«E’ ipocrita celebrare il Natale plaudendo a chi chiude porti e Paese»

«E’ ipocrita celebrare il Natale plaudendo a chi chiude porti e Paese»

«E’ ipocrita celebrare il Natale plaudendo a chi chiude porti e Paese»

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mercoledì 26 Dicembre 2018 - 14:43
L’INTERVENTO

La celebrazione del Natale interroga ogni comunità (cristiana, religiosa, laica, civile) sul senso del suo stare insieme. La memoria di fede della nascita di un Dio che si fa uomo nascendo nella povertà di un viaggio senza accoglienza, dovrebbe mettere in crisi i limiti del nostro cuore, inquietare le nostre coscienze, aprirci a una rivoluzione interiore che metta prima di sé gli altri, spingerci a rifondare la nostra convivenza (comunitaria, sociale, civile, nazionale) in base a quei principi di amore, accoglienza, nonviolenza, dono di sé e perfino della propria vita che Gesù ha incarnato in maniera assoluta e radicale nella sua vita. Invece rassicura i “turisti della fede”, come li ha definiti Don Farinella, parroco di S. Torpede a Genova, decidendo di tenere chiusa la sua parrocchia per il Natale 2018.

Di fronte alle scelte politiche di chi mette “prima degli altri, noi”, non possiamo non condividere la ribellione espressa da Don Farinella, perché Gesù è venuto a testimoniare l’esatto opposto. Dal suo primo momento di vita (quando richiama misteriosamente attorno a sé la parte umile, laboriosa e affaticata della società: i pastori dormienti in una fredda notte decembrina), fino all’ultimo suo respiro (quando, dopo aver ripudiato l’uso della spada per difendere la sua incolumità, pone il dono della propria vita come segno dell’amore più alto verso ogni uomo), Gesù ha sussurrato, vissuto, gridato nell’abbandono in croce: “prima di noi, gli altri”.

Per questo è ipocrita celebrare il Natale plaudendo rassicurati a chi sceglie di chiudere porti e Paese, lavandosi le mani del sangue di giusti. È ipocrita celebrare il Natale senza levare una voce di protesta contro politiche che, prima di essere antistoriche e miopi, sono antiumane e oscurantiste. È ipocrita riempirsi la bocca di “radici cristiane” per la società nazionale e ripudiare nelle scelte di governo del Paese i valori di Gesù. È blasfemo recitare preghiere e brandire il Vangelo nei comizi elettorali per poi tradirne il messaggio e le istanze nei provvedimenti che si assumono.

E non è accettabile la risposta di chi pretende di relegare alla sfera privata l’attivazione dei doveri di solidarietà che sono alla base della convivenza civile. Non può dirsi cristiana una società che respinge con la violenza delle porte chiuse chi chiede aiuto, condannandolo a una “irregolarità sociale” che deriva non dalla sanzione ad azioni antisociali di cui si è personalmente responsabili, ma solamente dal fatto di non esser nati in Italia e di cercare nel “civile” occidente un rifugio operoso dalla guerra, dalle persecuzioni o dalla fame. Il cristiano che ha ricevuto la responsabilità di guidare la comunità non può rivendicare orgogliosamente il ripudio dei valori di Gesù.

Noi celebriamo il Natale chiedendo a Gesù che nasce di ridonarci il messaggio di amore, speranza, emancipazione dell’umanità che vorremmo incarnare nella nostra esistenza e nella nostra resistenza a una società malata, ipocrita e, nei fatti, anticristiana. Celebriamo il Natale esprimendo la nostra vicinanza e il nostro apprezzamento a chi, per scuotere la coscienza nazionale, rifiuta con clamore di celebrare un Natale ipocrita.

La Piccola Comunità Nuovi Orizzonti di Messina

0 commenti

  1. Domenico Musiano 26 Dicembre 2018 16:12

    Pregate, non fate politica, ipocriti! La politica fatela fare a chi sa farla ed a chi ci tutela, ipocriti! Con affetto, buon Natale!

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