Politica

“Fermiamo il Regionalismo differenziato”: la proposta del centro sinistra

Creare un argine all’onda del regionalismo differenziato. Una proposta in tal senso è stata presentata in conferenza stampa e sottoscritta dai consiglieri comunali dei gruppi PD, LiberaME e Più Europa.

La delibera, che è stata illustrata dai consiglieri Alessandro Russo e Felice Calabrò, con gli interventi dei consiglieri Gaetano Gennaro, Alessandro De Leo e Massimo Rizzo, è intesa a promuovere un’analisi approfondita dei danni effettivi che l’attuazione della riforma proposta dal Governo nazionale, su istanza delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, potrebbe comportare anche indirettamente nei confronti del Comune di Messina nell’anno 2018 e nelle annualità successive, nonché a verificare tutte le possibili azioni da porre in essere a tutela dell’interesse del nostro Ente Locale e che, per competenza funzionale, sono di responsabilità del Sindaco della Città.

Le ripercussioni

Il punto centrale della conferenza stampa è stato quello della necessità di avviare un dibattito politico approfondito sulle possibili ripercussioni che l’eventuale applicazione del regionalismo differenziato potrebbe avere sui Comuni italiani con minore capacità contributiva e fiscale. Secondo lo schema ipotizzato, infatti, a capacità fiscale maggiore corrisponderebbe una maggiore dotazione finanziaria a favore degli Enti Locali e delle Regioni. Questo comporterebbe un vulnus profondo nell’impianto unitario della Costituzione, poiché è notorio che le regioni meridionali – che per ragioni storiche ed economiche che fanno data addirittura ai tempi dell’Unità del Paese presentano oggi un ciclo economico decisamente inferiore rispetto a quelle settentrionali – si vedrebbero in breve tempo private delle quote di perequazione che dallo Stato centrale vengono assegnate per coprire il costo dei servizi che non riuscirebbero a pagare con le proprie entrate fiscali locali.

Pagano i più poveri

I consiglieri evidenziano come “il senso della proposta del regionalismo differenziato che Lega e Movimento Cinque Stelle stanno colpevolmente portando avanti è che chi più avrà in termini di reddito, più diritti potrà esercitare ed estendere a favore dei cittadini. Le regioni più povere, come quelle del Sud, invece, si vedrebbero enormemente penalizzate essendo private delle quote di riparto perequativo che lo Stato centrale è per Costituzione obbligato a concedere”.

In tale disegno, sono i principi di solidarietà nazionale e di sussidiarietà che verrebbero gravemente lesi, poiché sullo stesso territorio nazionale si statuirebbe un pericoloso principio per il quale se gli Enti Locali e le Regioni hanno le risorse, potranno assicurare diritti essenziali ai propri cittadini, lasciando ai restanti cittadini italiani le briciole e l’impossibilità di assicurare ai propri cittadini gli stessi diritti che le Regioni ricche assicurerebbero.

Il principio dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica verrebbero meno in un sol colpo, acuendo ancora di più la profonda spaccatura tra Nord e Sud del Paese.

I rischi

Un pericolo incredibile e finora sottovalutato– proseguono- sul quale è obbligatorio aprire un tavolo di confronto pubblico, tra i partiti, le associazioni, i cittadini per chiedere a gran voce che il disegno di separazione di fatto del Paese venga arrestato al più presto, ivi prevedendo azioni giurisdizionali presso tutti gli organi di giustizia della Repubblica a tutela degli interessi della nostra città e delle città siciliane e meridionali, così come opportunamente già avviato da parte di alcuni sindaci meridionali e presidenti di regione meridionali. Un’azione politica che, partendo da questa delibera, vogliamo estendere a un numero sempre più ampio di Consigli e di Amministrazioni siciliane al fine di coinvolgere nel dibattito e nella rete di coordinamento quanti più Comuni possibili”