La “guerra” in corso sul torrente Trapani e le conseguenze di un folle Piano regolatore

La “guerra” in corso sul torrente Trapani e le conseguenze di un folle Piano regolatore

La “guerra” in corso sul torrente Trapani e le conseguenze di un folle Piano regolatore

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mercoledì 26 Ottobre 2011 - 08:20

E’ battaglia a suon di carte bollate tra una delle ditte che sta costruendo ed il Genio Civile. E i direttori dei lavori dicono: col cantiere fermo la collina diventa pericolosa. Sopralluogo della quarta Circoscrizione

Cosa sta succedendo sul torrente Trapani? E cosa potrebbe succedere? Sono interrogativi legittimi, alla luce di una sorta di “guerra” che su quella collina si sta consumando e che vede protagonisti una delle ditte che sta costruendo lassù, la Pett srl, il Genio Civile ed il Comune. Con una vicenda che diventa il simbolo delle degenerazioni di un Piano regolatore folle che ha creato legittime aspettative e forse tardive sussulti di coscienza. Sul torrente Trapani alto è previsto un programma costruttivo di quasi 400 alloggi. Tanti, tantissimi, forse troppi, ma così dice il Prg, che anzi ne prevede anche di più. Due ditte si sono lanciate in questa impresa e già 84 alloggi sono stati conclusi (primo di tre lotti), con la conseguenza che 84 famiglie hanno già casa nelle prime sei palazzine della famosa “Residenza”. Il secondo lotto prevede 68 alloggi da parte della Pett e 28 da parte dell’altra ditta, cointestataria della concessione edilizia rilasciata dal Comune anni addietro (non col silenzio assenso, va detto). E qui nasce la “guerra”: fatta salva la sospensione di sei mesi determinata dal Comune, la Segi ha potuto proseguire con l’ultimazione dei suoi 28 alloggi, la Pett no. La seconda ditta è ferma da mesi sul cantiere, ha mandato un centinaio di operai a casa e ha innescato una battaglia, anche nelle aule di tribunale, con l’ingegnere capo del Genio Civile Gaetano Sciacca. Al quale è stata inviata anche una diffida, figlia di una pronuncia del Tar che, in sostanza, invita il Genio Civile ad esprimersi, anche su quali sarebbero, eventualmente, gli interventi da fare per mettere in sicurezza l’area.

«Se la zona è in uno stato di grave pericolo per la pubblica e privata incolumità – è la sintesi delle rimostranze della Pett – perché lo è solo per i nostri alloggi e non per quelli che si stanno ultimando a 50 metri da noi o per quelli che abbiamo già ultimato poco più sotto?». E anche questo sembra un interrogativo più che legittimo. Sciacca, però, vuole fermare ogni cultura del sospetto: «Le nostre carte sono a disposizione di tutti, chiunque può verificare ciò che facciamo. Capisco pure che certe nostre decisioni diano fastidio, ma i nostri provvedimenti sono tutti di natura tecnica». Non politica. Eccola, dunque, la degenerazione di questo folle Prg: da una parte c’è chi ha ottenuto legittimamente una concessione edilizia su un terreno che in precedenza, per quanto possa essere discutibile, era diventato edificabile e che adesso avanza aspettative rispetto ad un progetto “vistato” da tutti, compreso il Genio Civile; dall’altra c’è chi, vedi Sciacca, si è intestato una dura battaglia, forse tardiva in una città dove si è fatto tutto e il contrario di tutto, che per essere vinta ha bisogno di basi molto più che solide.

Il paradosso finale sta tutto nella preoccupante lettera che i direttori dei lavori delle opere di urbanizzazione primarie del programma costruttivo del torrente Trapani, gli ingegneri Luciano Taranto e Massimo Celano, hanno inviato al Genio Civile ed al sindaco: «A tutt’oggi – scrivono – non è stato possibile, a causa dei noti impedimenti, dare corso alle lavorazioni previste nei progetti approvati, con particolare riferimento al completamento delle varie aree di pertinenza degli edifici in corso d’opera e di futura edificazione, la cui esecuzione, come già ampiamente illustrato, è propedeutica alla definitiva regimentazione delle acque piovane. Il perdurare di tale situazione, nonostante la periodica attività di manutenzione effettuata dalle ditte proprietarie, potrebbe inficiare l’efficacia delle opere di consolidamento eseguite per la rimozione dei rischi e pericoli per la pubblica e privata incolumità», opere, quest’ultime «già da tempo eseguite, collaudate ed asseverate con perizia giurata dai direttori dei lavori», i quali, in conclusione, «declinano ogni responsabilità per danni diretti ed indiretti a cose o persone, soprattutto generate dalle avversità atmosferiche della prossima stagione invernale». Eccolo il paradosso: il pericolo arriva non dalla nuova costruzione ma dal mancato completamento, dovuto al blocco “istituzionale”, di quelle in corso d’opera.

E proprio sul torrente Trapani venerdì scorso una delegazione del consiglio della quarta Circoscrizione ha effettuato un primo sopralluogo congiunto con il geologo Antonino Gambino, con il quale è stato sottoscritto a settembre un protocollo d’intesa (a titolo gratuito). Sulla opportunità o meno di sospendere ulteriori nuovi insediamenti edilizi nell’attesa di una verifica sulle condizioni di sicurezza dell’area, il Consiglio ha annunciato che a breve inviterà ad un confronto pubblico gli attori istituzionali coinvolti dal tema dello sviluppo urbanistico ed edilizio «per esporre la loro posizione alla luce del sole, confrontandosi con la città e i suoi cittadini, sgombrando l’orizzonte da equivoci». Nel caso specifico i sopralluoghi sono stati coordinati dalla terza e dalla quarta commissione consiliare, competenti per materia, presiedute rispettivamente dai consiglieri Francesco De Pasquale e Maurizio Guanta.

Già altri sopralluoghi sono stati fatti nei mesi scorsi con l’ordine degli ingegneri in altre aree «indicate dal Consiglio come più “sensibili”, ed i risultati di tali indagini sono stati già inviati all’amministrazione per i necessari interventi e deduzioni. Con le schede prodotte dalle indagini geologiche, seppure non approfondite, il Consiglio vuole poter valutare oggettivamente, dopo avere raccolto le opportune informazioni tecniche, quale indirizzo indicare all’amministrazione per uno sviluppo sostenibile del territorio, rilevando rischi e criticità più immediate, con l’obiettivo ultimo di arrestare l’incondizionata, deregolamentata e scellerata devastazione delle nostre colline e più in generale dell’intera città, ponendo le basi per la redazione del nuovo Prg ormai non più rinviabile».

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