Gioia Tauro(RC): scovati altri 37 percettori indebiti del Reddito di Cittadinanza. IL VIDEO

Gioia Tauro(RC): scovati altri 37 percettori indebiti del Reddito di Cittadinanza. IL VIDEO

Dario Rondinella

Gioia Tauro(RC): scovati altri 37 percettori indebiti del Reddito di Cittadinanza. IL VIDEO

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giovedì 11 Giugno 2020 - 08:05

Gran parte dei soggetti percettori sono elementi di spicco della cosca di ‘ndrangheta Piromalli – Molè di Gioia Tauro.

Scoperti i nuovi “furbetti” del reddito di cittadinanza: 37 in tutto i soggetti coinvolti nell’Operazione dei Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro denominata “Jobless Money”.

Le indagini, condotte dai militari di Gioia Tauro col supporto specialistico del Nucleo Ispettorato del Lavoro, sono il frutto di un’attenta attività di analisi delle istanze presentate dai percettori del reddito di cittadinanza dalle cui verifiche, effettuate anche attraverso un esame incrociato dei dati acquisiti con le informazioni presenti nelle banche dati in uso alle FF.PP. e con riscontri sul terreno, è stato possibile appurare numerose irregolarità nelle procedure di attestazione e del possesso dei requisiti previsti.

Diverse sono state le anomalie emerse dagli accertamenti espletati sui soggetti percettori, gran parte dei quali sono elementi di spicco della cosca di ‘ndrangheta Piromalli – Molè di Gioia Tauro. Tra questi figurano non solo soggetti già condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso (di cui 2 anche in atto sottoposti alla misura di prevenzione dellasorveglianza speciale con obbligo di soggiorno) e figure apicali della ‘ndrangheta del mandamento Tirrenico, ma anche donne che, intenzionalmente, avevano omesso di segnalare agli enti competenti all’erogazione del reddito di cittadinanza la presenza all’interno del proprio nucleo familiare di soggetti detenuti all’ergastolo in regime di cui all’art. 41 bis, già elementi di spicco della locale consorteria di ‘ndrangheta, gravati da misure cautelari personali ovvero condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Altra comune modalità di falsa attestazione rilevata dagli investigatori ha poi riguardato le difformità emerse nella indicazione della reale residenza e dei componenti del nucleo familiare, atteso che la norma consente che l’elargizione debba essere effettuata tenendo conto anche dell’effettivo “reddito familiare” e non solo del singolo richiedente: dal caso della madre con il figlio, entrambi percettori di reddito di cittadinanza, i quali avevano dolosamente dichiarato di appartenere a due nuclei familiari distinti, benché nei fatti conviventi sotto lo stesso tetto, al giovane che aveva fittiziamente modificato l’indirizzo di residenza presso un’abitazione diversa, rivelatasi poi essere un vero e proprio rudere fatiscente e in stato di abbandono, privo di utenze e servizi.

Eclatanti, inoltre, i casi di altri soggetti che, nonostante fossero stati destinatari – a seguito di condanna passata in giudicato – della pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quindi impossibilitati ad accedere a qualunque tipo di beneficio pubblico, erano riusciti ad ottenere comunque l’erogazione del reddito di cittadinanza ovvero quello di un cittadino che, pochi mesi prima di ottenere il reddito di cittadinanza, aveva acquistato un veicolo nuovo, a conferma di un tenore di vita normale e comunque di un profilo soggettivo non rientrante nelle categorie previste dalla legge come possibili destinatari del beneficio. Le irregolarità riscontrate, a carico di 37 cittadini, di cui 33 italiani e 4 stranieri, hanno consentito di stimare il danno erariale complessivo arrecato alle casse dello Stato in circa 279.000 euro, scongiurando, per il tratto a venire, un ulteriore ammanco di circa 134.500 euro, somme che i percettori avrebbero altrimenti incassato senza il tempestivo intervento dei militari dell’Arma

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