La droga corre sui social, ecco la sentenza dell'operazione Dinastia

La droga corre sui social, ecco la sentenza dell’operazione Dinastia

Alessandra Serio

La droga corre sui social, ecco la sentenza dell’operazione Dinastia

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lunedì 25 Luglio 2022 - 17:34

Alla sbarra i rampolli del clan di Barcellona, condannati in appello. Ecco il dettaglio

MESSINA – Reggono al vaglio dei giudici di secondo grado le ipotesi della magistratura contro i “rampolli” dei barcellonesi, coinvolti nell’inchiesta Dinastia. In primo grado, un anno fa, erano state 42 le condanne in abbreviato per la “mafia 2.0” e lo spaccio tra Barcellona e Milazzo

Oggi la Corte d’appello di Messina ha rivisto diverse condanne, disponendo parecchie prescrizioni, assoluzioni parziali e totali e intervenendo in particolare sulle contestazioni relative agli episodi di spaccio di droga, ma conferma la gran parte condanne, pur con “sconti di pena per tutti”.

Ecco il verdetto

Scende a 9 anni e 4 mesi la condanna per Francesco Anania e Salvatore Bucolo; 10 anni per Antonino Recupero, Daniele Bertolami, Salvatore Felice Chillari e Carmelo Cannistrà; 5 anni per Pietro Bonfiglio, Fabio Crea, Carmelo Driacchio e Vincenzo Gullotti; 3 anni ad Alessandro Calderone; 4 anni a Dylan Seby Caliri; 10 anni e mezzo a Pietro Caliri; 2 anni e mezzo per Carmelo Chiofalo; 4 anni e 8 mesi per Carmelo Vito Foti, Salvo Di Mauro e Rosaria De Gaetano; 13 anni per Giovanni Fiore; 8 anni e 8 mesi per Vito Vincenzo Gallo; 1 anno e 4 mesi per Mattia Giardina; 2 anni a Francesco Iannello e Samuele Marino; 9 anni per Salvatore Laudani; 4 anni e mezzo per Mattia Jesus Piccolo; 8 anni e mezzo a Gjergj Preci; 8 anni e 1 mese a Giuseppe Puliafito; 15 anni e 4 mesi per Giuseppe Puliafito; 4 anni a Carmelo Quattrocchi; 12 anni e 2 mesi a Giuseppe Scalia; 3 anni e 4 mesi a Carmelo Tindaro Scordino; 6 anni e 8 mesi per Antonino Signorello; 4 anni e 4 mesi per Sergio Spada; 8 anni e 4 mesi per Andrea Villini.

Scagionati del tutto Francesco Scarpaci, Massimiliano Munafò e Claudio Febo.

Condanne confermata in toto per Giovanni Crinò, Bernardo Mendolia, Lucia Bilardo, Lorenzo Mazzù, Santo Tindaro Scordino.

I condannati dovranno risarcire le spese alle associazioni antiracket che erano parti civili, le sigle Addio Pizzo e Andrea Agosta.

La droga corre sui social

59 gli arresti dei Carabinieri, dopo l’inchiesta sulle nuove leve della mafia del Longano che estorcevano le attività economiche a tappeto e che si sono rituffati nella droga quando la crisi ha ridotto gli introiti del pizzo. Documentati diversi rifornimenti a Messina, in particolare a Giostra.

I pusher piazzavano le dosi tra Barcellona, Terme e Milazzo a giovani e meno giovani acquirenti che per non lasciare tracce ordinavano attraverso i social, su internet. A confermare i sospetti degli investigatori messinesi sul grosso giro di droga che aveva ripreso a circolare sulla zona tirrenica del messinese è stato Alessio Alesci, passato alla collaborazione con la giustizia.

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