Indiana Jones conquista Taormina. L’anteprima con Harrison Ford: addio all’amata saga

Indiana Jones conquista Taormina. L’anteprima con Harrison Ford: addio all’amata saga

Emanuela Giorgianni

Indiana Jones conquista Taormina. L’anteprima con Harrison Ford: addio all’amata saga

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lunedì 26 Giugno 2023 - 07:45

La terza serata del Taormina Film Festival celebra il famosissimo personaggio e il suo protagonista

TAORMINA – Per la terza serata del Taormina Film Festival vola al Teatro Antico il cappello di Indiana Jones. Per l’occasione, Taormina si trasforma nel perfetto scenario per il film, tra Blue carpet a tema e la Torre dell’orologio su cui si proiettano le immagini più belle. 

Dopo il bagno di folla di Piazza IX Aprile per il Blue Carpet (purtroppo sospeso proprio per la troppa affluenza), è una grande festa quella della serata di Gala – con tanto di fuochi d’artificio- per l’attesissima anteprima dell’ultimo capitolo della saga: Indiana Jones e il Quadrante del Destino, con il quale diremo addio all’archeologo più amato di tutti.

Fabio Rovazzi affianca la conduttrice del Festival, Elvira Terranova, nella grande presentazione. A festeggiare con il numerosissimo pubblico del Festival sono i suoi protagonisti: Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen. Poi, spazio alla prima visione.

Il quinto e ultimo capitolo della saga – dal 28 giugno in tutte le sale italiane – ci presenta un Indiana Jones come non l’abbiamo mai visto prima. 1969, nell’anno delle spedizioni spaziali, un cinico e malinconico professore Jones è pronto ad andare in pensione e ad appendere il cappello al chiodo (anzi a riporlo sotto il letto insieme alla frusta). Le cose cambiano, però, improvvisamente, dopo la visita a sorpresa dell’estranea fanciulla di cui è il padrino, Helena Shaw (Phoebe Waller-Bridge), alla ricerca di un raro manufatto che suo padre (Basil Shaw- Toby Jones) aveva affidato a Indy anni prima: il Quadrante di Archimede, un dispositivo apparentemente in grado di individuare le fessure nel tempo.

Helena, abile truffatrice, ruba il Quadrante e lascia il paese per vendere l’artefatto al miglior offerente. Non avendo altra scelta che inseguirla, Indy riprende cappello e frusta e indossa la sua giacca di pelle per un’ultima volta. Nel frattempo, la vecchia nemesi di Indy, Jürgen Voller (Mads Mikkelsen), un ex nazista che lavora come fisico alla NASA, ha i suoi piani per il Quadrante, piani che potrebbero cambiare il corso della storia del mondo.

Il cast

Con la regia di James Mangold (Le Mans ‘66 – La grande sfida, Logan – The Wolverine), il film è il primo e unico della serie non diretto da Steven Spielberg (ideatore originario della saga) né con una storia scritta da George Lucas; entrambi, però, ne fanno da produttori esecutivi. Il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel.

Insieme a Harrison Ford, il cast include Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di Silente), Antonio Banderas (Dolor y gloria), John Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine), Ethann Isidore (Mortale).

La colonna sonora è composta ancora una volta da John Williams, il cinque volte vincitore di Oscar – con 53 nominations – che ha firmato le musiche di ogni avventura di Indiana Jones a partire dall’originale I predatori dell’arca perduta nel 1981.

I talenti della produzione includono, poi, i pluripremiati Phedon Papamichael, direttore della fotografia (Ford contro Ferrari); lo scenografo Adam Stockhausen (West Side Story); i montatori Michael McCusker, Andrew Buckland e Dirk Westervelt (Logan); la costumista Joanna Johnston (Lincoln); il supervisore degli effetti visivi Andrew Whitehurst (Ex Machina) e la produttrice degli effetti visivi Kathy Siegel.

Tra effetti speciali e incredibili panorami

Una squadra d’eccellenza, capace di creare l’impossibile, ha voluto aggiungere ai capitoli precedenti ancora maggiore spettacolarità e profondità.

Insieme hanno sviluppato gli impressionanti effetti visivi del film e le sue incredibili sequenze d’azione: dalla sequenza iniziale del treno del 1944, al frenetico inseguimento in tuk tuk per le strade di Tangeri.

