Parola di Maria Baronello, assistente sociale riferimento dei servizi messinesi. Dai peer educator all'assistente sociale di famiglia, ecco le proposte
Messina. Il caso di Sara Campanella ha riacceso i riflettori sul dilagare della violenza tra i giovanissimi, che è già un allarme anche a Messina come dimostrano episodi recenti. L’educazione sentimentale, gli incontri con le associazioni, le campagne di sensibilizzazione non bastano. Contro il fenomeno dei femminicidi che non aumentano ma vedono sempre più abbassarsi l’età dei protagonisti, servono urgentemente misure efficaci.
Parola di Maria Baronello, assistente sociale dell’Ordine regionale della professione, già Garante dei diritti dell’infanzia e l’adolescenza.
Istituzione del servizio civile obbligatorio
“I ragazzi vivono una vita sempre più virtuale, priva di difficoltà e frustrazioni, scarna di affetti ed emozioni, isolati. E’ necessario invece formarli a senso civico al rispetto delle regole ma anche delle sofferenze, dell’impegno e degli insuccessi. Il servizio civile obbligatorio oltre a metterli a contatto con situazioni di difficoltà li obbligherebbe ad un bagno di realtà quanto mai necessario, oggi”.

Peer educator nelle scuole
“Oggi nelle aule entrano tanti soggetti portatori di importanti messaggi certamente, ma a volte privi di adeguata preparazione al dialogo con i giovani e magari poco efficaci, nel catturare la loro attenzione. Ecco perché si dovrebbe prevedere nelle scuole una figura laureata e specializzata, di un’età anagrafica vicina agli studenti, per ridurre il gap generazionale e comprendere il linguaggio dei giovani, diventando un modello di adulto competente raggiungibile, imitabile”.
Introdurre il Leps
“Ai docenti chiediamo sempre di più, a loro è destinato un carico di responsabilità non più esclusivamente didattico ed educativo ma anche sociale, antropologico, multietnico. Istituire come obbligatorio in ogni scuola una supervisione professionale attraverso un Leps (Link educatore professionale supervisore) sarebbe un sostegno per chi lavora con i giovani”.
Potenziare i consultori familiari
Continua la dottoressa Baronello: “I servizi sociali arretrano mentre andrebbero potenziati, a cominciare dai consultori familiari perché come le scuole anche le famiglie vanno sostenute e dotate di strumenti efficaci per dialogare con ed educare i ragazzi. In questa ottica, anche istituire un coordinamento dei pediatri di famiglia e istituire una figura di assistente sociale di famiglia costituirebbe una opportunità. Penso a una figura che accompagna lo sviluppo della famiglia e dei singolo membri, sostenendola nelle fragilità e nei bisogni, trovando risorse per la fuoriuscita dal bisogno o indirizzando la stessa a servizi specialistici”.

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