Allarmanti i dati Cgil: contro la disoccupazione giovanile si punta sull'impresa

Allarmanti i dati Cgil: contro la disoccupazione giovanile si punta sull’impresa

Sara Faraci

Allarmanti i dati Cgil: contro la disoccupazione giovanile si punta sull’impresa

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martedì 04 Giugno 2013 - 11:01

Secondo i dati resi pubblici dai sindacati Cgil, la disoccupazione giovanile raggiunge, a Messina, la preoccupante percentuale del 41,6% contro il 37% nazionale

Puntare su lavoro è impresa. Sono le conclusioni tirate da Giuseppe Santalco a seguito della pubblicazione degli allarmanti dati su economia e occupazione, pubblicati dalla Cgil. La dilagante crisi economica che ha ormai aggredito in modo dilagante l’intera Europa, manifestando le sue ripercussioni negative sul nostro Paese, è ancor più avvertita all’interno delle regioni.

Le stime effettuate dai sindacati dipingono una nazione ormai allo stremo, prossima al baratro del collasso strutturale della sua economia. Si calcola che solo nel 2076 potrebbero tornare ad essere garantite le 25.026.400 unità di lavoro standard.

Situazione di stallo che si riverbera con maggiore prepotenza su quelle realtà economiche sin da sempre più fragili, predisposte, dunque, ad accusare maggiormente i colpi delle traballanti contingenze. Ai primi posti tra queste, proprio le Regioni meridionali, tra le quali la Sicilia e, in primis, la città di Messina, non fanno certo eccezione.

Si registra, infatti, che nella nostra città la disoccupazione giovanile sfiori il 41,6% – numero ancor più inquietante se si considera che la drammatica media nazionale si attesta comunque all’inferiore percentuale del 37% – in forte crollo, poi, anche fatturato e produzione industriale.

Ma proprio da qui – afferma Santalco – deve nascere quello spirito di rivalsa che consenta di ribaltare le sorti scuotendo dalla paralisi attuale e fornendo nuovi stimoli per il rilancio. Imprescindibile una politica che opti per il dedicare maggiore attenzione al potenziale cittadino, ottimizzi le risorse e bandisca gli sprechi, azzerando gli elevati costi del clientelismo e delle politiche assistenziali.

Sotto accusa anche il farraginoso apparato burocratico che dovrebbe, invece, essere sostituito da più servizi dedicati alle imprese e dall’elargizione di input fiscali legati alle politiche di incremento dell’occupazione delle più giovani leve generazionali sul territorio. Obiettivo finale, quello di dar modo alle imprese di muoversi sulle proprie gambe, recidendo il cordone ombelicale che le lega ai sussidi di turno e consentendo loro di riappropriarsi del ruolo di volano di crescita che le ha sempre caratterizzate.

Un commento

  1. Il 41,6% di disoccupazione giovanile a Messina, è un dato che solo parzialmente è veritiero. A Messina la percentuale di disoccupati è ben superiore per il semplice fatto che le rilevazioni statistiche non tengono in considerazione i giovani che da anni lavorano fuori e che hanno mantenuto la residenza nella città dello Stretto.
    Ciò significa che la percentuale di persone che è nata a Messina e che cerca un lavoro nella propria città natale è ben superiore rispetto a quanto rilevato.
    Finché si continuerà ad essere ostaggio dell’illegalità pseudoburocratica/amministrativa con assunzioni estremamente discutibili nelle municipalizzate, negli ospedali, all’università e chi più ne ha più ne metta….con Sindaci che decadono ogni 6-12-24 mesi e si ripresentano di continuo (e vengono pure rieletti!!!)…..con “addescatori di candidature politiche” (solo per fare affluire al partito ed alla combriccola i voti dei familiari dei malcapitati)….purtroppo, non si andrà da nessuna parte.
    Povera la nostra Messina….la città della Vara del comitato Addiopizzo e non dei pregiudicati!!!!!

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