L'ex dirigente e candidato a sindaco di Messina è reintegrabile nei ranghi della pubblica amministrazione. E in teoria potrebbe ricandidarsi
MESSINA – Niente più interdizione dai pubblici uffici. Maurizio Croce è reintegrabile nei ranghi della pubblica amministrazione. E in teoria potrebbe pure ricandidarsi. La Corte di Cassazione ha stabilito che non poteva essere condannato all’interdizione dei pubblici uffici per 5 anni, come invece ha stabilito il Tribunale di Messina, ratificando il patteggiamento a 3 anni e mezzo.
La VI Sezione della Suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso degli avvocati Fabrizio Biondo e Bonaventura Candido e ha annullato (senza rinvio) la sentenza emessa dal Tribunale di Messina il 21 novembre 2024. Annullato nella parte in cui a Croce era stata applicata anche “l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni”.
“La Suprema Corte, aderendo alla tesi difensiva, ha confermato che in sede di patteggiamento al Tribunale era preclusa l’applicazione di pene accessorie non rientranti nell’accordo (non modificabile) di patteggiamento intervenuto tra accusa e difesa”, evidenziano i legali.
Lo scorso novembre il Tribunale di Messina ha accolto la richiesta di patteggiamento. Così, l’ex “soggetto attuatore” per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana, oltre che ex candidato a sindaco del centrodestra ed ex consigliere comunale, è tornato libero dopo otto mesi ai domiciliari. Era stato arrestato a marzo nell’inchiesta con al centro l’appalto per i lavori al torrente Bisconte. Ora, con la sentenza della Cassazione, può essere reintegrato nella pubblica amministrazione ed eventualmente candidarsi alle elezioni.

Ma va, chi l’avrebbe mai detto.
Buddaci potete tornare a votarlo .
Buddaci, potete tornare a votarlo.