"Fu infortunio sul lavoro", va risarcita la morte per Covid della dottoressa Tanya Trimarchi

“Fu infortunio sul lavoro”, va risarcita la morte per Covid della dottoressa Tanya Trimarchi

Gianluca Santisi

“Fu infortunio sul lavoro”, va risarcita la morte per Covid della dottoressa Tanya Trimarchi

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sabato 10 Settembre 2022 - 07:25

Originaria di S. Teresa, è morta a Trento due anni fa dopo aver contratto il virus da un paziente. Accolta dal giudice l'istanza dell'erede contro le compagnie assicurative

S. TERESA – Il Covid contratto durante il servizio non è malattia, ma infortunio sul lavoro. Lo ha stabilito il Tribunale di Trento che ha condannato la Società Cattolica di Assicurazione e Aviva Italia a pagare l’indennizzo di 125mila euro previsto dalla polizza infortuni contratta da Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Medici) per conto dei medici di medicina generale, medici di continuità assistenziale o di guardia medica. Il caso in questione è quello della dottoressa Tanya Trimarchi, originaria di S. Teresa e deceduta a 57 anni il 30 marzo del 2020 all’ospedale S. Chiara di Trento, dopo aver contratto il Covid durante una visita domicilia a Soraga di Fassa, in provincia di Trento, il 14 marzo 2020. La dottoressa Trimarchi prestava servizio come medico di continuità assistenziale in Val di Fassa. Il fratello, unico erede, aveva chiesto l’indennizzo assicurato in polizza per il caso morte ma le compagnie avevano respinto la domanda sul rilievo che il Covid è malattia e non infortunio e che, pertanto, non rientra tra le ipotesi assicurate dalla polizza.

La sentenza del Tribunale di Trento

Rappresentato dall’avvocato Renzo Briguglio del foro di Messina, il fratello si è quindi rivolto al Tribunale di Trento che con sentenza pubblicata il 30 agosto scorso ha accolto la sua domanda, rilevando he era stata documentata e comunque appariva “più probabile che non” l’origine lavorativa del contagio. “Il che – ha commentato l’avvocato Briguglio – rende indiscutibile la qualificazione di infortunio sul lavoro, ricorrendone tutti i presupposti normativi, compresa la causa violenta alla quale va equiparata la causa virulenta”. Il giudice ha condannato le due compagnie assicurative alla corresponsione in favore del ricorrente della somma di 125mila euro (più interessi e rivalutazione monetaria) a titolo di indennizzo in relazione alla morte della dottoressa santateresina. Inoltre le società sono state condannate alla rifusione delle spese di giudizio pari a 18mila euro. “La particolarità di questa sentenza – ha aggiunto l’avv. Renzo Briguglio – rende evidente come anche i medici non strutturati, ma in convenzione con le aziende sanitarie di appartenenza, godono di tutela in caso di infortunio da Covid per effetto della polizza collettiva stipulata da Enpam”.
Una targa in ricordo della dottoressa Tanya Trimarchi è stata apposta lo scorso anno nei locali del Pte di S. Teresa.

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