La Tosca del Teatro di Messina: l'ispirazione pucciniana tra classico e moderno

La Tosca del Teatro di Messina: l’ispirazione pucciniana tra classico e moderno

Emanuela Giorgianni

La Tosca del Teatro di Messina: l’ispirazione pucciniana tra classico e moderno

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sabato 04 Marzo 2023 - 09:15

La Tosca - affidata alla regia di Carlo Antonio De Lucia e alla direzione musicale di Carlo Palleschi - conquista il pubblico del Teatro Vittorio Emanuele. In replica domenica 5 marzo

Attesa e desiderata sin dallo scorso anno – in cui era prevista originariamente la programmazione- la Tosca, prodotta dal 𝐄.𝐀.𝐑. 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚, riempie finalmente il Vittorio Emanuele.

Dopo il successo delle prove generali di giovedì aperte agli studenti, rimasti colpiti ed emozionati, l’opera lirica si dona a tutto il suo pubblico.

La storia della Tosca a Messina

L’opera in 3 atti di Giacomo Puccini, ispirata al dramma di Victorien Sardou, dal 1900 continua a conquistare gli animi di appassionati e non, per la modernità delle sue atmosfere musicali, sempre arricchita, però, dalle numerose citazioni classiche, soprattutto a Verdi e al suo Otello.

La storia della Tosca a Messina è lunga, inizia al Teatro Vittorio Emanuele nel 1900, quando entra, sin dalla sua prima rappresentazione, nel cuore dei messinesi. Nel 1904 sarà proprio una nuova messa in scena della Tosca ad inaugurare la stagione del Vittorio. L’ultima rappresentazione prima del terremoto del 1908, sarà, invece, sempre al Vittorio Emanuele, il 9 ottobre 1907, alla presenza del re Vittorio Emanuele III.

Dal 1913 in poi, in una città che ancora risorge pian piano dalle sue ceneri, gli appuntamenti con la Tosca saranno sempre più numerosi: anche al Teatro Mastroieni; al Teatro Savoia; o ancora recite all’aperto, nella stagione lirica del Cine-Teatro in fiera, in Piazza Municipio, all’Ex-Gil, nell’arena della Libertà (ex Gasometro). Nel 1999 torna, infine, al Teatro Vittorio Emanuele, con una produzione dell’E.A.R. Teatro.

La Tosca di De Lucia

La nuova produzione del Teatro di Messina, con l’allestimento di Opera Production C.D. GmbH – Austria, affidato alla regia di Carlo Antonio De Lucia, si pone, quindi, su una strada importante, alla quale, però, sa restituire e aggiungere grande onore.

Carlo Antonio De Lucia valorizza pienamente l’anima dell’opera, mantenendone la sua identità precisa ed evidenziandone la modernità, per mezzo del lavoro attento del video designer Matthias Schnabel, del light designer Giuseppe Calabrò e delle di scene di Daniele Piscopo.

Sentiamo e vediamo in scena, poi, quello stesso vigore che ha sempre caratterizzato l’opera, per merito della direzione musicale del maestro Carlo Palleschi (di ritorno al Vittorio Emanuele dopo il successo de “La Traviata”), capace di esaltarne tanto l’energia quanto la sua dolcezza melodica.

Il Maestro Carlo Palleschi dirige l’𝐎𝐫𝐜𝐡𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐕𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐄𝐦𝐚𝐧𝐮𝐞𝐥𝐞, il 𝐂𝐨𝐫𝐨 𝐋𝐢𝐫𝐢𝐜𝐨“𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐂𝐢𝐥𝐞𝐚” diretto da 𝐁𝐫𝐮𝐧𝐨 𝐓𝐢𝐫𝐨𝐭𝐭𝐚 (presente anche nella produzione della Tosca messinese del 1999) e il 𝐂𝐨𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐕𝐨𝐜𝐢 𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 “𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐒𝐮𝐨𝐧𝐨” diretto da 𝐀𝐠𝐧𝐞𝐬𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐫𝐮𝐛𝐛𝐚 (anche loro di nuovo sul palco dopo la “Carmen”, prodotta dal Teatro nel 2018).

