Giornalista e scrittore, racconta tanti personaggi incrociati lungo una carriera di 50 anni
“Soggetti Smarriti. Mille storie cadute dall’alto” è l’ultimo libro (Editore Macchione) di Gianni Spartà, scrittore messinese. Coincide con un traguardo importante, 50 anni di iscrizione all’albo dei giornalisti
professionisti, ed è il ritratto di un’epoca di cui l’autore è stato testimone e narratore come ha dimostrato con le biografie di Giovanni Borghi, Mister Ignis (che ha ispirato un film della Rai), di Giuseppe Zamberletti, “La luna sulle ali”, di Salvatore Furia, “Pensieri positivi”.
Nella prefazione Giangiacomo Schiavi, firma del Corriere, scrive che “…Soggetti Smarriti si può considerare un atto d’amore per il giornalismo di gambe, di testa e di cuore, quello che oggi annaspa un po’ smarrito nella palude dell’informazione conformizzata”.
Nel libro scorrono tutti i protagonisti d’Italia
Suggestivo il retroscena del libro: si è spezzato uno scaffale di legno sul quale giacevano da anni faldoni
impolverati e ha scaricato a terra 63 chili di fogli archiviati: le tessere di un puzzle da costruire per farne il quadro di un’epoca, grosso modo mezzo secolo. “Non è un pretesto narrativo, ma la verità”, dice l’autore. Mille storie in equilibrio precario su una tavola si sono rivelate la sceneggiatura di un romanzo con protagonisti in carne e ossa: il mafioso che disonora il padre pur di consegnare alla legge cento assassini; la bella attrice rovinata dalle luci rosse e dalla droga; un commissario senza pistola nella Milano della mala; il tassista di Belgrado davanti a un edificio bombardato da caccia italiani; i ritratti di presidenti della Repubblica, ciascuno figlio del suo tempo, il partigiano, il picconatore, il patriota, il riabilitato, fino alla
doppietta di Mattarella.
Intervista immaginaria a Renato Guttuso sotto l’affresco del Vittorio Emanuele
Dal presente delle guerre e della dittatura degli algoritmi al passato spensierato. ma non privo di errori, orrori, miopie. Da Berlusconi a Pertini, da Vannacci a Catenacci, da Craxi a Pietro Anastasi e Gigi Riva, da Rosita Missoni a Mia Martini, da Ninni Bruschetta e Renato Guttuso con una intervista immaginaria sotto il suo affresco dedicato a Colapesce nel teatro Vittorio Emanuele di Messina. “Perché seguire un ordine cronologico? La memoria rifiuta viaggi organizzati. E con i suoi lampi è la migliore regista”, sottolinea Gianni Spartà.