Per trasmettere tutta l’autenticità di quanto raccontato, la produzione ha visitato il Nord Africa, la Sicilia e siti in tutto il Regno Unito, per catturare i panorami spettacolari che fanno da sfondo all’affascinante avventura.

La nostra Sicilia, in particolare, ha preso il posto della Grecia, dove Indy ed Helena si incontrano con Renaldo, vecchio amico di Indy, e intraprendono una pericolosa immersione in vaste caverne seguendo le tracce di Archimede.

La sequenza di apertura con un giovane Ford

La sequenza d’apertura è un ottimo esempio di come il film abbia saputo coniugare le grandiose location – tra cui il Castello di Bamburgh e la stazione ferroviaria di North Yorkshire Moors – con i progetti inventivi dello scenografo Stockhausen.

Nel prologo, nei primi 20 minuti del film, ci troviamo ancora nel 1944 e incontriamo un giovane Indy nel tentativo di salvare il suo amico Basil Shaw (Toby Jones) dai rapitori nazisti, mentre è a bordo di un treno in movimento. Questa sequenza, oltre alla sua difficoltà, ha dell’incredibile perché ci mostra un Harrison Ford – oggi ottantenne – tornato ai suoi 37 anni.

Per ottenere questo risultato, il supervisore degli effetti visivi Andrew Whitehurst della Industrial Light & Magic (ILM) ha utilizzato una combinazione di tecniche che comprendevano una tecnologia all’avanguardia per la sostituzione dei volti (ILM FaceSwap) e in grado di sfruttare ogni sfumatura della performance di un attore. Le performance facciali di Ford sul set sono, così, state mappate su una versione digitale del volto della star, realizzata a partire da immagini e filmati reali di Ford. Gli artisti della ILM hanno avuto accesso al vasto archivio di filmati di Harrison Ford della Lucasfilm, provenienti dai suoi ruoli da protagonista nei precedenti film di Indiana Jones e, utilizzando la nuova tecnologia e il catalogo di immagini d’archivio, hanno trasformato il suo volto in quello della sua giovinezza.

Il ritorno al 1969

Dopo il prologo, il film fa un salto temporale nell’agosto del 1969, durante i festeggiamenti per la missione Apollo 11 sulla Luna. 4 milioni di persone riunite per le strade di Manhattan, per celebrare gli astronauti della NASA. La messa in scena della parata e dell’inseguimento che ne segue è stata una sfida che ha richiesto una notevole preparazione sul campo a Glasgow, che ha fatto le veci di Manhattan.

Il supervisore dei veicoli d’azione Alex King voleva inserire la Chrysler Imperial Parade Phaeton del 1952, che ha trasportato Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins nella sfilata a nastro su Broadway. Ma sono state realizzate solo tre versioni dell’auto, quindi King è stato costretto a procurarsi una Chrysler simile, a rimuovere il tetto e a dipingerla di nero.

Il team ha trascorso tre settimane a rivestire l’arteria principale di Glasgow, St. Vincent Street, che è stata poi chiusa al pubblico per sette giorni durante le riprese.

La stessa sequenza della parata richiedeva più di un approccio. Man mano che l’inseguimento procede, Indy si ritrova a cavallo, a cavalcare sottoterra nei tunnel della metropolitana di Manhattan, sfidando un treno in arrivo. Per queste scene, Stockhausen ha creato una replica in scala reale di una stazione della metropolitana.

Le luci di Papamichael e i costumi di Joanna Johnston hanno avuto, poi, il compito di dare maggiore forza e carattere alla scena. Mentre la musica incredibile di John Williams amplifica le emozioni della scena e, per tutta la durata del film, incalza l’eccitazione per le avventure di Indy e sottolinea magistralmente i momenti più commoventi. Restando sempre incredibilmente riconoscibile e identificabile.

Gli stunt

Una sola era la volontà che guidava il lavoro del coordinatore degli stunt Ben Cooke (Jurassic World: Dominion, Casino Royale): eseguire realmente il maggior numero possibile di acrobazie, senza prodezze troppo sopra le righe. Questo approccio si è esteso anche all’inseguimento a rotta di collo dei tuk tuk. Circa una dozzina di tuk tuk sono stati impiegati per la sequenza, che culmina con i protagonisti che precipitano da scale ripidissime, finché il veicolo si ferma miracolosamente.