Ci raccontano la passione, il dolore, la tenerezza e il dramma di Tosca insieme a un cast d’eccellenza: un’impeccabile Diana Lamar nel ruolo di Tosca; Stefano Secco, protagonista della lirica internazionale, nel ruolo di Mario Cavaradossi; il baritono ucraino Vitaliy Bilyy come barone Scarpia. Insieme a loro Lorenzo Barbieri nei ruoli di Cesare Angelotti e di un carceriere; Davide Scigliano come Spoletta, Alessio Verna il sagrestano/Sciarrone, e Sofia Ciuffo nel ruolo di un pastorello.

Un insieme vincente di parti che magistralmente esprime lo spessore da protagonista di ciascun personaggio, il lirismo dell’opera, la sua verità priva di ornamenti e l’intensità veloce e scandita della sua forma espressiva.

Circolo virtuoso tra due livelli

Come dichiarava il regista in conferenza stampa, la Tosca è un “prodotto sferico”, non si basa sulla singola performance o su un elemento rispetto all’altro. La sua forza sta nella sinergia fra le parti che la compongono, nella loro unione varia e piena di sfumature.

Questa circolarità virtuosa si sviluppa su due livelli diversi. Da una parte, vi è l’omaggio all’opera classica, nel pieno rispetto della scrittura di Puccini e dell’intenzione dei librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica; dei codici e dei significati di Tosca; dei suoi temi, dal rapporto Stato e Chiesa al gioco della Storia e del potere, su tutti i quali, però, la primazia è sempre quella del sentimento, dell’aspetto emozionale.
Dall’altra parte, la materializzazione concreta di quanto espresso nello spartito, di tutti i suoi aspetti e della potenza dei loro sentimenti, attraverso il lavoro di video mapping.

Due livelli che mettono idealmente in moto la rappresentazione e che, nel contempo, ne costruiscono concretamente l’allestimento. Nell’avanscena, infatti, la vicenda avanza fedelmente alle indicazioni del libretto e alle sonorità pucciniane; da metà palco, invece, la narrazione musicale è riempita da video e immagini. L’ausilio dei mezzi tecnologici di video mapping dà materia e forma alle emozioni, ai sentimenti dei personaggi e al loro sviluppo.

Materializzazione pucciniana

La lettura classica di tutti gli elementi tradizionali che compongono l’opera (tra l’altro fortemente facilitata dalla naturale perfezione creativa della Tosca) trova il suo perfetto contraltare nello strumento tecnico, in uno scambio reciproco nel quale tradizione e innovazione camminano di pari passo.

Il risultato finale è una creazione quasi cinematografica capace di attirare un pubblico variegato, che affascinato si lascia trascinare da quelle stesse emozioni fatte di immagine e suono. È raggiunto in pieno l’obiettivo di De Lucia: la sua Tosca non è una semplice rivisitazione, quanto piuttosto una vera e propria materializzazione dell’idea pucciniana.

𝐯𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝𝐢̀ 𝟑 𝐞 𝐝𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝟓 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟑

𝐓𝐎𝐒𝐂𝐀

𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎 𝑙𝑖𝑟𝑖𝑐𝑎 𝑖𝑛 𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐬𝐚 𝑒 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐈𝐥𝐥𝐢𝐜𝐚

𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑜𝑚𝑜𝑛𝑖𝑚𝑜 𝑑𝑟𝑎𝑚𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝐕𝐢𝐜𝐭𝐨𝐫𝐢𝐞𝐧 𝐒𝐚𝐫𝐝𝐨𝐮

𝑚𝑢𝑠𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑖 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐦𝐨 𝐏𝐮𝐜𝐜𝐢𝐧𝐢

𝐹𝑙𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑇𝑜𝑠𝑐𝑎 𝐃𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐋𝐚𝐦𝐚𝐫

𝑀𝑎𝑟𝑖𝑜 𝐶𝑎𝑣𝑎𝑟𝑎𝑑𝑜𝑠𝑠𝑖 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐒𝐞𝐜𝐜𝐨

𝐼𝑙 𝐵𝑎𝑟𝑜𝑛𝑒 Scarpia 𝐕𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐲 𝐁𝐢𝐥𝐲𝐲

