Ecco cosa iniziano ad elaborare i grandi centri di calcolo internazionali dal prossimo weekend
L’anomalo periodo caldo vissuto in questi giorni, con i termometri che hanno raggiunto valori tipicamente estivi lungo il settore costiero tirrenico, possono illudere su un avvio (troppo) anticipato della bella stagione. Ma attenzione, perché non è così. Anzi, per certi versi, la calda circolazione subtropicale che tuttora ci interessa, spingendo i termometri su valori di +4°C +5°C sopra le medie del periodo, è un chiaro segnale premonitore dell’ormai, imminente, cambiamento del tempo. Guai a parlare di “clima pazzo”, o altre amenità simili, che spesso si leggono fra i giornali locali e nazionali quando si parla di clima o meteorologia (peraltro due argomenti molto diversi fra loro). Anche perché l’atmosfera segue delle dinamiche ben precise, perfettamente ancorate alle leggi della fisica.
Come anticipato da oltre un mese, quest’anno, a differenza degli scorsi inverni, la figura del vortice polare si presenta ancora estremamente disturbata, a seguito del fenomeno dello “stratwarming” (un forte riscaldamento della stratosfera sopra la regione artica), che continua a tenere la figura del vortice polare dislocata fuori dal proprio asse originario, con due grandi “lobi” (immensi vortici di bassa pressione caratterizzati da aria gelida artica in continua rotazione) dislocati rispettivamente fra l’Arcipelago Artico canadese e il nord America, e un altro nell’area euroasiatica, fra Russia e Siberia (dove ci avviciniamo ai -60°C). Difatti nei prossimi giorni, una volta smaltiti tutti gli effetti di questa avvezione calda, proveniente dai deserti del Sahara, una estesa ondata di gelo piomberà nuovamente in Europa, grazie allo scivolamento fino al cuore del continente europeo del vortice polare, la vasta area ciclonica colma di aria gelida a tutte le quote che staziona sopra il mar Glaciale Artico.
La discesa verso le latitudini europee favorirà l’affondo di una serie di ondate di freddo, dapprima di origine marittima e poi continentale, provenienti direttamente dalle latitudini artiche, in direzione dell’Europa centrale e orientale. Questa massa d’aria fredda, scivolando lungo il bordo orientale di un’area anticiclonica, che dovrebbe collocarsi al traverso della Scandinavia, tenderà ad assumere un moto “retrogrado” (ossia contrario ai venti occidentali), muovendosi da nord-est verso sud-ovest, raggiungendo l’area carpatico-danubiana e i Balcani, fino alle porte del “Mediterraneo” (valichi delle Alpi Dinariche, fra Slovenia, Croazia, Montenegro).
In parole povere, a cominciare dal prossimo weekend, aria decisamente fredda, e molto ma molto densa, legata al vortice polare, inizierà a fare il suo ingresso in Adriatico, ramificandosi verso le regioni centro-settentrionali, ed in seguito anche al meridione. Ancora è troppo presto per qualsiasi tipo di previsione, o sbilanciamento. Ma ormai quasi la gran parte dei modelli numerici, nelle loro simulazioni, intravedono buone possibilità che, dopo il prossimo fine settimana, questa massa di aria molto fredda, dopo essersi quasi del tutto continentalizzata al suolo (sopra terreni innevati), riuscirà ad aprirsi un varco sul Mediterraneo, traboccando dalle Alpi Dinariche verso le adriatiche e la Sicilia e lo Ionio, dove, oltre al gran freddo, riporterà la neve fino a quote basse. Ma per ulteriori dettagli sulla svolta invernale di questo dinamico mese di febbraio cercherò di essere più chiaro nei prossimi aggiornamenti.