"Il genio" di Sabina Uitz in scena ai Magazzini del Sale

“Il genio” di Sabina Uitz in scena ai Magazzini del Sale

Redazione

“Il genio” di Sabina Uitz in scena ai Magazzini del Sale

mercoledì 07 Maggio 2025 - 13:17

L'artista animerà anche un workshop, dal 9 all'11 maggio. E a Messina proporrà sabato e domenica il suo spettacolo

MESSINA – Quasi in chiusura della stagione teatrale ai Magazzini del Sale, torna a Messina un’artista che negli anni è stata spesso ospite del Teatro dei Naviganti: Sabine Uitz. Sarà ai Magazzini per condurre un workshop dal titolo “Vocis Motus” nei giorni di venerdì sabato e domenica. Mentre sabato sera e domenica pomeriggio la stella stessa Uitz sarà protagonista dello spettacolo “Il genio” di cui è anche autrice e regista. sabato 10 maggio alle ore 21,00 e domenica 11 alle ore 18,30. Per informazioni relative al workshop ci si può rivolgere al 339 5035152.

Chi è Sabine Uitz, attrice e regista premiata in Italia e all’estero

Nata in Austria. Studia recitazione e Scienze del Teatro in Germania. Conclude gli studi con il titolo di Magister Artium.
Fonda nel 1996 insieme con l’attore-regista argentino Norberto Presta la compagnia di teatro “Via Rosse” in Italia. Con “Via rosse” ha realizzato numerosi spettacoli come attrice e regista ed ha portato le proprie produzioni e l’attività pedagogica e registica in diversi Paesi, tra cui Francia, Italia, Germania, Repubblica
Ceca, Repubblica Serba, Stati Uniti, Argentina, Ecuador e Brasile, partecipando a scambi con gruppi di teatro e a numerosi festival internazionali.
Dal 2018 collabora con il Teatro Telaio di Brescia come attrice e autrice.
Come attrice ha vinto vari premi in Italia e all’estero.
A Messina ha collaborato spesso negli anni con il Teatro dei Naviganti, portando sul palco del teatro di via del Santo il suo talento di attrice e regista e la sua bravura di pedagoga.
Anche in questa occasione l’artista avrà questo doppio ruolo: venerdì sabato e domenica Sabine condurrà infatti il workshop Vocis Motus. La proposta del workshop è il frutto di anni di ricerca sulla voce umana, anni durante i quali Uitz ha collaborato non solo con numerosi artisti, ma anche con professionisti che a vario titolo nel loro lavoro toccano il tema della voce. Si rivolge a persone in contatto con il teatro, la danza e/o la musica. “Scoprire le immense possibilità sonore della nostra voce e avvicinarsi in un modo ludico e sperimentale al lavoro con il testo sarà l’obiettivo di questo workshop”, spiega.
Spiega Uitz: “C’è molto da scoprire, perché le nostre capacità vocali vanno ben oltre quelle che
usiamo nella vita quotidiana. La voce non è distaccata dal nostro essere, ma può essere considerata simile a una impronta digitale, individuale e inconfondibile. A differenza dell’impronta però subisce cambiamenti che derivano soprattutto da motivi biologici, sociali, psicologici e fisici. Prendendo come punto di partenza il nostro corpo, durante il workshop si lavorerà, dopo una preparazione fisica, con esercizi che hanno l’obiettivo di migliorare la respirazione e l’estensione, colore, volume ed espressione della voce”
Sabato sera e domenica pomeriggio invece Sabine andrà in scena nelle vesti di attrice, regista e drammaturga con uno spettacolo in prima nazionale: “Il genio”.

“L’apparenza inganna” dice la protagonista, figlia ribelle di un premio Nobel della Letteratura. Questo suo racconto – mai privo di ironia – potrebbe sembrare un’accusa rivolta al padre… o forse è lei a cercare di giustificarsi, di difendersi. Lo spettacolo si sviluppa come un puzzle che, pezzo dopo pezzo, compone un’immagine complessa, che solo alla fine invita lo spettatore a trarne la propria, intima interpretazione.
Racconta l’autrice: “Questa storia si muove su più piani: c’è il rapporto tra padre e figlia, ci sono le dinamiche familiari più ampie, e c’è il tema – sempre attuale – che “non è tutto oro quel che luccica”. Ma c’è anche un altro livello, quello in cui il pubblico è chiamato a trarre le proprie conclusioni dal racconto della protagonista, quasi fosse invitato a giudicarla, a scegliere cosa accettare e cosa mettere in dubbio. Lo spettacolo ha anche qualcosa del giallo, del thriller: forse per stemperare il peso emotivo che emerge
quando figli e genitori non riescono a capirsi. Certamente offre uno sguardo curioso – e un po’ malizioso – sulle biografie familiari di alcuni Premi Nobel.”

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