𝐶𝑒𝑠𝑎𝑟𝑒 𝐴𝑛𝑔𝑒𝑙𝑜𝑡𝑡𝑖 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐁𝐚𝐫𝐛𝐢𝐞𝐫𝐢

𝑆𝑝𝑜𝑙𝑒𝑡𝑡𝑎 𝐃𝐚𝐯𝐢𝐝𝐞 𝐒𝐜𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨

𝐼𝑙 𝑆𝑎𝑔𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑛𝑜/𝑆𝑐𝑖𝑎𝑟𝑟𝑜𝑛𝑒 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨 𝐕𝐞𝐫𝐧𝐚

𝑈𝑛 𝑐𝑎𝑟𝑐𝑒𝑟𝑖𝑒𝑟𝑒 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐁𝐚𝐫𝐛𝐢𝐞𝐫𝐢

𝑈𝑛 𝑃𝑎𝑠𝑡𝑜𝑟𝑒𝑙𝑙𝑜 𝐒𝐨𝐟𝐢𝐚 𝐂𝐢𝐮𝐟𝐟𝐨

𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐏𝐚𝐥𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢

regia Carlo Antonio De Lucia

𝑣𝑖𝑑𝑒𝑜 𝑑𝑒𝑠𝑖𝑔𝑛 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐡𝐢𝐚𝐬 𝐒𝐜𝐡𝐧𝐚𝐛𝐞𝐥

𝑙𝑖𝑔ℎ𝑡 𝑑𝑒𝑠𝑖𝑔𝑛𝑒𝑟 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐂𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐨̀

𝑠𝑐𝑒𝑛𝑒 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐏𝐢𝐬𝐜𝐨𝐩𝐨

𝑐𝑜𝑠𝑡𝑢𝑚𝑖 𝐒𝐚𝐫𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐏𝐢𝐩𝐢

𝐴𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑒𝑔𝑖𝑎 𝐄𝐥𝐞𝐨𝐧𝐨𝐫𝐚 𝐂𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐨̀

𝐴𝑖𝑢𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑢𝑚𝑖𝑠𝑡𝑎 𝐅𝐞𝐝𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐅𝐚𝐦𝐚̀

𝐎𝐫𝐜𝐡𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐕𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐄𝐦𝐚𝐧𝐮𝐞𝐥𝐞

𝐂𝐨𝐫𝐨 𝐋𝐢𝐫𝐢𝐜𝐨 “𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐂𝐢𝐥𝐞𝐚” 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝐁𝐫𝐮𝐧𝐨 𝐓𝐢𝐫𝐨𝐭𝐭𝐚

𝐂𝐨𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐕𝐨𝐜𝐢 𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 “𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐒𝐮𝐨𝐧𝐨” 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝐀𝐠𝐧𝐞𝐬𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐫𝐮𝐛𝐛𝐚

𝑀𝑎𝑒𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑎𝑙 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑜 𝐑𝐨𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐮𝐭𝐭𝐢

𝑀𝑎𝑒𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝐒𝐚𝐥𝐯𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚, 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐞𝐬𝐚𝐧𝐨, 𝐎𝐫𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐂𝐞𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢

𝐷𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑃𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠𝑐𝑒𝑛𝑖𝑐𝑜 𝐍𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨 𝐋𝐚𝐠𝐚𝐧𝐚̀

𝐶𝑜𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 scenografie 𝐕𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐓𝐫𝐢𝐜𝐨𝐦𝐢

𝑅𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑡𝑟𝑢𝑐𝑐𝑜 𝐉𝐨 𝐑𝐢𝐳𝐳𝐨

Decoratrici Giulia Moschella, Asia Ruggeri

Collaboratore alla sovratitolazione Giuseppe Minolfi

Collaboratore per campionatore Roberto Chiricosta

𝑎𝑙𝑙𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝐎𝐩𝐞𝐫𝐚 𝐏𝐫𝐨𝐝𝐮𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧 𝐂.𝐃. 𝐆𝐦𝐛𝐇 – 𝐀𝐮𝐬𝐭𝐫𝐢𝐚

𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐄.𝐀.𝐑. 𝐓𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚

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