La storia. Furci celebra la Madonna del Rosario, le origini del culto e il devastante incendio del '76 VIDEO

La storia. Furci celebra la Madonna del Rosario, le origini del culto e il devastante incendio del ’76 VIDEO

Carmelo Caspanello

La storia. Furci celebra la Madonna del Rosario, le origini del culto e il devastante incendio del ’76 VIDEO

sabato 30 Settembre 2023 - 08:30

Le radici della festa risalgono all'Ottocento, come testimonia un quadro del Minutoli. Il gruppo statuario con la vara processionale venne realizzata ad Ortisei da Luigi Santifaller. Il podcast con il parroco, padre Massimo Briguglio

Padre Massimo Briguglio: “Il culto alla Madonna a Furci è stato sempre centrale. Non dobbiamo mai strumentalizzare né la fede, né la Madonna, né le processioni”

di Carmelo Caspanello
FURCI SICULO – Fede e tradizione. Storia e devozione. Dal lontano Ottocento Furci rende onore alla Madonna del Rosario. Correva l’anno 1872 quando gli operai dell’Antica filanda commissionarono un quadro della Vergine, opera del Minutoli, tuttora custodito in parrocchia. Alla fine dello stesso secolo, venne realizzata (da autore ignoto) l’antica e preziosa statua in legno massiccio che si staglia, regale, nella Cappella del Rosario (nella chiesa Madre), realizzata nel 1955 e inaugurata nel 1960 dall’allora Vescovo ausiliare, mons. Carmelo Canzonieri. Ma quella statua, originariamente composta dalla Madonna e da S. Domenico, era troppo pesante, e gli spostamenti in occasione della processione rischiavano di danneggiarla. Così nel giugno del 1963, l’allora parroco, padre Francesco Donsì, diede incarico a Luigi Santifaller di Ortisei, in provincia di Bolzano, di scolpire una copia simile all’originale, in legno leggero. La spesa del nuovo gruppo statuario, composto dalla Madonna, da S. Domenico e S. Caterina, ammontò a 490mila lire. Un costruttore di Furci, Gaspare Ultimo, che abitava a Roma, donò il trono processionale (637mila lire, compreso imballo e spostamento), realizzato dalla stessa ditta Santifeller, che lo fece pervenire alla vigilia della festa del 1963, che quell’anno cadeva il 6 ottobre.
Dietro la festa della Madonna del Rosario che si celebra ogni anno la prima domenica di ottobre c’è la storia del popolo di Furci. Lo stesso popolo che il 3 ottobre del 1976, alle tre del mattino del giorno della solennità della Patrona, accorse per domare un vasto incendio che danneggiò la statua che viene portata in processione, realizzata ad Ortisei, la vara e la Cappella. Gli stucchi si scrostarono, le volte furono annerite dal fumo, il simulacro di S. Caterina si carbonizzò. A dare l’allarme fu un commerciante, Francesco Trisini, che risiedeva nella via adiacente la chiesa. Si era alzato di buonora per recarsi al mercato, a Randazzo. Prima, però, contribuì a domare le fiamme. Nel servizio video allegato, che realizzai nel 2006 per l’emittente Tele 90, ci sono le testimoniante sue e della signora Carmela Santoro, che abitava nella casa accanto alla sacrestia. Nonostante il devastante incendio, la festa si celebrò ugualmente e i fedeli accorsero più numerosi del solito.
Anche quest’anno i furcesi si apprestano a celebrare la Madonna del Rosario. I festeggiamenti sono stati preceduti dal tradizionale Rosario dell’Aurora che ogni mattina, per tutti i giorni della novena, è stato intonato lungo le vie del paese, svegliato dal soave canto dell’Ave Maria. Domani, 1 ottobre, sono in programma tre Sante Messe: alle 7, 30, alle 11 e alle 17, 30. Alle 12 sarà recitata la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei. Alle 18, 30 la processione con il gruppo statuario. “Il culto alla Madonna, a Furci – evidenzia il parroco, padre Massimo Briguglio (in allegato il podcast con l’intervista sul significato della festa, ndr) è stato sempre centrale. Anche perché noi veniamo da una storia indimenticabile, tracciata dal nostro compianto parroco, padre Francesco Donsì, innamorato della Madonna, che fece di tutto affinché il culto mariano caratterizzasse la storia spirituale e l’approccio pastorale di questa comunità.
Certo, oggi – prosegue padre Massimo – noi sacerdoti ci poniamo mille domande su come possiamo proporre il Vangelo secondo Maria ad una Comunità dal contesto culturale e sociale molto diverso rispetto il passato. Viviamo in una società caratterizzata dall’indifferentismo, dal secolarismo e che non ha quell’aggancio forte con la fede. Basta guardare la partecipazione a Messa, che è diminuita in tutta Italia ed in tutto l’Occidente. Ma questo non ci deve sgomentare.
Le cose cambiano ma il Vangelo è perennemente valido. La chiesa continua ad evangelizzare con modalità nuove. Devo altresì segnalare – conclude padre Massimo – che molte volte ci sono persone che tendono ad avvicinarsi a queste feste religiose utilizzandole per fini che non sono molto chiari, nel senso che magari per una foto… Non dobbiamo mai strumentalizzare né la fede, né la Madonna, né le processioni”.

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