Mafia 2.0 a Barcellona, 42 condanne al processo Dinastia

Mafia 2.0 a Barcellona, 42 condanne al processo Dinastia

Alessandra Serio

Mafia 2.0 a Barcellona, 42 condanne al processo Dinastia

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martedì 13 Luglio 2021 - 20:18

Solo 5 assoluzioni e una pioggia di condanne alla fine del processo di primo grado sul traffico di droga tra la costa tirrenica e Messina

Sono 42 le condanne per i rampolli del clan di Barcellona alla fine del processo nato dall’operazione Dinastia, l’inchiesta antimafia dei Carabinieri di un anno e mezzo fa.

Il giudice Monia De Francesco in serata ha emesso il verdetto per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato, la quasi totalità degli indagati. Ecco la sentenza: 14 anni per Francesco Anania e Salvatore Felice Chillari, 10 anni e 4 mesi per Daniele Bertolami e Carmelo Cannistrà, 2 anni per Lucia Bilardo, 10 anni per Pietro Bonfiglio, 7 anni e 4 mesi per Salvatore Bucolo, 14 anni e mezzo ad Alessandro Calderone, 6 anni e 10 mesi a Dylan Seby Caliri, 13 anni e 4 mesi a Carmelo Chiofalo, 5 anni e 8 mesi a Fabio Crea e Carmelo Driacchio, 8 anni a Giovanni Crinò, Carmelo Vito Foti e Claudio Febo, 6 anni a Rosaria De Gaetano e Mauro Di Salvo, 20 anni a Giovanni Fiore, Pietro Caliri, Sebastiano Puliafito e Lorenzo Mazzù, 10 anni e 8 mesi a Vincenzo Vito Gallo, 7 anni 5 mesi a Mattia Giardina, 8 anni e 4 mesi a Vincenzo Gullotti e Francesco Scarpaci, Francesco Ianniello e Samuele Marino, 16 anni e dieci mesi a Salvatore Laudani, 17 anni a Carmelo Mazzù, 7 anni 9 mesi per Bernardo Mendolia, 6 anni e 8 mesi a Massimiliano Munafò, 7 anni a Jesus Matias Piccolo, 10 anni e 8 mesi a Gjergj Preci, 10 anni e 2 mesi a Giuseppe Puliafito, 4 anni e 5 mesi a Carmelo Quattrocchi, 10 anni e 4 mesi ad Antonino Recupero, 13 anni a Giuseppe Scalia, 16 anni a Carmelo Tindaro Scordino, 11 anni a Santo Tindaro Scordino, 8 anni e 10 mesi ad Antonino Signorello, 20 anni a Sergio Spada, 11 anni e due mesi ad Andrea Villini.

Assolti invece Filippo Genovese, Emanuele Di Salvo, Nunzio Di Salvo, Giuseppe Murabito, Luca Amato. Il giudice ha deciso che i condannati dovranno pagare la provvisionale ad Adiopizzo e alla sigla antimafia Alfredo Agosta. 

Al vaglio del giudice di primo grado, quindi, tengono le accuse formulate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, guidata dal procuratore capo Maurizio De Lucia, che nel febbraio 2020 ordinò il blitz con 59 arresti.

Gli accertamenti dei militari dell’Arma avevano infatti portato alla luce i traffici delle nuove leve della mafia del Longano, che estorcevano le attività economiche a tappeto, senza incappare alcuna denuncia, e che quando il racket ha smesso di “pagare” per via della crisi si sono rituffati nella droga, inondando la piazza tirrenica di sostanze stupefacenti acquistate anche a Messina, a Giostra.

I pusher piazzavano le dosi tra Barcellona, Terme e Milazzo a giovani e meno giovani acquirenti che per non lasciare tracce ordinavano attraverso i social, su internet. A confermare i sospetti degli investigatori messinesi sul grosso giro di droga che aveva ripreso a circolare sulla zona tirrenica del messinese è stato Alessio Alesci, passato alla collaborazione con la giustizia.

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