L’emozione

Ma più di tutti questi effetti speciali, più di ogni stunt, il desiderio reale del film è comunicare con il suo pubblico, entrarne in contatto, emozionarlo. Questo, per Harrison Ford, è da sempre l’aspetto più importante e difficile. Ma è quello che Ford e tutta la storia del suo professor Jones riescono a fare da tanti anni. Anche le nuove vicende dei comprimari Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen – una Helena dai tempi comici perfetti, sempre furba e carismatica e un Jürgen Voller antagonista brillante che rivela tutta la sua complessità di uomo ben lontana da quella di uno stereotipato nazista – tra piani strategici, colpi di scena e scontri, intensificano in realtà le emozioni e la partecipazione affettiva dello spettatore agli eventi.

In questo credo stia il segreto del successo della saga, la capacità di Indiana Jones di appassionare grandi e piccini, cinefili e non, far sentire tutti parte di quella stessa storia così speciale. Per questo ne siamo tutti affezionati ed è malinconico oggi dirgli addio.

Il suo protagonista Harrison Ford prova lo stesso e lo condivide con il pubblico del TaorminaFilmFest: “Tra tutti i ruoli che ho interpretato sono davvero affezionato a Indy, ho chiesto continuamente ai produttori, in questi anni, una nuova storia, che è finalmente arrivata, ma adesso non vorrei mai dover dire addio. Penso, però, che questo film sia il modo migliore che abbiamo per farlo”.

L’Indy di Harrison Ford

Sin da quando Ford è apparso per la prima volta sullo schermo nel film di Steven Spielberg I predatori dell’arca perduta, è stato ovvio che Indy fosse lui, con il suo sorriso complice, il suo carisma, la sua mascolinità ruvida. È stato il solo a saper far comunicare così bene la commedia con l’azione.

Ford ha donato al suo personaggio grande spessore e ricchezza: Indy può essere egoista o empatico, coraggioso e codardo, cinico o saggio, ma gli vogliamo bene per questo. Non è un eroe, entra nei cuori del pubblico proprio per la sua umanità. Ciò si accentua ancora di più in questo ultimo capitolo, in cui lo incontriamo malinconico e disilluso al termine della sua carriera. È scoraggiato, ferito, ma le circostanze che stanno per accadere lo portano a una grande avventura in cui troverà redenzione ma anche rinnovamento. La sua avventura sarà, prima di tutto, una resa dei conti tra un eroe della vecchia scuola e un mondo moderno ambivalente.

Il tempo

Il film non ha voluto ignorare che Indy fosse invecchiato di 40 anni da quando è partita la sua storia, ha deciso di portare, invece, questo aspetto nel cuore del racconto. I cambiamenti affrontati e le angosce di una vita che non si ferma mai stanno al centro della narrazione. A rubare ad Indy il ruolo di grande protagonista (o forse si tratta in realtà del suo più pericoloso antagonista?) è il tempo. Indiana Jones e il Quadrante del Destino è un film sul tempo.

Il Quadrante di Archimede sarebbe, infatti, in grado di individuare le fratture dello spaziotempo. È ispirato ad un artefatto del mondo reale, il meccanismo di Antikythera, inventato appunto da Archimede. Un dispositivo meccanico che si pensa sia stato usato nell’antica Grecia per calcolare e visualizzare informazioni sui fenomeni astronomici, descritto come il più antico esempio di computer analogico. Questo diviene l’esempio visivo e simbolico migliore per un film che vuole riflettere sul tempo. Nessun oggetto che ha delle interpretazioni religiose come nei capitoli precedenti, solo un artefatto capace di mettere in moto tutte le nostre speranze e illusioni su un controllo del tempo, impossibile e ingannevole. Il viaggio d’avventura di Indy si rivela un viaggio alla scoperta di noi stessi. Per comprendere chi si è davvero, è inevitabile confrontarsi con questa misteriosa entità che è il tempo. Sono costretti a farlo i personaggi, e noi con loro.

Una storia avvincente che culmina in un finale per il quale neanche il più freddo degli spettatori riuscirà a non commuoversi. E tra le lacrime, i cappelli in testa e i fuochi d’artificio, Indiana Jones saluta il pubblico del Taormina Film Festival.

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