La musica del '700 spicca con l'orchestra "La filharmonie"

La musica del ‘700 spicca con l’orchestra “La filharmonie”

giovanni francio

La musica del ‘700 spicca con l’orchestra “La filharmonie”

martedì 26 Marzo 2024 - 07:08

Per la stagione dell'Accademia Filarminica, un'eccellente interpretazione del classicismo settecentesco da parte di giovani orchestrali

MESSINA – Sabato scorso al Palacultura, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, si è esibita l’Orchestra “La filharmonie”, diretta dal Maestro Nima Keshavarzi, un’ottima orchestra da camera, che ha proposto un programma interamente dedicato alla musica del ‘700.

La direttrice artistica Grazia Maria Spuria, nell’introdurre il concerto, non ha mancato di ricordare l’orrenda strage al “Crocus City Hall di Mosca”, ma anche il lutto che ha colpito il mondo della musica, la dipartita di Maurizio Pollini, probabilmente uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi.

Proprio a Pollini è stato dedicato il concerto, iniziato con l’esecuzione della Sinfonia in re maggiore op. 21 n. 4 di Luigi Boccherini nei tempi “Allegro vivo assai”, “Andantino con moto” e “Allegro vivo assai”.

Si tratta di una sinfonia poco nota fra quelle composte dal musicista italiano (circa 30) che contiene tutte le caratteristiche della sua musica: melodie cantabili, ricche di colori, pittoresche, espresse in uno stile concertante, sempre però contenuto negli schemi classici. Particolarmente gradevole il secondo movimento, dall’andamento compassato, mentre il terzo costituisce in pratica una breve ripresa del primo.

È entrato poi in scena il violoncellista, uno straordinario Enrico Bronzi, per eseguire Il Concerto n. 2 in re maggiore di Franz Joseph Haydn. Nei tempi “Allegro moderato”, “Adagio” e “Rondo. Allegro”. Il concerto, insieme al n. 1 in do maggiore, resta ancora oggi una pietra miliare nell’ambito di questo genere musicale, (concerto per violoncello e orchestra), che a dire il vero non annovera molti capolavori nella storia della musica.

Dopo i fasti del violoncello per merito di Antonio Vivaldi, che scrisse per questo strumento numerosi concerti, i compositori del ‘700 e dell’’800 scrissero pochissimo per questo organico, e fra i più noti ricordiamo i concerti per violoncello e orchestra di Schumann e di Dvorak, oltre ai concerti proprio di Boccherini.

Per questa ragione i due concerti scritti da Haydn hanno anche un eccezionale valore sotto il profilo storico-musicale. Il n. 2, presenta un primo movimento molto esteso ma estremamente equilibrato. Dopo un “Adagio” dal carattere meditativo, che inizia con il soave canto del violoncello al quale risponde poi l’orchestra, ecco il frenetico “Allegro”, un brano assai brillante, di notevole difficoltà tecnica per il violoncellista, che ha permesso a Bronzi di esibire tutte le sue qualità, sia tecniche che interpretative, strappando convinti applausi da parte del pubblico presente.

Il violoncellista ha poi concesso un bis dedicato a Maurizio Pollini, la “Pavana delle lacrime” di John Dowland.

La seconda parte del concerto è stata dedicata alla Sinfonia in la maggiore n. 29 K 201 di Wolfgang Amadeus Mozart. Composta a Salisburgo nel 1774 (a 18 anni) la Sinfonia è senz’altro una delle più riuscite del compositore austriaco. In essa viene definitivamente superato il gusto italiano, e la Sinfonia si caratterizza per la raffinata elaborazione, la bellezza melodica dei temi, ora lirici, ora ironici, talvolta drammatici, in una sensibilità del tutto nuova per l’epoca, che impregna tutti i quattro movimenti: “Allegro moderato”, “Andante”, “Minuetto” e “Allegro con spirito”.

Davvero eccellente l’interpretazione della Sinfonia mozartiana da parte dei giovani orchestrali, diretti sapientemente, con molto equilibrio e precisione, dal direttore persiano Nima Keshavarzi, che ha saputo mettere in risalto con grande raffinatezza i contrasti piano/forte dei quali il brano è assai ricco, evitando così ogni rischio di monotonia, grazie ad una esecuzione davvero coinvolgente, assai gradita dal pubblico presente.

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