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La nostra società ci ha insegnato che per essere felici dobbiamo raggiungere alcune mete: “farci una posizione”, “avere” una casa, una famiglia e altre cose che ci diano sicurezza e stabilità, che dicano a noi e agli altri chi siamo. Tutto ciò ha costituito fino a ieri un ideale di felicità perseguibile. Oggi tutto è flessibile e precario, tali obiettivi sembrano chimere. Le nuove generazioni si trovano a non saper progettare un futuro e quelle precedenti si vedono costrette a doverselo reinventare. Il quadro sembra tetro e per molti versi lo è davvero. Non sminuisco il dolore e la fatica che la crisi comporta, voglio però mettere in luce l’altro lato della medaglia, quello che parla di speranza e rinnovamento, che vede la crisi come una spinta essenziale a ricercare in noi stessi nuove energie e nuovi modi di vivere la vita: la “crisi”, il caos e le difficoltà che porta con sé, ci spingono a riconsiderare il vecchio, a chiederci “ma davvero vogliamo questo?”. Ecco che allora la parola “crisi” incarna il suo senso più bello e utile: “crisi” è valutazione, scelta (non facile, ma possibile) di nuovi e più affini modi di vivere. La crisi ci costringe a comprare meno cose, le scegliamo allora con più attenzione alla qualità e siamo più creativi, reinventando ciò che abbiamo già. Rende quasi impensabili i vecchi percorsi di carriera ed ecco che riconsideriamo il valore dell’artigianato. Ci costringe a vacanze meno costose, e scopriamo così la bellezza della nostra Terra. Ci ostacola nel metter su famiglia e ci fa scoprire il valore di legami sociali sottovalutati, ci stimola a trovare nuovi modi per sentirci membri attivi di questa umanità. Aumenta il numero delle persone che dice grazie alla crisi che le ha costrette ad uscire da una situazione sicura ma insoddisfacente. Voglio lanciare una provocazione: se non possiamo sottrarci ad essa, allora USIAMOLA! Aiutati anche dai mezzi di riflessione che la psicologia ci fornisce, usiamola come pretesto per pensare da una prospettiva nuova a noi, alle persone ed alle relazioni per noi importanti, ai nostri desideri e problemi, ai nostri progetti. Forse scopriremo che possiamo essere comunque felici, se solo siamo disposti a metterci in gioco per trovare la nostra via alla felicità.
“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana.
Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.
