Il professor Diego Celi: "La strategia del panico ha provocato il calo di produttività del Piemonte"

Il professor Diego Celi: “La strategia del panico ha provocato il calo di produttività del Piemonte”

Il professor Diego Celi: “La strategia del panico ha provocato il calo di produttività del Piemonte”

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domenica 06 Marzo 2016 - 07:10

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del professor Diego Celi, primario chirurgo del Piemonte andato in pensione nel 2014. "Come può Vullo attribuire alla ridotta produttività del Piemonte il suo eventuale fallimento? Il clima d'incertezza e quanto accaduto nei mesi scorsi hanno causato la situazione attuale".

Esiste un limite. Quando manca è doveroso porre un freno e cercare di puntualizzare. Le azioni e le esternazioni del manager del Papardo-Piemonte dalla nomina nei confronti dell'Ospedale Piemonte sono state continue e puntuali. Testimonia ciò il giudizio espresso sugli utenti del nosocomio di viale Europa riportato da stampa e web e la celeberrima intervista su Centonove ove tutta la poetica del nostro venne esposta con dovizia di particolari. Nè possono essere taciute affermazioni pronunciate nelle TV locali. Alle parole venne poi dato un significato sociologico, mentre un vestito epidemiologico e clinico venne indossato in riferimento alle urgenze cardiologiche e neurologiche. Un ammanco inoltre divenne deficit strutturale.

Ha dovuto revocare due delibere su imput della Borsellino e per comportamento antisindacale ex art.28 è stato condannato in primo e secondo grado. Oggetto di plurime contestazioni per atti amministrativi da parte dei sindacati, denunciato più volte dal Presidente del Comitato Salviamo l'Ospedale Piemonte, è stato protagonista di una interpellanza parlamentare da parte dell'On. D'Alia. Si è rivolto al Tar contro una delibera del Sindaco di Messina che impediva la chiusura del Pronto Soccorso. Va riconosciuta la linearità del comportamento finalizzata a cancellare storia e memoria dell'Ospedale dei Messinesi. Un mito: la Balduzzi che avrebbe potuto applicare senza scontri ideologici. Ma tutto questo non mi avrebbe indotto a scrivere, sforzandomi di ottemperare a questo insegnamento: "Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di volere andare d'accordo con tutti. Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili, le rarità ai rari". Ma il limite è stato superato dai dati con i quali ancora una volta si "dipinge"il Piemonte.

Non si tratta più di pregiudizio ideologico o di pervicace disegno dell'IO ipertrofico: vengono date crude cifre per paura di essere azzoppato. Come può, il manager del Papardo, attribuire alla ridotta produttività del Piemonte il suo eventuale fallimento? Con improvvide affermazioni ha suscitato negli utenti panico sociale, ha smantellato reparti, ha impedito per mesi una attività assistenziale ordinaria, ha ridotto i posti letto, ha minacciato di chiudere il Pronto Soccorso, ha trasferito e ricollocato medici come birilli. Tutto questo non ha certo favorito un clima di serenità in quanti debbono curare ed accudire i malati e sopratutto ha determinato perplessità e sfiducia negli utenti. Oggi, scrive alle Autorità Istituzionali asserendo che la produttività del Piemonte è diminuita e ciò è causa del mancato raggiungimento degli obiettivi. Il Piemonte causa della paventata claudicatio! Chi scrive è andato in pensione il 30 Novembre del 2014. Ha ricevuto il premio produttività per gli obiettivi raggiunti nel 2014. Quasi tutti i reparti del Piemonte hanno raggiunto gli obiettivi e per questo hanno ottenuto la premialità. Ma la confusione determinata dall'incertezza è proseguita per tutto il 2015 ed era facile attendersi una riduzione della produttività. In economia si chiama "panico" e porta al fallimento delle banche. La concertazione ed il dialogo che sono mancati hanno causato tutto questo. Non è la produttività del Piemonte (per i motivi esposti) che può giustificare l'azzoppamento quanto la produttività del Papardo del 2015. Sono certo pertanto che il manager resterà al suo posto.

Diego Celi

Ex Primario Chirurgo Piemonte, ex Primario Urologia, ex Capodipartimento Chirurgia

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