"Io Capitano" di Garrone e la dedica ai migranti morti in mare o nelle carceri libiche

“Io Capitano” di Garrone e la dedica ai migranti morti in mare o nelle carceri libiche

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“Io Capitano” di Garrone e la dedica ai migranti morti in mare o nelle carceri libiche

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giovedì 14 Settembre 2023 - 09:28

La sociologa Tania Poguisch interviene sul film premiato a Venezia: "Inferno, dolore e morte creati per proteggere i confini inventati dai governi europei"

Dalla sociologa Tania Poguisch riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul film “Io Capitano” di Matteo Garrone. Nel frattempo, Lampedusa è al collasso ed è il segno di una politica fallimentare che, invece di creare corridoi umanitari e la possibilità d’ingressi regolari in Europa, ha criminalizzato l’immigrazione e ha soffiato sul fuoco in campagna elettorale.

Il viaggio di Seydou e Moussa

Matteo Garrone vince il Leone d’Argento per la migliore regia alla 80esima Mostra cinematografica di Venezia per il film Io Capitano, che troviamo nelle sale cinematografiche. Il premio Marcello Mastroianni va al giovane attore emergente Seydou Sarr, ventunenne di origini senegalese.

“Io Capitano” racconta il viaggio intrapreso da Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. I personaggi interpretati da Seydou Sarr e Moustapha Fall sognano di diventare musicisti celebri in Europa e riescono a partire dopo aver lavorato sodo per raccogliere dei soldi che durante il viaggio finiranno nelle mani di un giro di trafficanti di vite umane. Un giro che si basa su un sistema ben oleato e che da anni cinicamente opera nelle varie tappe percorse dai protagonisti: il deserto, i centri di detenzione in Libia e il mare.

Il film ci mostra anche il giro in cui possono finire queste giovani vite trattate come schiavi venduti a imprenditori senza scrupoli e sfruttati nella nuova ricostruzione in Libia di case e ville. Visto da questo lato della sponda mediterranea ci sembra surreale, anche se da anni ormai le testimonianze e i racconti spesso utilizzati da studiosi e ricercatori ci hanno fatto conoscere cosa è il viaggio di tante donne e uomini prima di approdare in qualsiasi porto italiano. Inferno, dolore e morte creati per proteggere i confini inventati dai governi europei.

Ma Seydou e Moussa ci fanno anche sentire dei loro per tutta la durata del film/viaggio e anche dopo quando usciamo dalla sala cinematografica. Riescono ad entrare nel cuore di chi si trova davanti alla pellicola e non per pietà o buonismo. Ma perché come dice lo stesso regista Matteo Garrone sono gli unici eroi contemporanei. Lo stesso regista racconta dal palco di Venezia che si è “aggrappato” alle loro storie e alle loro voci realizzando il film insieme a loro per dare voce a chi troppo spesso non ce l’ha.

Il loro viaggio è epico, continua Garrone e loro sono gli unici portatori dell’epica contemporanea. E solo così possiamo capire e farci falciare il petto dalle immagini e dalle musiche senza aver paura di provare emozioni che ci provocano il pianto, perché Seydou, il capitano sedicenne scelto dai trafficanti libici per la sua minore età, è una immagine “epica”, mentre si trova a guidare il barcone e a poche miglia dalle coste siciliane. Noi lo guardiamo anche un po’ esterrefatti mentre urla a squarciagola sopra i rumori dell’elicottero che sorvola quel pezzo di mare: “Io capitano, io non ho fatto morire nessuno, io vi ho portati tutti vivi… Io capitano”.

Impotenti di fronte a una politica razzista e securitaria

E noi da questa parte della sponda, appunto esterrefatti e anche impotenti di fronte a una politica razzista e securitaria, vorremmo urlare a Seydou di non dire che è stato lui a guidare il barcone perché qui sarebbe il cattivo scafista da portare in carcere. Infatti, l’immagine con cui si chiude il film è potente e sferzante. Ci dice che quel “Capitano” dal volto tumefatto per le violenze subite in Libia è il contemporaneo e la sola realtà a cui vale la pena “aggrapparsi”, come ha fatto il regista, per stare insieme su quel mare che ci sta portando l’umanità e prenderla per mano e condurla in vita sulla terra.

Le potenti immagini di Matteo Garrone

Bellissime le immagini e la colonna sonora firmata da Andrea Farri, edita da Sony Music Publishing, che vince il Soundtrack Stars Award 2023 come migliore composizione tra i film della selezione ufficiale alla Mostra cinematografica di Venezia.

Insomma, Matteo Garrone ci regala un altro capolavoro e dal palco insieme a Kouassi Pli Adama Mamadou, attivista del Centro sociale ex canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta, la cui storia ha ispirato il regista, dedica il premio a chi non ce l’ha fatta ed è morto in mare o nel deserto o nelle carceri libiche.

Andiamoci in tante e tanti a vedere “Io Capitano” e parliamone.

La foto è tratta dalla pagina Facebook di 01Distribution.

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Un commento

  1. Avanti con L'astenzionismo 14 Settembre 2023 12:37

    per questi migranti che l’europa non vuole aiutarci le elezioni del prossimo giugno dovrebbe essere un grande astenzionismo verso l’istutuzione senza regole chiamata truffa europea

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