L'artista animerà anche un workshop, dal 9 all'11 maggio. E a Messina proporrà sabato e domenica il suo spettacolo
MESSINA – Quasi in chiusura della stagione teatrale ai Magazzini del Sale, torna a Messina un’artista che negli anni è stata spesso ospite del Teatro dei Naviganti: Sabine Uitz. Sarà ai Magazzini per condurre un workshop dal titolo “Vocis Motus” nei giorni di venerdì sabato e domenica. Mentre sabato sera e domenica pomeriggio la stella stessa Uitz sarà protagonista dello spettacolo “Il genio” di cui è anche autrice e regista. sabato 10 maggio alle ore 21,00 e domenica 11 alle ore 18,30. Per informazioni relative al workshop ci si può rivolgere al 339 5035152.
Chi è Sabine Uitz, attrice e regista premiata in Italia e all’estero
Nata in Austria. Studia recitazione e Scienze del Teatro in Germania. Conclude gli studi con il titolo di Magister Artium.
Fonda nel 1996 insieme con l’attore-regista argentino Norberto Presta la compagnia di teatro “Via Rosse” in Italia. Con “Via rosse” ha realizzato numerosi spettacoli come attrice e regista ed ha portato le proprie produzioni e l’attività pedagogica e registica in diversi Paesi, tra cui Francia, Italia, Germania, Repubblica
Ceca, Repubblica Serba, Stati Uniti, Argentina, Ecuador e Brasile, partecipando a scambi con gruppi di teatro e a numerosi festival internazionali.
Dal 2018 collabora con il Teatro Telaio di Brescia come attrice e autrice.
Come attrice ha vinto vari premi in Italia e all’estero.
A Messina ha collaborato spesso negli anni con il Teatro dei Naviganti, portando sul palco del teatro di via del Santo il suo talento di attrice e regista e la sua bravura di pedagoga.
Anche in questa occasione l’artista avrà questo doppio ruolo: venerdì sabato e domenica Sabine condurrà infatti il workshop Vocis Motus. La proposta del workshop è il frutto di anni di ricerca sulla voce umana, anni durante i quali Uitz ha collaborato non solo con numerosi artisti, ma anche con professionisti che a vario titolo nel loro lavoro toccano il tema della voce. Si rivolge a persone in contatto con il teatro, la danza e/o la musica. “Scoprire le immense possibilità sonore della nostra voce e avvicinarsi in un modo ludico e sperimentale al lavoro con il testo sarà l’obiettivo di questo workshop”, spiega.
Spiega Uitz: “C’è molto da scoprire, perché le nostre capacità vocali vanno ben oltre quelle che
usiamo nella vita quotidiana. La voce non è distaccata dal nostro essere, ma può essere considerata simile a una impronta digitale, individuale e inconfondibile. A differenza dell’impronta però subisce cambiamenti che derivano soprattutto da motivi biologici, sociali, psicologici e fisici. Prendendo come punto di partenza il nostro corpo, durante il workshop si lavorerà, dopo una preparazione fisica, con esercizi che hanno l’obiettivo di migliorare la respirazione e l’estensione, colore, volume ed espressione della voce”
Sabato sera e domenica pomeriggio invece Sabine andrà in scena nelle vesti di attrice, regista e drammaturga con uno spettacolo in prima nazionale: “Il genio”.
“L’apparenza inganna” dice la protagonista, figlia ribelle di un premio Nobel della Letteratura. Questo suo racconto – mai privo di ironia – potrebbe sembrare un’accusa rivolta al padre… o forse è lei a cercare di giustificarsi, di difendersi. Lo spettacolo si sviluppa come un puzzle che, pezzo dopo pezzo, compone un’immagine complessa, che solo alla fine invita lo spettatore a trarne la propria, intima interpretazione.
Racconta l’autrice: “Questa storia si muove su più piani: c’è il rapporto tra padre e figlia, ci sono le dinamiche familiari più ampie, e c’è il tema – sempre attuale – che “non è tutto oro quel che luccica”. Ma c’è anche un altro livello, quello in cui il pubblico è chiamato a trarre le proprie conclusioni dal racconto della protagonista, quasi fosse invitato a giudicarla, a scegliere cosa accettare e cosa mettere in dubbio. Lo spettacolo ha anche qualcosa del giallo, del thriller: forse per stemperare il peso emotivo che emerge
quando figli e genitori non riescono a capirsi. Certamente offre uno sguardo curioso – e un po’ malizioso – sulle biografie familiari di alcuni Premi Nobel.”
