente potere agire, con serenità, nella pienezza delle sue attribuzioni e con la forza e determinazione che ne deriva dai due importanti supporti dirigenziali prima descritti: ecco, proprio a questo punto, invece, si vuole improvvisamente azzerare tutto.

Antonio Le Donne

Segretario generale – Direttore generale della Città di Messina

8 commenti

  1. Il tentativo di Le Donne di salvare il salvabile pro domo sua e’ patetico ed appiccicoso. Da che mondo è mondo, i risultati parlano. Antonio Le Donne ha determinato la ulteriore regressione della macchina amministrativa, non ponendo alcun rimedio o percorso migliorativo per migliorare comportamenti ed affidabilità di Dirigenti ed Uffici. Si è accorto solo adesso delle incapacità di Cama. Solo 4 mesi addietro si è accorto della necessità di un serio programma di formazione. Ha preteso il potere assoluto gestionale, producendo, in tempi biblici, il ricorso a “badanti”. Oggi si fa scudo di Eller. Non ha competenze di sistemi informatici e usa come scudo il molle Signorino. Nei fatti tenta di prepararsi la permanenza nel prossimo futuro……..

    0
    0
  2. Il tentativo di Le Donne di salvare il salvabile pro domo sua e’ patetico ed appiccicoso. Da che mondo è mondo, i risultati parlano. Antonio Le Donne ha determinato la ulteriore regressione della macchina amministrativa, non ponendo alcun rimedio o percorso migliorativo per migliorare comportamenti ed affidabilità di Dirigenti ed Uffici. Si è accorto solo adesso delle incapacità di Cama. Solo 4 mesi addietro si è accorto della necessità di un serio programma di formazione. Ha preteso il potere assoluto gestionale, producendo, in tempi biblici, il ricorso a “badanti”. Oggi si fa scudo di Eller. Non ha competenze di sistemi informatici e usa come scudo il molle Signorino. Nei fatti tenta di prepararsi la permanenza nel prossimo futuro……..

    0
    0
  3. Non volendo entrare nel merito degli obiettivi raggiunti dal mega manager, il cui ricco e prestigioso curriculum e’ noto a tutti (sic!) per ovvi motivi di spazio, vorrei solo precisare che la legge delega Madia ha previsto l’esatto contrario di quanto riferito da Le Donne: nei comuni sopra i 100 mila abitanti, e Messina lo è, chi deciderà di avvalersi del Direttore generale ( Sindaco) non dovrà nominare il Dirigente apicale ( ex Segretario Comunale). Da questo punto di vista, La difesa ad oltranza, e a tutti i costi, del doppio incarico non regge.

    0
    0
  4. Non volendo entrare nel merito degli obiettivi raggiunti dal mega manager, il cui ricco e prestigioso curriculum e’ noto a tutti (sic!) per ovvi motivi di spazio, vorrei solo precisare che la legge delega Madia ha previsto l’esatto contrario di quanto riferito da Le Donne: nei comuni sopra i 100 mila abitanti, e Messina lo è, chi deciderà di avvalersi del Direttore generale ( Sindaco) non dovrà nominare il Dirigente apicale ( ex Segretario Comunale). Da questo punto di vista, La difesa ad oltranza, e a tutti i costi, del doppio incarico non regge.

    0
    0
  5. le donne ci ha abituati alle sue sciocchezze. Perché non dice la verità? A lui interessa solo il doppio stipendio, null’altro! per questo non vuole lasciare alcun incarico. Lui, è la giusta espressione dello scalzo, a lui interessano solo i soldi. E il tibetano è, ovviamente, responsabile!

    0
    0
  6. le donne ci ha abituati alle sue sciocchezze. Perché non dice la verità? A lui interessa solo il doppio stipendio, null’altro! per questo non vuole lasciare alcun incarico. Lui, è la giusta espressione dello scalzo, a lui interessano solo i soldi. E il tibetano è, ovviamente, responsabile!

    0
    0
  7. Ma vi rendete conto , quando andrà via quanto percepirà di buonauscita, e i diritti sui contratti cui hanno diritto dove li mettete?

    0
    0
  8. Ma vi rendete conto , quando andrà via quanto percepirà di buonauscita, e i diritti sui contratti cui hanno diritto dove li mettete?

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007