Isola pedonale, sul viale San Martino funziona. In altre zone servono i progetti

Isola pedonale, sul viale San Martino funziona. In altre zone servono i progetti

Marco Ipsale

Isola pedonale, sul viale San Martino funziona. In altre zone servono i progetti

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martedì 20 Dicembre 2022 - 09:42

Per il tratto tra piazza Cairoli e via Santa Cecilia è un coro (quasi) unanime di sì. Per le altre zone, invece, ci sono questioni da affrontare

Tutte le città hanno isole pedonali che sono il cuore e il principale luogo attrattivo di una città. E non è vero che a Messina non si può fare per la sua conformazione. L’idea di collegare le isole Duomo e Cairoli, che fino ad oggi sono state solo piazze allargate, è suggestiva e può essere l’obiettivo da raggiungere.

Ma va fatto gradualmente. Nella città ideale ci sono quindici tram in servizio, la via don Blasco è completa, sono disponibili anche gli ultimi due piani del Cavallotti, per dirne alcune.

Trasporto pubblico e parcheggi

Gli obiettivi devono essere due, da attuare in contemporanea: da un lato incentivare le persone a usare il trasporto pubblico, dall’altro spiegare a chi usa il mezzo privato che è meglio recarsi direttamente nei grandi parcheggi (Cavallotti, Fosso, Cavalcavia, Villa Dante e Mercato Zaera) invece che cercare in strada. Un processo che dovrebbe essere aiutato anche dall’istituzione della prima zona a traffico limitato, nel quadrilatero tra via Tommaso Cannizzaro, via La Farina, via Cesare Battisti e viale Europa (queste escluse), che si attiverebbe a saturazione dei parcheggi.

In quel quadrilatero, ad oggi, si riversano troppe auto, che spesso perdono tantissimo tempo (e spese di carburante) alla ricerca di un parcheggio, così si crea traffico.

La possibile proroga

L’isola pedonale sul viale San Martino, i 400 metri da piazza Cairoli a via Santa Cecilia, è prevista solo fino all’8 gennaio. Quella serale, a partire dalle 20, in via I Settembre e viale San Martino basso dovrebbe essere invece permanente.

Eppure la prima sta funzionando bene, la seconda molto meno. L’orizzonte, allora, potrebbe essere proprio l’opposto, cioè mantenere permanente sul viale San Martino e rinviare ad altri tempi quelle nella parte bassa e in via I settembre, almeno il tratto fino a via Garibaldi. Permanente, invece, potrebbe essere il tratto di via I settembre tra via Cesare Battisti e via Garibaldi, appena cento metri, in continuità fino a piazza Duomo.

Nuova pavimentazione nella parte centrale

Il viale San Martino, oltre ad essere il punto centrale del passeggio cittadino, non prevedeva parcheggi regolari ma molti continuavano a fermarsi nonostante il divieto di sosta, con i pedoni confinati in stretti marciapiedi. Una strada che, tra l’altro, non è di grande utilità per il traffico, considerato lo “sbarramento” di piazza Cairoli. Con l’isola pedonale si fa un grande salto di qualità che i cittadini hanno dimostrato di apprezzare, fermo restando che non ci può essere sempre il pienone. Il viale è più affollato nei fine settimana e in caso di meteo favorevole, a prescindere da isola o meno, situazione comune a tante altre città.

Nell’appalto di riqualificazione della linea tranviaria, è prevista l’eliminazione del dislivello tra marciapiedi e strada, con la speranza che la nuova pavimentazione venga solcata solo dai pedoni e non più dalle auto. Quello che prevedono anche i lavori in corso nella parte monte di piazza Cairoli.

La rambla, quel progetto dimenticato

L’isola pedonale sul viale San Martino basso è una bella idea ma forse, invece che un allargamento dei marciapiedi, che tra l’altro non sono in buone condizioni, è necessario un progetto di riqualificazione come ad esempio quello della rambla, che non ha mai avuto seguito. Prevedeva nuova pavimentazione pedonale al centro della strada, con la possibilità di installare chioschi e dehors, proprio come avviene a Barcelona, lasciando il transito delle auto e i parcheggi (in parallelo invece che in perpendicolare) sulle corsie laterali, quelle appena chiuse al traffico. Così si otterrebbe un triplo risultato: sarebbe garantito un ampio spazio pedonale e, contemporaneamente, il transito delle auto e i parcheggi, anche se in misura minore del solito; infine sarebbe impossibile la doppia fila perché, oltre agli spazi regolari per sostare, ci sarebbe una sola corsia di transito.

Il piano commerciale

In questo processo graduale, è necessario un piano commerciale. Perché si devono contemperare le esigenze dei cittadini comuni con quelle dei commercianti, che spesso sono anche quelli che animano e addobbano gli spazi pedonali. Il piano commerciale serve a localizzare o delocalizzare le attività in base alla categoria merceologica. Vale a dire che un rivenditore di materassi o di altri prodotti ingombranti non è bene che si trovi in area pedonale ed è ovvio che ne sia contrario.

Ma non vuol dire che, per questo, l’isola pedonale non va fatta. Vuol dire, invece, che le attività incompatibili con le aree pedonali vanno “accompagnate” in aree non pedonali, con incentivi alla delocalizzazione. Del resto è quello che è avvenuto oltre vent’anni fa in area Duomo, dove trovavano posto anche le officine meccaniche e oggi c’è invece il centro della movida, un grande miglioramento per l’intera area, che può estendersi ancora. Un’idea, ad esempio, è di pedonalizzare e fare una grande piazza nel tratto di via Cesare Battisti tra via Garibaldi e via I Settembre, soli 150 metri da sempre “preda” del traffico e dei parcheggi in seconda fila, a due passi dal Duomo.

Non si tratta, ovviamente, di porre transenne a inizio e fine strada, non avrebbe senso e sarebbe un fallimento. Si tratta, invece, di realizzare progetti per creare nuovi spazi pedonali abbelliti, dirigendo altrove il traffico automobilistico. La prima isola pedonale permanente può e deve essere sul viale San Martino. Nel tempo, migliorando altre condizioni, si potrebbe creare il percorso Duomo – Cairoli.

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3 commenti

  1. Perché non lo chiedete ai commercianti se l’isola funziona, chiedete come come stanno andando gli incassi.

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  2. Articolo condivisibile, ma andate a spiegare che il viale basso e via primo settembre come l’hanno partorito i grandi ingegneri del traffico è un aborto, loro mandano subito carri attrezzi e per ripicca ve la fanno costare 150 euro

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  3. Bene, finalmente… con almeno un decennio di ritardo si è fatto qualcosa di buono per la cittadinanza.

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